La Luce invitante dell’amore

Domanda: Per come la vedo io, le persone lasciate senza lavoro affondano nei loro problemi e questo non dà loro nessun incentivo per scoprire da dove vengono i problemi.

Risposta: Il nostro ego sente la sofferenza dentro di sé. La sofferenza si sta incrementando costantemente e sta prendendo differenti forme. Perché esse spingono una persona ad interrogarsi sul significato della vita? Questo perché si chiede: “Perché ho bisogno di soffrire?”. In verità, esse la possono portare al punto di suicidarsi.

Cosa sta facendo la saggezza della Kabbalah? Essa dice ad una persona: devi rimpiazzare questa sofferenza con l’altra sofferenza, la cosidetta “sofferenza d’amore”.

Al contrario, quando ami qualcuno, lo desideri ardentemente, ma non sei ancora connesso a lui, o vieni respinto, rifiutato un poco, o le distanze vi separano e per adesso non puoi vederlo, allora appare un grande desiderio di avvicinarsi, di connettersi e di abbracciarsi, ma questo è impossibile.

Anche tutto questo è sofferenza! Ma per noi questa è dolce e non vogliamo sbarazzarcene.

Personalmente, io non posso più immaginare tali sofferenze, ma me le ricordo da quando ero giovane, ed erano dolci. Così da un lato tu ami, desideri e ti aspetti che presto abbraccerai la persona amata, ma allo stesso tempo soffri perché questo non è ancora avvenuto ed è una piacevole sofferenza.

C’è una sofferenza che proviene dall’ego ed è chiamata “l’ombra della Sitra Achra”, ovvero una cattiva ombra, l’oscurità, che nasconde tutto il bene del mondo; e c’è una sofferenza che ti spinge in avanti e al contrario, tu sei eccitato, vivi nell’aspettativa che si realizzerà presto. Davanti a te c’è la Luce, la Luce dell’amore, la Luce dell’imminente incontro. Luce ed oscurità, questa è tutta la differenza.

Noi dobbiamo aiutare velocemente il mondo a rimpiazzare le sue sofferenze, le grandi avversità ed i problemi che si intensificheranno sempre di più con il desiderio per la connessione, per l’amore, per la Luce. Poi sentiremo che le sofferenze non scompaiono. Questo perché se tu incontri la persona amata e tutta l’attrazione che hai sentito nel tempo della separazione scompare, allora non ti sarà lasciato niente eccetto la delusione: tu l’hai incontrata e dopo pochi minuti non hai bisogno d’altro e puoi andartene.

Quindi, è necessario che questa sofferenza, ovvero questa attrazione, questo appetito, questa fame restino, ed allo stesso tempo, potrai gioirne. Solitamente quando sei molto affamato e cominci a mangiare, l’appetito scompare e non provi piacere del cibo. E se il piacere non scomparisse?

Ovvero, dobbiamo soltanto prendere la nostra sofferenza e trasformarla. Poi a nessuna condizione chiederemmo qualcosa al Creatore eccetto la correzione. Noi non dobbiamo chiedergli di portare via la nostra sofferenza, ma solo di cambiarla in modo tale che invece sentiamo la sofferenza dell’amore, la brama di andare avanti. Allora vivremo nell’eccitazione.
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(Dal Congresso di Vilnius del 24.03.2012, Lezione 4)

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