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Seminario sugli Articoli di Rabash -15.03.2012

Seminario sugli Articoli di Rabash
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Dove troviamo la chiave per il cancello delle lacrime?

Non dobbiamo vergognarci della debolezza, pensare che la debolezza possa raffreddare il nostro desiderio di avanzamento. C’è un “cancello di lacrime” in ogni passo, che si apre unicamente dopo la realizzazione della propria impotenza. E come potremmo avere l’abilità? Dopo tutto, l’avanzamento accade attraverso l’addizionale potere di dazione. Noi non l’abbiamo, lo dobbiamo acquisire.

È per questo motivo che è un bene che io scopra che non possiedo l’abilità di avanzare. E va bene anche che io scopra di non avere il desiderio di avanzare. Che cosa accade dopo? Solamente una cosa: L’appello adeguato al Creatore attraverso il gruppo perché Lui corregga la connessione tra di noi. E allora, ogni volta che questo è fatto, viene rivelato un nuovo stato di unione.

Una persona non è capace di fare niente per conto proprio. Non importa quanto si senta forte ogni tanto, non importa quanto si senta sicura di raggiungere qualsiasi cosa; fallirà in tutto. È scritto: “Non credere in te stesso fino al giorno in cui morirai”.

È per questo che avere un gruppo, che risveglia costantemente la persona, è una condizione necessaria. E per questo motivo, quando una persona non sa come avanzare e si dispera, di solito dà la colpa all’orgoglio, e di conseguenza è incapace di ricevere supporto dal gruppo.

Qui non c’è niente di cui vergognarsi, la persona deve unicamente lavorare su questo. Ma essenzialmente questo è l’unico disturbo. C’è una forza enorme nel gruppo. Come nel racconto di Rabbi Yossi Ben Kisma. Lui era un grande Kabbalista nella sua generazione, e i suoi studenti erano persone molto semplici. Ma lui ricevette una grandissima forza da loro poiché lui sapeva come lavorare con loro. E lui era una grande persona! E questo racconto parla di persone semplici.

È per questo che quando una persona dice che il Creatore non la sta aiutando, è il suo orgoglio che parla. Come si manifesta questo? Nella sua inabilità di cancellare se stesso davanti all’ambiente per ricevere il valore della grandezza della spiritualità in esso, e poi percepire il potere del Creatore che aiuta lui e la realizzazione della grandezza della spiritualità.

È per questo motivo che non bisogna piangere sui disturbi. È scritto: “La mia anima dovrà piangere in segreto”, in occultamento, nell’oscurità. Piangere è buono, ma bisogna vedere per che cosa si sta piangendo. Non piangere per non ricevere aiuto; c’è l’aiuto. Devi piangere perché l’orgoglio non ti sta permettendo di abbassarti davanti ai tuoi amici, il Creatore, e ricevere aiuto da loro.
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(Dal Congresso di Arava, 24.02.2012, lezione n.4)

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Una banca per delusioni preziose

Domanda: Durante il congresso ho fatto qualunque sforzo per connettermi agli amici, ma ho fallito. Quando ha incominciato a piovere nel mezzo della notte, ho chiesto al Creatore per quale motivo Egli aprisse il cielo ma non il mio cuore. Forse perché “io non l’ho chiesto”…Quindi, cosa dovremmo fare? Continuare con questi esercizi oppure comprendere che siamo incapaci di connetterci da soli e chiedere aiuto rivolgendoci in alto?

Risposta: Come puoi chiedere aiuto in alto se ancora non sei deluso dei tuoi sforzi? E se invece di deluderti tu riuscissi a connetterti?

Continuerai ad essere deluso in ogni momento; queste delusioni devono prima aprirsi in te nelle forme del tuo vaso rotto. La delusione non ti viene data per torturarti e farti strisciare in ginocchio a piangere il tuo ultimo respiro per ricevere aiuto dal Creatore. Non è questo lo scopo.

È un fatto noto che non puoi farcela da solo, ma devi mettere insieme queste delusioni per scoprire in questa maniera la profondità del tuo desiderio. Esse ti mostrano la profondità del tuo vaso spirituale; per questo non puoi scappare da loro. Il Creatore riunisce tutti i tuoi sforzi e li salva fino al giorno, lo stato speciale, in cui si uniranno in un unico vaso.

È come risparmiare dei soldi in questo mondo, aggiungendo un dollaro alla volta. Nella tua vita spirituale, devi riunire queste delusioni, i tuoi tentativi falliti, e imparare dal modo in cui si aggiungono. Ma devi tenere questo dentro di te, e apparire pieno di forza nel gruppo.

Devi essere talmente meticoloso e metterci tanto impegno nel riunire queste delusioni, come un bambino che mette le monetine in un salvadanaio a forma di porcellino. Più avanti ti daranno il sapore poiché “il beneficio della Luce si raggiunge nell’oscurità”. Raccogli questi momenti scuri, in modo che alla fine si riuniscano in una tale oscurità di tante forme diverse, da permetterti di distinguere la Luce. La Luce in sé non ha una forma – soltanto il vaso che tu hai costruito per essa.
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(Dalla lezione n.4 del Congresso di Arava, 24.02.2012)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 15.03.2012

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 19 “Che cos’ è “Il Creatore odia i corpi nel lavoro”
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Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 56, Articolo “La correzione del Mondo Inferiore dal Mondo Superiore”, Punto 297, Lezione 82
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TES, Parte 7, Punto 14, Lezione 6
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Preparazione per il Congresso Europeo: KFS, Pagina 305, Articolo “Per quanto riguarda l’importanza della Società”
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Le coppie trascorrono insieme meno di 30 minuti al giorno

Nelle notizie (del Mirror): “Il lungo lavoro quotidiano sta lasciando alle coppie stressate solo 30 minuti di tempo qualitativo insieme ogni giorno”.

“Un’indagine ha trovato che il 30% delle persone ha pensato che, come risultato, le loro relazioni ne abbiano sofferto”.

“E l’89% ha sentito che avrebbero fatto progressi se si fossero visti di più, cenando insieme o uscendo, per esempio”.

“Eatwelshlamb.co.uk, che ha condotto il sondaggio, ha detto: “Noi incoraggiamo le coppie ad essere sicure che ci sia almeno il tempo di una significativa conversazione”.

Il mio commento: La natura ci forzerà a riportare l’ordine nelle nostre vite. Attraverso le punizioni, noi scopriremo che non c’è altro modo che l’equilibrio con la natura. Attraverso la sofferenza, noi capiremo che abbiamo bisogno di conformaci alla legge della natura, piuttosto che inventarci da soli. È un peccato che l’umanità impari da lunghe ed amare esperienze.
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