Segare il tronco del mio egoismo

Una persona dovrebbe raggiungere uno stato nel quale sente di essere il partner del Creatore: io faccio la metà del lavoro e Lui fa l’altra metà. Metà per me e metà per Lui. È come una sega a due manici che due persone tengono, ognuno a turno tira dalla sua parte, una volta la prima persona e poi l’altra e così segano il tronco.

Una persona dovrebbe anche sentire che agiscono alternativamente: una volta agisce lei ed una volta il Creatore. Certamente non faccio il lavoro con le mie forze, il potere viene dall’Alto. Il Creatore realizza l’azione e la richiesta proviene da me, quindi ancora un’azione da parte Sua ed una richiesta da parte mia. Così ci completiamo ogni volta a vicenda.

Il migliore stato si ha quando una persona sente che può realizzare questa rotazione senza fermarsi. Questo significa che stiamo davvero lavorando “faccia a faccia” e che un “cavallo ed il suo fantino” stanno lavorando assieme come un tutt’uno nella misura in cui una persona comincia a sentire sempre di più cosa sarà il potere che sta per ricevere e cosa esattamente dovrebbe dare da parte sua.

Dopotutto, noi eleviamo una preghiera, MAN, fino al Mondo di Ein Sof (Infinito), fino all’ultimo accoppiamento prima del Gmar Tikkun (la fine della correzione), che è l’accoppiamento di “Rav Pealim Mekabtziel” nel quale tutte le precedenti preghiere si riconciliano. In ogni gradino della scala spirituale la preghiera diviene più chiara ed accurata, più dettagliata e chiara perché una persona capisce e sente di più. Questa è tutta la realizzazione.

Non sente alcuna vergogna perché dà la sua parte e così è il partner del Creatore, in adesione. Così supera “i giudici e le guardie” che lo respingono e lo seducono e li rende suoi assistenti. Egli sente già le loro azioni come un aiuto.

Possiamo descrivere questo come se una persona ed il Creatore lavorassero assieme sul desiderio di ricevere. Una persona sente di essere insieme al Creatore al di sopra di questo desiderio o che il desiderio è tra loro, che la persona è da un lato ed il Creatore dall’altro e tra loro c’è il desiderio di ricevere che li separa. Una persona non vede il desiderio come proprio. La prima cosa è di disconnettersi dal desiderio egoistico e di ricevere al di sopra di esso, di esserne separato.

Allora vedremo già l’ego che ci separa, che è tra gli amici e la persona ed il Creatore, come il nostro ostacolo comune. Quindi lavoriamo su questo insieme quando ci connettiamo con il Creatore o gli amici per lavorare insieme contro l’ego che ci disturba, senza cercare di cancellarlo perché non possiamo farlo senza di esso, ma desideriamo elevarci al di sopra di esso.
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(Dalla 1° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 21.02.2012, Scritti del Rabash)

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