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Yeshivat Haverim Mondiale – 04.03.2012

Yeshivat Haverim Mondiale
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Lezione virtuale – Fondamenti della Società Integrale – 04.03.2012

Lezione virtuale, “Fondamenti della Società Integrale
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 04.03.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 203
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Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 38, Articolo “Pietre di Marmo Pure”, Punto 252, Lezione 73
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Uno sguardo al Settimo Millennio

Domanda: Supponiamo di aver già raggiunto lo stato in cui tutti i sette miliardi di persone del mondo studiano e realizzano la Kabbalah. Poi un bambino nasce in questo mondo. Cosa gli succederebbe? Dobbiamo capire il significato del male per potere raggiungere il bene? Però in quel momento, il mondo sarebbe già corretto, quindi come sentirebbe il male questo bambino?

Risposta: In questo mondo c’ è solo un rinnovamento del corpo fisico, non delle anime. Pertanto, i bambini che nascono oggi, sono anime antiche che acquisiscono nuovi corpi. Questa è la ragione per la quale non prestiamo attenzione all’ età delle persone. Indipendentemente dal fatto che un corpo fisico sia morto o sia nato per vivere in questo mondo, l’ anima continua con le sue reincarnazioni.

Tu stai chiedendo, se tutte le persone correggono il loro ego, sarà necessario che ne nascano di più? No, le anime non avranno più bisogno di nascere. Tuttavia, non vivremo biologicamente per sempre. Cominceremo a sentire come cambia il nostro mondo, che acquisirà gradualmente le qualità del mondo superiore.

Nella misura in cui ognuno di noi e tutti noi assieme saremo corretti nell’unico sistema, cambierà anche la nostra percezione del mondo. Quando ascendiamo dal primo livello del mondo spirituale al secondo e dopo al terzo, andiamo da un mondo a quello successivo; e quando raggiungiamo lo stato della correzione totale nella interconnessione comune, il nostro mondo sarà distrutto.

È scritto: “Seimila anni di occultamento e un anno di distruzione”. Sarà nel settimo millennio. “Il mondo sarà distrutto” significa che questo mondo sparirà dalla nostra sensazione perché noi lo percepiamo nel nostro egoismo comune. Non appena il nostro egoismo si trasformerà in dazione ed amore, allora invece di sentire questo mondo, sentiremo il mondo superiore.

(Dalla lettura nella sala di “Kabbalah L’Am” dell’11.01.2011)

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Chi salverà quelli che affogano?

Domanda: A metà degli anni sessanta, c’è stato un incidente a Parigi, dove una persona è annegata in una piscina alla presenza di 150 testimoni perché nessuno è accorso per salvarlo. Se ci fosse stata solamente una persona, lui o lei sarebbe andata ad aiutarlo, ma in questo caso è come se la responsabilità si fosse diluita in 150 persone. Perciò, la legge che più persone presenti, ognuno di loro ha una minore responsabilità. Come può questa legge diventare integrale?

Risposta: Che cosa significa “garanzia mutua”? Io sono responsabile di tutti. Il generale e il particolare sono uguali in potere e influenza – questo è ciò che implica la legge della garanzia mutua.

Se all’interno del finale sistema integrale (e lo prendiamo come un punto d’inizio di ogni spiegazione) manca una piccola parte – io, tu o lui – non potrà funzionare. Non potrà funzionare al 100%. Si romperà non al 99%, né al 50%, ma l’intero 100% perché un sistema integrale implica la partecipazione assolutamente di tutti.

Alla fine la legge è tale che uno è uguale a tutti, uno è importante per tutti. Non c’è nessuno che si possa spostare da un’altra parte, che possa scegliere di non partecipare.

Nell’educazione integrale presentiamo un esempio molto semplice: Noi (tutta l’umanità) siamo in una grande barca. Se io faccio un buco sotto di me nella parte inferiore della barca, tutti affogano. Io posso dire: “Mi dispiace amici, sono affari miei. Io voglio affogare. O voglio fare un bagno. È tutto. Non ha niente a che vedere con voi. Che diritto avete di entrare nel mio territorio e ammonirmi, o darmi degli ordini?”.

Se esistiamo nella trama di una legge della natura – nella stessa barca, come l’Arca di Noè. Se uno ne fa un buco, tutti anneghiamo.

Ne risulta che la responsabilità non può distribuirsi tra tutti. Per ogni persona è la stessa responsabilità come per tutti gli altri! Per questo, ogni persona seduta intorno alla piscina che vede che qualcuno sta annegando deve immaginare che se non fa quell’azione, nessuno lo farà. E allora tutti si tufferebbero in acqua.
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(Tratto da “Lezioni sul nuovo mondo” n.8, 15.12.2012)

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