Una lotta per la Leadership?

Domanda: Quando degli egoisti non ancora corretti entrano nel gruppo, ci sono degli uomini tra di loro che dominano, prendono delle posizioni di comando, ed incominciano ad appropriarsi e a ridistribuire le risorse intellettuali, emotive o di altro genere che il gruppo possiede. Qual è il modo giusto di comportarsi con questo fenomeno che è il comando in una società completa ed integrata?

Risposta: Significa che questa è una “comunità”, non un gruppo! Dall’inizio, noi stabiliamo una serie di condizioni in base alle quali una comunità può essere chiamata gruppo, indipendentemente dal fatto che sia grande o piccola. Possono esserci dieci uomini, venti, trenta, o un milione.

Un gruppo è una comunità dove nessuno sta fuori. Ogni uomo deve integrarsi così tanto con il gruppo da diventare assolutamente un insieme con esso. La sua interazione con il gruppo consiste nel suo ingresso nel gruppo stesso e nel prendere il posto di cui sente di aver bisogno per portare il gruppo verso l’assoluta armonia.

In questo modo, ognuno cerca di rispondere alla domanda: “Cosa posso fare per rendere il gruppo armonioso, omogeneo, per assicurarmi che i rapporti tra tutti sia uguali? Se vedo dei possibili squilibri, li posso aggiustare, ridurli con il mio atteggiamento e la mia partecipazione in modo che non ci siano delle differenze e nessuno sia più grande o più piccolo. Deve esistere solamente questa connessione, in cui si raggiunge un tale livello di unione dove sentiamo che qualcosa di assolutamente nuovo appare”.

Questa unione è qualcosa di nuovo che nasce dalle singole individualità. Ed ha il diritto di esistere.

Noi sosteniamo questo modo di esistere. Ce ne prendiamo cura. E’ come se fosse il bambino di tutti noi. Lo pensiamo in modo tale che sembra inizi a separarsi da ognuno di noi e ad esistere al di fuori di noi. In conclusione, questa unione ci trascina in avanti così tanto che ognuno di noi perde la propria individualità egoistica ed acquisisce un’individualità completa ed intergrata dentro questa unione. Questa integrazione non esiste senza di me, e la mia partecipazione consiste nel renderla una cosa sola.

Allo stesso tempo, ognuno riceve l’influenza di tutti i membri del gruppo che lo o la sostengono e vincolano come se fossimo su di un’unica barca. Qui, un piccolo sforzo conduce ad un grande risultato.

Domanda: Come ti comporti con coloro che aspirano al potere e possiedono delle qualità da leader?

Risposta: Questa manifestazione dell’aspirazione al potere, queste qualità da leader, rappresentano un’aspirazione al potere su se stessi.

Domanda: Come fai a far cambiare strada ad un uomo che cerca in tutti i modi di comandare nel gruppo? Infatti, uomini come questi sono letteralmente in grado di combattere fino alla morte.

Risposta: Lo si fa attraverso la discussione. Fate un video del vostro gruppo, poi guardatelo con lo scopo di condurre tutti ad un’interazione completa, assoluta ed armoniosa. Discutete su chi deve essere spostato, chi deve essere innalzato, chi deve essere eliminato, chi deve essere avvicinato a chi, e come possiamo creare un meccanismo assolutamente integrale che possa collegarci come degli ingranaggi e che giri all’unisono, niente di più e niente di meno. Tutti devono fare uno sforzo in questa direzione.

Domanda: E’ questo lo scopo?

Risposta: Hai detto che ogni uomo va a lavorare e fa degli sforzi per raggiungere qualcosa. Noi stiamo raggiungendo questo!

Nel punto in cui siamo, stiamo rivelando la nostra natura egoistica, e adesso nessuno può dire che non siamo degli egoisti. Tutti riveliamo una enorme resistenza egoistica interiore. Tutti dobbiamo lavorarci sopra.

Dobbiamo aiutarci a vicenda in questo e capire le persone che vanno più veloci. Qualcosa li riguarda in particolare. Sbagliano nel capire qualcosa. Hanno degli atteggiamenti diversi. Noi cerchiamo continuamente di appianare le cose e di integrarci tra di noi, senza sminuire o opprimere nessun altro (solo il nostro io).

Noi non sottolineiamo niente a nessuno. Discutiamo solamente le cose esternamente, e tutti si trattano reciprocamente con assoluta oggettività: c’è una cosa e c’è un’altra cosa. Gli uomini non si vergognano delle loro qualità positive o negative, perché capiscono che provengono dalla loro natura. Ciò che non proviene dalla natura è ciò che dobbiamo portare da noi all’integrazione attraverso il reciproco aiuto.
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(Da un “Discorso sull’educazione integrale” n.10 16.12.2011)

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