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Chi è l’insegnante per me?

Domanda: In quale punto dovremmo inserire gli studenti che studiano attraverso i corsi virtuali del Learning Center con gli studenti veterani e nei gruppi?

Risposta: Non penso che sia possibile restringere questa connessione in nessun modo. In generale, è meglio non intervenire; deve accadere da se. E sicuramente alcuni dei nostri amici con più esperienza dovranno assistere l’insegnante nel lavoro con i nuovi studenti, dando delle letture, rispondendo alle loro domande e aiutandogli a stabilire comunicazione con loro. Tuttavia, i veterani devono stare attenti a non mostrarsi come “grandi” perché facendolo possono indebolire l’immagine dell’insegnante agli occhi degli studenti e togliendo loro la possibilità d’imparare nella maniera corretta.

È possibile imparare solo da un “grande uomo”. Inversamente, se vedi che è piccolo, allora tu sei già l’insegnante e lui il tuo studente. Quindi, è molto importante che gli assistenti non spicchino, ma rimangono come assistenti dell’insegnante e mostrino rispetto per l’insegnante. Daranno un esempio agli studenti e aumenteranno il rispetto per l’insegnante ai loro occhi, e questo aiuterà gli studenti a ricevere di più da lui.

Dopo tutto, la saggezza nella Kabbalah, il materiale è compreso in base all’importanza dell’insegnante. Più si annullerà lo studente davanti all’insegnante, più sarà considerato un buon studente. Qui non stiamo parlando di conoscenza imparata con l’intelligenza, ma specificamente quanto piccolo mi sento in confronto all’insegnante, o a quanto sia grande l’insegnante in confronto a me. Più sarà grande la breccia che ci divide, più abbondanza scenderà su di me. Non c’è una maniera per misurare l’abbondanza in se. Io determino la sua intensità precisamente in base alla stessa grandezza alla quale io elevo l’insegnante ai miei occhi. Questo è molto importante. Gli assistenti devono costruire correttamente la relazione dei nuovi studenti verso l’insegnante. Il successo dipende da questo.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 05.02.2012, Insegnamento della Kabbalah)

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Io cerco i miei fratelli

“La preghiera del povero” è esattamente quello di cui abbiamo bisogno se vogliamo andare a un’azione tale come un congresso nel deserto, a cercare la giusta carenza, la necessità. Dopo tutto, non abbiamo bisogno di altro oltre la carenza. Esistiamo nella Luce di Ein Sof, nel desiderio di donare del Creatore. Ma non abbiamo un vaso che possa ricevere questa dazione.

Ma è questo di cui abbiamo bisogno. Come possiamo essere sicuri che il Creatore desidera donare a noi? La Torà parla dell’inizio del percorso spirituale: “E un certo uomo lo trovò, e si trattenne, stava vagando nei campi. E l’uomo gli chiese: “Chi cerchi?” e lui disse “I miei fratelli” – la connessione con gli altri. Come possiamo raggiungere questa connessione se tutti sentono odio verso gli altri e non sanno dove sono, non comprendono di mantenere la loro bestialità, andando nei campi a caccia o con il gregge, mentre colui che vuole somigliare al Creatore sta cercando un umano (che somiglia al Creatore) e vuole vedere la parte “umana” in un altro?

Come risultato la persona inizia a scoprire l’esilio, il Faraone, e il bisogno di lasciare il suo controllo. Tutto questo è rivelato nella connessione tra le persone.

Perciò, se vogliamo andare fuori, a “un campo benedetto dal Creatore”, per poter fare questo lavoro e per sentire che siamo nel deserto e raggiungere la connessione, allora, in quella connessione possiamo rivelare che ci odiamo l’uno con l’altro e che il Faraone, quel serpente, è tra di noi.

E questo evocherà in noi la richiesta di aiuto al Creatore. Speriamo che questo accada.
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(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 02.02.2012, Lo Zohar)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.02.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Pri Chaham, Articolo Abbreviato
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Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 30, Articolo “La Hey di Mosè”, Punto 234, Lezione 67
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TES, Parte 6, Histaklut Pnimit, Punto 10, Lezione 27
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Argomento: Costituzione del Congresso di Arava
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L’educazione può sistemare un cervello assuefatto

Rapporto (dal Science Magazine dell’Università di Cambridge): “L’assuefazione alle droghe è il tema principale nella salute pubblica contemporanea, caratterizzata da un comportamento inadeguato per ottenere e consumare un numero sempre maggiore di droghe a scapito della salute individuale e della vita sociale e personale. Abbiamo scoperto delle anomalie negli strati frontali dei sistemi cerebrali implicati nell’auto controllo sia in individui dipendenti degli stimolanti sia nei fratelli biologici senza una storia di abuso di droghe cronico; questi risultati supportano l’idea di un sottostante endo fenotipo neuro cognitivo per l’assuefazione di droghe stimolanti”.

Il mio commento: Tutto dipende dall’educazione, perfino lo sviluppo dell’Uomo, cioè Adamo (dalla parola “simile” al Creatore) dall’ Homo Sapiens, o piuttosto, l’Uomo Eretto. È cosi perché l’educazione richiama l’influenza esterna. Ma l’educazione attraverso le fonti Kabbalistiche attrae l’influenza della Luce Superiore che cambia il programma di pensiero e connessione.
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