“Io sono Nero e Bello”

Il libro dello Zohar, Genesi 183: L’oscurità è il nero nella Torà, l’inchiostro nelle sue lettere. La luce è il bianco nella Torà, la pergamena sulla quale le lettere sono scritte. Quando la luce si veste nell’oscurità, è scritto riguardo alla Torà, “Io sono nero e bello”. Quando la luce, il bianco nella Torà, si allontana da lì, la Torà dice, “Non vedermi poiché io sono scuro”.

Dall’immagine del libro, le lettere nere su sfondo bianco, vediamo che è il colore nero che ci porta tutta l’informazione. Sebbene noi possiamo dire l’opposto; se noi entriamo nell’attributo della dazione nella Luce bianca dello sfondo del libro, noi studiamo la parte bianca in contrasto con il nero, non il nero su sfondo bianco, ma il bianco sul quale ci sono dei piccoli vuoti neri.

Quindi, sono state dette due cose riguardo la Torà: “Non vedermi poiché io sono scuro” e “Io sono nero e bello”. Da un lato, c’è la Luce, l’attributo della dazione e dall’altro c’è il desiderio, il vaso, l’attributo della ricezione. Quindi noi siamo in uno stato di ascese e discese quando sentiamo e studiamo il bianco in contrasto con il nero e viceversa.

Questo è uno studio nel quale l’uno completa l’altro e quindi ci abilita a vedere non nel nostro desiderio, non nell’attributo della ricezione, ma piuttosto dalla percezione del superiore, dall’attributo della dazione. Quando siamo nel nostro desiderio, noi agiamo dalle nostre lettere, dall’oscurità sullo sfondo bianco della Luce; ma se siamo incorporati nel superiore, come Galgalta ve Eynaim e l’AHP, impariamo dalla Luce di Ein Sof perché allora noi siamo incorporati in essa ed impariamo la Luce bianca che è nei libri e non il nero.

Quindi noi impariamo un attributo in contrasto con l’altro, fino a che non si completano a vicenda e le lettere completano lo sfondo bianco ed il bianco completa la parte nera delle lettere. Le lettere non scompaiono, ma tutta la Torà si trasforma pienamente nella Luce, come viene detto: “la notte risplende come il giorno”.
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(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 1.02.2012, lo Zohar)

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