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Il corso “Essere Uomo: “Il ruolo umano nella Nuova Realtà” – 07.02.2012

Kabbalah per il Popolo, Corso “Essere Uomo”: “Il Ruolo Umano nella Nuova Realtà
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Il segreto proibito è aperto a tutti i bambini

Domanda: Perché il Baal HaSulam “nell’Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot” scrive della parte proibita della saggezza della Kabbalah, che i Kabbalisti possono rivelare quello che appartiene ai “Sapori della Torà”, ma non possono rivelare la parte che appartiene alle prime tre Sefirot o “testa del Partzuf”?

Risposta: Anche se i Kabbalisti parlassero di qualcosa che è “proibito”, noi non capiremmo niente. È come parlare di qualcosa vicino ad un bambino senza avere il bisogno di fare attenzione perché il bambino comunque non ascolterà o capirà ancora niente; lui non connette le parole che sente ad alcun significato. Proprio come quando noi leggiamo il Libro dello Zohar, le singole parole sono comprensibili, ma per noi esse formano delle frasi senza senso.

“I segreti della Torà” non sono delle informazioni che ci sono attentamente nascoste, è semplicemente il nostro cervello, che al momento si trova su un livello bestiale ordinario, a non poterli percepire. Così per noi restano un segreto, come tutta la realtà. Per favore, ti è tutto rivelato, guarda! Vedi qualcosa? Chi è colpevole per il fatto che non hai i mezzi per percepire? Sviluppali e vedrai la realtà. È la stessa cosa quando si affrontano i “segreti della Torà”.

Noi studiamo nello “Studio delle Dieci Sefirot” quello che appartiene alla testa del mondo di Atzilut, la testa di Arich Anpin e sappiamo che ci sono le parti di RADLA (Reish delo Eiyada), le parti del suo “cervello” (Mocha de Avirah, Kruma de Avirah) che ci sono nascoste nella Luce superiore. Ma noi studiamo tutto quello che appartiene ai “sapori della Torà” e non i suoi “segreti” in questo sistema. La differenza è che i “sapori” si relazionano ai pensieri dell’essere creato ed i “segreti della Torà” si relazionano ai pensieri del Creatore.

Potrebbe non esserci alcun punto che menziona questo, se non ci fossero persone che reclamano che è proibito studiare la saggezza della Kabbalah perché è un segreto. Non ci sono segreti in essa, al contrario, la saggezza della Kabbalah ci rivela la realtà! Non rivela dei “segreti proibiti”, per rivelare i segreti devi raggiungerli tu stesso per preparare i tuoi vasi, i tuoi desideri, i tuoi vasi di percezione. Se tu prepari tutti i desideri che appartengono alle sette Sefirot più basse (ZAT) nella piena elevatezza della scala spirituale, allora cominci a scoprire la loro parte superiore (GAR). Tu sarai pronto per questa rivelazione e scoprirai questo segreto tu stesso.

Ogni grado dei 125 gradi è diviso in due parti: la parte superiore e quella inferiore (GAR e ZAT). La parte inferiore di ogni grado può essere raggiunta ed è una grande virtù se una persona la realizza perché allora scopre le azioni del Creatore come buono e benefattore. La Luce che è vestita nella testa del corpo del Partzuf è chiamata “sapori” come è detto: “Assaggia e vedi che il Signore è buono”.

Ma noi non scopriamo ancora la parte superiore, la testa del grado. Sarà possibile scoprirla dopo che la sua parte inferiore, il “corpo” sarà corretto. Persino la testa del livello più basso, Malchut de Assiya, è un segreto per il momento. Noi possiamo parlare di tutto quello che appartiene ai “corpi”, di tutto quello che appartiene all’essere creato, al suo lavoro ed alla sua correzione, ma è “proibito” parlare dei “segreti”, delle teste di tutti i gradi, ovvero è impossibile parlare di essi perché noi non possiamo realizzarli al momento e ci confonderebbero soltanto; questo perché cominciamo a discutere di un’area che non possiamo percepire. Non ci sono cellule e canali nel nostro cervello che possano percepire questa dimensione superiore, ma gradualmente noi ci sviluppiamo e ci avviciniamo alla sua percezione.

“Non rivelare il segreto” significa: “non mettere un ostacolo davanti ad un cieco”, ma lascialo avanzare gradualmente fino a che possa vedere. Proprio come noi insegniamo gradualmente ai bambini e li lasciamo sviluppare, è così che dovremmo sviluppare anche noi stessi.
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(Dalla 3° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 10.01.2012, “Lo Studio delle Dieci Sefirot”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Il Libro dello Zohar – La grande porta della Torà
Laitman blog: Sostare alla soglia

Lezione quotidiana di Kabbalah – 07.02.2012

Preparazione
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Scritti di Rabash, Articolo 19, Lezione 2
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Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Articolo “La Preghiera per i Poveri”, Punto 194, Lezione 56
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TES, Pagina 6, Punto 26, Lezione 18
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KFS, Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot, Pagina 345, Punto 79, Lezione 37
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Il plutonio di Fukushima ha fatto il giro del pianeta

Nel Notiziario (da Pubblicazione di Attivisti): “Uno studio pubblicato recentemente dal Giornale di Radioattività Ambientale conferma che la radioattività scaturita dal disastro nucleare di Fukushima ha raggiunto l’Europa, (Lituania), con incluso il plutonio, l’elemento creato dall’uomo (nanogrammo per nanogrammo) più mortale che esista.

“Secondo questo studio, la concentrazione rilevata dei radionuclidi indica che una massa d’aria a lungo raggio si è spostata dal Giappone lungo il Pacifico, il Nord America e l’Oceano Atlantico fino all’Europa Centrale, come indicato nel modello”.

“Quello che sta a significare è che tutte le regioni lungo il suo percorso – che include mezzo pianeta a nord dell’equatore – può essere stato contaminato in qualche misura dalla caduta di plutonio.

“Questo fatto diventa ancora più inquietante quando si considera che non esiste un livello di sicurezza e che il danno (secondo la scala umana del tempo) non si cancellerà. Che il tempo di dimezzamento del plutonio – 239 sono 24.200 anni e quello dell’uranio – 238 sono 4.460.000.000 anni, praticamente più lungo dell’età del nostro pianeta”.

Il mio commento; Ovviamente il futuro dipende dalla nostra capacità di costruire una buona connessione universale al di sopra del nostro egoismo. Altrimenti non avremo nessuna possibilità di sopravvivenza nel mondo che abbiamo creato per noi stessi.
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