La ricetta per la pace

Domanda: I movimenti estremisti della destra in Europa stanno diventando sempre più forti. Quando l’uomo non vede la soluzione ai problemi, tende sempre ad accettare l’apparente semplicità delle richieste radicali. Come possiamo presentare il nostro messaggio per contrastare questo?

Risposta: Prima di tutto ci sono molti fattori scientifici, ma gli scienziati non possono attualmente fornire una piattaforma seria, per cui la dobbiamo organizzare in maniera tale  che mostri il “granello” razionale delle nostre raccomandazioni.

Inoltre non dobbiamo dimenticare che, da una parte le tendenze radicali uniscono le persone, ma dall’altra conducono ai conflitti e alle guerre. Dobbiamo spiegare qui che queste tendenze sono contrarie alla natura, e che nelle attuali condizioni di connessione totale qualsiasi conflitto ci condurrebbe a delle implicazioni molto serie.

È per questo che l’Europa non può separarsi. Prima di tutto non è un favore della Germania. I tedeschi sono pronti a pagare milioni di euro per evitare questo, dopotutto loro sanno dove porterebbe questo: a perdere il loro mercato. Se ti isoli, il giorno dopo la tua economia inizia a soffocare, e allora tutti dopo perderanno e avverrà la  disintegrazione dell’Unione Europea.

Giorno dopo giorno diventa più chiaro che il protezionismo non è la soluzione ai problemi attuali. È usato in maniera molto limitata, ma nell’insieme, tutti capiscono il fatto di essere reciprocamente connessi e che questa connessione non può essere rotta. Potrebbe essere distrutta da una guerra, cioè da azioni estreme, ma non ci sono maniere intermedie.

Io spero che saremo capaci di preparare il nostro metodo e confezionarlo in modo che le persone riescano a capire l’idea di base. Noi offriamo “Proviamo insieme la sua efficacia”, “Continuiamo a svilupparla insieme”, come risultato dobbiamo creare una piattaforma che ci conduca alla connessione reciproca tra le persone a un livello qualitativamente nuovo, che è la base per tutti i cambiamenti che ci saranno nel mondo, nell’umanità.

L’ambiente è il fattore che porterà avanti il cambiamento nelle persone in un modo che le aiuterà ad adattarsi alla connessione che già esiste tra di loro, ad esservi d’accordo, a comprenderla e  non avendo scelta, a parteciparvi. Io non devo essere un angelo, semplicemente capisco che non c’è un’altra maniera, e che devo essere in buone relazioni con tutti quanti, e cerco di sintonizzarmi alla stessa onda anche interiormente: nei pensieri e nei desideri. Perché? Perché dipendo da loro.

Per ottenere questo è necessario solo l’influenza esterna, e tutti afferreranno l’essenza di ciò che sta accadendo. Le persone devono ricevere diversi esempi e spiegazioni, in modo che siano comprese  le linee guida del messaggio, e questo sarà sufficiente per portare dei cambiamenti positivi nel mondo.

Il nostro problema è l’egoismo. Nessuno dubita sul fatto che sia la forza negativa nel livello personale, nel livello politico e in qualsiasi altro livello. Dovrebbe essere solamente “dolcificato” un po’, è tutto. Se sentiamo la dipendenza reciproca tra di noi, sentiremo che non dobbiamo mentirci l’uno con l’altro e saremo capaci di essere d’accordo, anche a livello di governo, non per distruggere il pianeta.

Dipende tutto dall’educazione che dovrebbe basarsi su una semplice verità: dipendiamo l’uno dall’altro e non possiamo farci niente. Non c’è un’altra maniera, il mondo è diventato la nostra casa collettiva e in questa casa collettiva non c’è niente di più sensibile che essere d’accordo. Che altro modo potrebbe esserci? È tempo di smettere di chiamarla “utopia”, oggigiorno è già una necessità cruciale.

Abbiamo già parlato nelle Nazioni Unite e dell’UNESCO. In futuro presenteremo questa piattaforma al pubblico e ai suoi rappresentanti così prima riceveremo l’opinione degli esperti e lo impianteremo. Prima di tutto, e principalmente, dobbiamo aprire, sviluppare e adattare il metodo per l’umanità.

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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 01.01.2012)

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