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Un salto nel futuro

Baal Hasulam, “La libertà”: “Può essere confrontata al caso di un uomo ammalato che, non desiderando obbedire alle prescrizioni del dottore fino a quando non sarà in grado di capire da solo come quei consigli lo cureranno, inizia a studiare medicina “ Costui potrebbe morire del suo male prima di imparare la medicina.

Supponiamo che io viva alla fine del mondo in una capanna in qualche remoto villaggio, e che ci siano un altro paio di famiglie come la mia. Passiamo il tempo a cacciare e a raccogliere la frutta ignorando qualunque cosa se non questo modo di vivere.

Ma improvvisamente della gente civilizzata proveniente da qualche nazione sviluppata viene da noi con tutto il suo armamentario di strumentazione e di utensili. A mio modo di vedere costoro sono come dei maghi venuti giù dal cielo.

La domanda è: Devo anche io passare tutto il processo che hanno seguito loro o posso ottenere la stessa saggezza, ragione e sentimenti assieme ai loro strumenti e perciò fare un balzo verso il mio sviluppo nel futuro? E’ possibile?

Certamente posso imparare come usare i loro strumenti. Non c’è bisogno di cervelli per questo. Invece noi stiamo parlando di uno sviluppo interiore che è sia di carattere emozionale che cognitivo: è possibile provare a superare il limite tra di noi e saltare oltre i secoli che la nostra gente e le nostre nazioni hanno vissuto?

Bene, è possibile, con l’aiuto della connessione tra di noi. Non una connessione apparente ed esterna, ma attraverso la vera connessione interiore, così da essere in grado di scambiarci rapidamente i nostri sentimenti ed i nostri pensieri. Non c’è la stretta necessità per ciascuno di passare tutti i livelli che altri hanno superato. Non partiamo da zero, ma siamo dipendenti dalla società per quanto possiamo acquisire.

Questa è la nostra salvezza. Questo è il modo di accorciare la via e di accelerare lo sviluppo. Invece  di imparare dai problemi, impariamo dalle altre persone e acquisiamo la saggezza.. Anche se nel nostro mondo i trasferimenti tra le persone non sono sempre dei potenziali positivi. Le persone che sono più collegate alla natura sono in effetti più sviluppate: sono più sensibili, più delicate e più vicine alla spiritualità se le confrontiamo al mondo “civilizzato”.

Ma la cosa principale è la stessa: riceviamo la ragione ed i sentimenti di coloro con cui ci uniamo, questo è vero anche al livello corporale di questo mondo, quindi ogni salto nelle nostre comunicazioni, nella connessione tra di noi, si riflette anche in una collaborazione mutua interiore. Di conseguenza l’umanità si sviluppa molto più velocemente; questo è stato rivelato nel modo più prominente nel ventesimo secolo, caratterizzato da una crescita velocissima dopo ere composte di anni relativamente “lenti”. Tutto questo è il risultato dei canali di mutua connessione che sono stati intessuti tra le persone, attraverso i quali si trasmettono i sentimenti e la ragione.

Di conseguenza anche noi, attraverso la connessione al gruppo giusto, possiamo acquisire la mente ed i sentimenti degli amici e quindi completare quanto non abbiamo potuto attraversare da soli. Di fatto, non c’è differenza tra chi è “grande” e chi è “piccolo” tra di noi. Posso acquisire da loro quanto non sarebbe mai stato alla mia portata da solo. Sono solo un punto in un campo di forze di un sistema generale. e da loro posso acquisire l’intero sistema integrale. Se non mi collego a loro, allora non esiste alcun posto dove possa sentire questa nuova dimensione.

Così come nel nostro mondo è di un certo beneficio connettersi agli altri, nella spiritualità questo è cruciale: acquisisco il vaso spirituale solo grazie alla connessione.

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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 27.12.2011, Baal HaSulam, “La libertà”)

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L’uomo non si arrende

La Kabbalah risponde alle domande sul significato della vita. In realtà questa domanda è molto importante, perché durante la mia ricerca per dare una risposta a questa domanda, prima di tutto esamino me stesso. Ho l’attitudine giusta verso la vita in tutto quello che faccio?

Io ho il desiderio per il piacere che mi porta a formarmi una famiglia, avere dei figli, aver cura di loro, il mio lavoro, il mio futuro, i miei genitori, il mio ambiente, la mia città, il mio paese, e forse perfino il mondo intero. Tutto questo per soffrire di meno.

In questa maniera, alla fine, mi fanno arrivare a diversi gradi di sofferenza. Nel migliore dei casi, ci sono portato dal come ne possa trarre profitto. E se tuttavia riuscissi a elevarmi su tutto questo? Se  smettessi di dipendere dalle sofferenze o dai piaceri e diventassi più obiettivo, come un uomo con la “U” maiuscola? Probabilmente sarei libero da questi legami. Dopo tutto, sono gli istinti animali a portarmi a formare una famiglia, e gli istinti sociali quelli che mi portano a seguire le leggi sociali. Che cosa farei se non fossi portato dalla sofferenza o dal piacere?

Oggigiorno sembro un animale che sia stato condotto passo dopo passo, spronato e forzato a rallentare con le due redini, di dolore e dolcezza. Sono come una bambola, un pupazzo, un meccanismo fragile senza l’opportunità di fare qualsiasi cosa di propria scelta, nemmeno un minuscolo pezzo del suo tragitto.

Allora, posso prendere queste redini? Se non posso, posso perlomeno analizzare la situazione, comprendere quello che sta succedendo e qual è lo scopo? Probabilmente sarebbe meglio che io chiudessi gli occhi e mi sommergessi in pratiche religiose o altro. Forze se mi sconnettessero dall’essenza, questo mi darebbe pace per il resto della mia vita.

È qui il punto in cui l’uomo non si arrende e si rifiuta, e ciò che più conta si manifesta in lui. Incurante del piacere, sofferenza, vergogna, orgoglio e altri metodi che lo conducono e lo controllano nella vita, cerca ancora l’indipendenza. “Qualsiasi cosa accada, accadrà, ma io devo trovare l’essenza. È qui che mi sento come un uomo. Non c’è un altro modo.” Abramo cercò persone come lui nell’antica Babilonia, e ne trovò alcune migliaia.

Questo è il criterio per l’umanità, che aiuta a determinare il livello in cui raggiunge il suo elemento animale e il livello nel quale è pronto per diventare Uomo.

Siamo capaci di accelerare lo sviluppo umano attraverso la divulgazione e l’educazione in modo che possa arrivare più velocemente a queste domande fondamentali? Essenzialmente, ai nostri giorni, è questo il lavoro “sociale”.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.11.2011, “L’essenza della religione e il suo scopo”)

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Ma dove sei vero uomo?

Domanda: Hai detto che durante il periodo della preparazione un uomo diventa un uomo, ed una donna diventa una donna. Cosa significa essere un uomo fatto? E come appare?

Risposta: Vedo molti pochi uomini nella nostra società. Le donne sono più naturali e vicine alla natura, ma non alla natura integrale.

Ed entrambi non hanno una comprensione sufficiente della psicologia, della tecnica del prendere le decisioni nella società integrale, di salire al di sopra di se stessi, dell’auto controllo. Non mi sto riferendo al controllo tipo quello che si ottiene sopprimendo se stessi ma all’auto-controllo in nome dell’unità, in nome dello scopo ultimo per cui ci si collega agli altri.

Queste sono lezioni pratiche molto importanti, penso che richiederanno molto tempo. Queste lezioni teoriche sono semplici, anche se la teoria di base è studiata assieme alla pratica.

Tratteremo su come dividere i nostri corsi, in quale forma, quali parti, per quanto tempo tenere i corsi, come funziona il loro processo, il loro curriculum, e quando un corso termina ed un altro inizia o se sono paralleli.

Abbiamo lavorato in linea di principio su questo sistema per molto tempo, e naturalmente questo si svilupperà di più mano a mano che ampie cerchie della società ci si assoceranno. Ma qui dobbiamo dare alle persone un’educazione molto generale.
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(Tratto dal “Discorso sull’Educazione Integrale”)

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