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Yeshivat Haverim Mondiale del 01.01.2012

Yeshivat Haverim Mondiale
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Le parole che vengono dal cuore

Domanda: E’ scritto che Israele affretti i tempi. Come possiamo farlo nella maniera più efficace e produttiva? Con l’aiuto della divulgazione? Dell’intenzione? Dell’analisi interiore?

Risposta: Lavorando su te stesso e sulla divulgazione esterna. Il lavoro interiore è l’unità tra di noi e nella divulgazione abbiamo bisogno di rendere il nostro messaggio sempre più comprensivo, per noi stessi e per gli altri.

Se l’uomo non sa di cosa parla, è meglio che se ne stia tranquillo, perché certamente non apporterà beneficio agli altri. In questo caso è vero che le nostre parole entreranno da un orecchio ed usciranno dall’altro. Il fatto è che non sono connessi con il cuore. Stiamo ancora “chiacchierando” e non ci siamo immersi in loro con i nostri desideri e sentimenti, diciamo semplicemente che non abbiamo ascoltato o letto.

Se metti te stesso, il tuo sacro desiderio, nelle tue parole, se fluiscono dal tuo desiderio per poi rivestirsi in esposizioni e giungono alle orecchie di un altro essere, allora questa catena si allunga dal tuo desiderio ad un altro, dopotutto il desiderio è il fondamento della creatura. Se le tue parole sono iniziate più in alto e le loro radici non raggiungono la cosa più importante, allora dall’altro lato non raggiungeranno lo scopo e svaniranno senza lasciare traccia nell’uomo. Ecco perché la nostra divulgazione è così debole.

Domanda: Allora cosa possiamo fare perché le nostre parole fluiscano direttamente dal desiderio, dal cuore?

Risposta: Tu hai appena risposto a te stesso. Esse devono venire dal cuore, dal cuore al cuore.

Se non senti cosa stai per dire, non dire niente e se lo senti, persino un linguaggio incomprensibile funzionerà. Questo perché c’è sentimento ed ispirazione in questo linguaggio incomprensibile ed il tuo compagno sentirà questo calore. “Questa persona non sa come esprimere se stessa”, penserà “ma io posso dire che tutta la sua vita è in questo”. I veri sentimenti vengono valorizzati e le parole vuote lasciano la gente indifferente non importa la tensione della voce.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 19.12.2011, Gli Scritti del Rabash, “La Libertà”)

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Lezione virtuale “Le nozioni di base della Kabbalah” dell’01.01.2012

Lezione virtuale “Le Nozioni di base della Kabbalah”
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L’anno della divulgazione di massa

Domanda: Come possiamo collegare quello che succede nell’aula a quello che succede nel mondo? Come possiamo raggiungere il mondo?

Risposta: Dobbiamo fare degli sforzi ed averne cura come una madre fa con il proprio bambino. C’è qualche altra soluzione? Voi sperate che venga scoperto qualche altro mezzo, ma non ce ne sono. L’equazione di due desideri avvolge tutte le leggi della Natura. Il canale di comunicazione tra due oggetti, due vasi, li uniforma ed allo stesso modo ambedue ne provano piacere.

La madre è un enorme vaso ed il bambino è un piccolo vaso, ma la madre crea un canale di connessione con i parametri richiesti. Noi dobbiamo agire nella stessa maniera, tuttavia non possiamo farlo. Per discendere dal proprio grado è richiesta un’enorme saggezza interiore. Questa è la cosa più difficile.

Posso esprimere in poche parole ad una persona che studia qui da 5 a 10 anni questo o quell’argomento. È un’altra cosa “uscire” e cominciare ad avvicinarsi alla gente. Non è facile e questo è quanto dovremmo fare oggi.

L’anno della divulgazione di massa è davanti a noi ed ecco perché abbiamo bisogno di pavimentare la strada, di sviluppare un corso di educazione integrale. Questo non significa solo distribuire un po’ di libri in più, abbiamo bisogno di creare uno “sbocco” dal quale tutti possano ricevere il nostro messaggio, riempirsi, cambiare e godere della vita.

Non dovremmo essere limitati ad un approccio formale: “Noi abbiamo fatto il nostro lavoro, il materiale è pronto, lasciamo che lo prendano, imparino e cambino”. No, siamo obbligati a prenderci cura dell’umanità ed a fornirle tutto ciò che è necessario, come il cibo per bambini ad un infante, come un fluido endovenoso ad un paziente. Questo è affidato a noi.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 19.12.2011, Gli Scritti del Rabash, “La Libertà”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 01.01.2012

Scritti di Rabash, Lettera 48
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Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 70 “Lasciate che la Terra produca erba”, Punto 91, Lezione 24
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Introduzione al Talmud delle Dieci Sefirot, Pagina 323, Punto 17, Lezione 11
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Rav Yehuda Ashlag “La Libertà”, Pagina 389, Lezione 14
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Il premio Nobel alla scoperta dell’energia oscura

Messaggio: Il premio Nobel è stato assegnato alla scoperta dell’accelerazione dell’espansione dell’universo per via dell’osservazione di stelle lontane e ultra nuove. Il cambiamento ha fatto scontrare la scienza faccia a faccia con l’energia oscura misteriosa, che compone il 75% della creazione dell’universo.

L’osservazione di questo processo di espansione dell’universo ha cambiato la  comprensione che ne avevamo. Adesso riconosciamo che l’universo, fino al 95%, è composto da oggetti dei quali non sappiamo niente, la cosiddetta materia oscura e energia oscura. Ciò che vediamo è soltanto il 5%. Questa scoperta è fondamentale e molto significativa per la cosmologia, è un grande richiamo per tante generazioni di scienziati.

Il mio commento: Sempre di più capiamo quanto  praticamente ancora non conosciamo niente del nostro mondo e che alziamo la polvere dal granito di un muro soltanto un po’, e questo rappresenta il materiale delle nostra scienza. Ma la scienza si trova in stallo non perché non ci sia un varco, ma perché il varco si può fare soltanto con il cambiamento della nostra propria percezione esterna nella sua forma immutabile, nella qualità della dazione, ma non nella ricezione dentro di sé, come oggi quando l’osservatore, cioè l’uomo, che è limitato dai suoi cinque organi sensoriali (gli strumenti), ne allarga soltanto il loro range, e con la ragione serve i sentimenti.

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