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Da un’unità interiore ad una esteriore

Domanda: Quali azioni ci aiuteranno durante il Congresso a focalizzarci verso il traguardo nel miglior modo possibile?

Risposta: Quando le persone aspirano internamente all’unità, sembra che lo esprimano poco all’esterno. Possono stare fermi, coccolarsi, cantare, fare qualcosa insieme, ma non esprimono esteriormente ciò che sentono dentro. Il lavoro interiore è il più intenso.

Quindi dovete decidere voi quale sia il posto dove stare meglio, con chi e come. Certamente dovrete cercare di stare insieme alla massa, con il vostro corpo e con la vostra anima. Tuttavia, se questo è un ostacolo per voi, se vi è pesante per età o per salute, potete stare fermi da una parte e non partecipare fisicamente alle attività. Questo non è importante. Ciò che conta è che tutto il tempo cerchiate di sentire il punto più alto di unità con gli altri, e al suo interno la forza superiore che esiste si manifesta in questo punto.
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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 4°

Cari amici per favore, fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

L’uomo non può ingannarsi sull’amore per gli amici, e dire che li ama anche se non è vero. Su questo punto può esaminare se realmente ha dell’amore per gli amici oppure no, ma con l’amore per il Creatore l’uomo non può esaminare se le sue intenzioni siano realmente “per il Creatore” o “per se stesso”.

– Rabash, Gli Scritti Sociali, “ Vieni al Faraone (2)”

La correzione della relazione dell’uomo con il suo amico è molto adatta per portarlo alla dazione verso il Creatore, perché questa relazione è incostante ed irregolare, le domande sulla relazione con il suo amico che lo circonda dovunque che è tornato. Pertanto, il suo cuore è molto più sicuro ed il suo obbiettivo è più vicino.

Il lavoro per la correzione delle relazioni dell’uomo con il Creatore è fisso e specifico, e non è esigente, ci si abitua facilmente e tutto quello che si fa per abitudine smette di essere utile.

– Baal HaSulam, Matan Torà (il Dono della Torà), capitolo 14

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Psicologi: perchè la gente è infelice

Nelle News (da psyfactor.org): “L’uomo moderno vive in un’era in cui, avendo tutto, si sente miserabile”.

Secondo gli psicologi il paradosso della miseria risiede nel fatto che alle persone non manchino i beni.

Gli essere umani per tanto tempo hanno sognato di non avere delle privazioni, dopo hanno capito che senza restrizioni il desiderio non esiste più, e come conseguenza si sentono infelici.

I giovani che soffrono di disturbi psicologici vanno a farsi vedere dagli psicologi e sono imbarazzati nel dire che hanno tutto ciò che vogliono. Claude Shauder, psicologo e psicanalista dell’Università di Strasburgo, afferma che non hanno una mancanza.

Secondo Serge Lesourd, capo del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Strasburgo, nella nostra società moderna, nella quale le persone possono avere tutto quello che vogliono, sentono la mancanza di cose che non hanno valore, come per esempio l’amore.

Sigmund Freud diceva che non ci può essere niente di più duro di una serie di giorni senza nuvole. La felicità e la differenza tra lo stato d’infelicità e lo stato in cui siamo felici, Lesourd ha enfatizzato che ottenere la felicità personale sia il traguardo di ogni vita umana.

Il mio commento: Dato che la felicità può sentirsi solo nel processo di riempimento, il desiderio (la carenza)  e il suo riempimento dovrebbero sentirsi costantemente, il che nel nostro mondo è impossibile. Per arrivare a quello stato è necessario sempre combinare  in noi due qualità: il desiderio ed il riempimento,  e questo è quanto insegna la Kabbalah.

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