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L'”albergo” del Mondo Superiore

Domanda: Il punto di unione è localizzato tra l’unione spirituale e quella fisica? O l’unione fisica non esiste affatto?

Risposta: Qui l’unione fisica non fa differenza. Quando ci incontriamo, continuamente ed inconsciamente cerchiamo questo punto dentro di noi. Così incominceremo a lavorarci e a comprenderne il significato.

E’ importante considerare dove si trova il nostro punto di contatto. Ora, una volta raggiunto, abbiamo solamente bisogno di svilupparlo. E anche coloro che non lo hanno raggiunto possono arrivare a percepire questo contatto, in quanto si tratta comunque di un’acquisizione comune.

Adesso dobbiamo allargare questo punto a dispetto di tutti gli ostacoli. Dobbiamo capire che gli ostacoli hanno il significato preciso di allargare questo punto, per farlo crescere. Spero che entro i prossimi mesi formeremo da questo punto le prime dieci Sefirot, e questa sarà la prima dimostrazione della nostra anima.

In queste dieci Sefirot incominceremo a percepire le forze, il progetto, la corrente, l’ingresso e l’uscita della Luce. Cominceremo a percepire tutti movimenti che avvengono all’interno di queste Sefirot come in un organismo vivente, e cominceremo a vivere la nostra  vita interiore comune. Dentro di noi nascerà un’anima, più che un semplice punto di contatto. Il Creatore ha creato una sola creatura, ed ognuno di noi comincerà a percepirvisi. In altre parole sarà il nostro “albergo”.

E piano piano inizieremo a percepire i nostri corpi fisici come qualcosa che ci accompagna. L’allargamento del punto di unione, l’espansione di questa qualità più elevata comincerà a prevalere su ogni cosa in una misura tale, che praticamente non ci assoceremo più ai nostri corpi. Ci percepiremo come esseri viventi solo all’interno del punto di unione. Nel frattempo i nostri corpi si ritroveranno ad essere sempre più distanti, senza importanza, e non necessari, fino a quando non si dissolveranno come se non esistessero.
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(Dalla serie di lezioni virtuali della domenica dell’11.12.2011)

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I liberatori

L’aiuto dall’esterno, dagli amici dal gruppo, dall’insegnante e dai libri è una condizione necessaria che devi vedere a guisa di forze esterne che appartengono alla tua anima. Ogni cosa fuori dall’uomo è la sua anima.

Se cerchi di collegarti con queste forze e chiedi loro aiuto per uscire da te stesso, dal tuo ego, vedrai che in tutta la tua anima, che esiste attorno a te, non c’è parte più importante ed intima dei tuoi amici. Solo queste forze esterne possono tirar fuori l’uomo dalla cella in cui è imprigionato, liberarlo dalle manette del suo ego.

Ora è chiaro perché il gruppo e l’amore degli amici siano così importanti, dopo tutto sono le cose a te più vicine, le parti speciali della tua anima che ti sono state date dal Creatore così che, con il loro aiuto, tu possa evadere da te stesso.

Più mi ci avvicino, più li cerco e li attiro verso di me: non faccio ad altri quanto trovo detestabile per me stesso ed amo gli amici come me stesso. In questo modo ottengo il recipiente della mia anima (la proprietà di donare), che mi appartiene.

Conformemente alla percezione della realtà, ogni cosa che vede l’uomo è vista entro l’uomo stesso. La sua vista ed i suoi sentimenti sono divisi in interni ed esterni, ma questo è solo una sua impressione, in seguito, alla fine della correzione tutto è connesso nell’uno. Al momento, questa divisione si verifica in tutti gli elementi e il suo utilizzo corretto è a guisa di un trampolino per il mondo spirituale.

Ecco perché il Baal HaSulam scrive nella “Prefazione al libro dello Zohar” quanto dovremmo essere molto grati al Creatore per aver diviso la nostra realtà in interna ed esterna. L’ha fatto in modo tale da permetterci di vedere un mondo esterno a noi anche se in realtà tutto avviene al nostro interno. Ci sembra esterno, e anche se è un’illusione, questo ci aiuta psicologicamente a trattare il mondo come  se fosse composto da forze strane ed esterne, usarlo per uscire dal nostro ego e raggiungere la dazione.

Mi è stata data l’illusione che la tutta mia realtà sia divisa in me e quanto è fuori di me, che non è mio. Seguendo una forma simile posso immaginare l’ego, nel quale esisto, e l’intenzione di donare, nella quale non esisto ancora, come nell’esempio della realtà divisa in modo immaginario in una parte interna ed esterna. E poi posso lavorarci.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 16.12.2011, Gli Scritti di Rabash)

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La felicità è andata in crisi

I sociologi Gallup: La crisi in Europa e negli Stati Uniti si è imbattuta nella soddisfazione della vita. Gli scienziati dividono la popolazione in tre gruppi cioè “soddisfatti della vita”, “lottatori” e “sofferenti”. In Europa vi è un crescente divario nella quantità di soddisfazione di vita tra paesi ricchi e poveri. La maggioranza dei “soddisfatti della vita” si trovano in Danimarca ed in Olanda. Mentre la maggior parte degli insoddisfatti nell’Europa occidentale sono i bulgari, i rumeni e gli ungheresi. Ma adesso la crisi del debito, la diminuzione dei profitti, la disoccupazione ha portato nel gruppo dei “ sofferenti” un altro quarto di greci e portoghesi che prima erano sufficientemente soddisfatti.

Il mio commento: Alla fine dei conti scopriamo l’umanità in uno stato semi buio ed in una completa depressione, questo è il risultato del suo stesso progresso. Ma è importante riconoscere che questi tempi non riguardano una fine, ma un nuovo inizio. Però a differenza delle situazioni precedenti, è difficile qui vedere un futuro, in quanto è opposto alla nostra natura egoistica e per questo necessita di nuove caratteristiche delle conoscenze, cioè l’educazione integrale.

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Separati sotto un flusso di luce

Domanda: Quando parliamo dell’amore per gli altri questo suona banale alla maggiorparte delle persone. Come possiamo trasmettere loro il nostro messaggio?

Risposta: Non parlategli direttamente dell’amore per gli altri.Invece spiegate le leggi del sistema integrale che richiedono una mutua connessione più forte tra di noi. C’è una separazione crescente nell’umanità e quindi c’è la necessità della correzione. Questo è il motivo per cui ci sentiamo sempre peggio.

Queste sono cose semplici che possono essere rappresentati tramite il grafico di una linea. Ogni giorno, abbiamo bisogno di aumentare la connessione tra di noi. Entro seimila anni dovremo aver unito tutti I nostri desideri. Oggi ci viene richiesto di collegarci ad un certo livello, diciamo X2 . Nell’anno 2012 la richiesta aumenterà al livello X3. Se non raggiungiamo questo livello affronteremo una sofferenza commisurata alla nostra incompatibilità con la natura.

Oggi stiamo sperimentando una crisi, una caduta ed è perferramente naturale che accada. Comunque possiamo invertire questa tendenza se facciamo salire il nostro livello di unità. Se operiamo in questo modo sentiremo una crescita invece che una caduta. Dipende tutto da noi.

Abbiamo la saggezza della Kabbalah che fu concepita per sviluppare il riconoscimento del male dentro di noi. Infatti più restiamo indietro, più diventiamo separati. La luce cresce mentre noi siamo più distaccati e disconnessi, e questo ci fa sentire sempre peggio.

La luce ci fà sentire il mondo come un unico globale ed integrale mutualmente connesso in tutte le sue parti. E di conseguenza sentiamo gradualmente che stiamo diventando sepre più opposti a questo mondo integrale. Così non stiamo parlando riguardo all’amore ma delle leggi della natura e del suo sviluppo.

Dopo il congresso di Dicembre vedremo che il mondo peggiorerà molto più in fretta. Da parte nostra, potremo accelerare lo sviluppo in modo positivo, e dobbiamo fare ogni sforzo per ottenerelo.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’ 29.11.2011, “L’essenza della religione ed il suo scopo”)

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Non abbiate paura di fare il prossimo passo

Dalla nostra vita e dagli insegnamenti dei Kabbalisti, impariamo che nel mondo non esiste altra forza tranne il Creatore, il quale governa ogni cosa. La differenza tra noi ed il Creatore è enorme. La Sua posizione è totalmente opposta alla nostra.

Noi siamo completamente fatti di desiderio di ricevere per noi stessi, di godere e di attirare ogni cosa possibile verso di noi: questa è la nostra natura. Lui, invece, è il desiderio di donare, di far piacere agli altri: questa è la Sua natura. E lo scopo della creazione che Lui ha stabilito è di farci arrivare al Suo stato: lo stato più elevato ed eterno di perfezione.

Il rapporto che c’è tra un uomo ed il Creatore è come quello che c’è tra un bambino ed i suoi genitori. Se un genitore vuole insegnare al suo bambino a camminare, gli fa vedere come fare: mette il bambino sul pavimento, lo aiuta a stare saldo sulle sue gambe, e poi lo lascia andare. Il bambino si trova in mezzo alla stanza: può stare in piedi, ma non riesce ancora a camminare! Così piange senza sapere cosa fare.

Va in confusione ed ha paura che tutti lo lascino da solo. Non capisce che è rimasto da solo per fare un passo in avanti! Nonostante tutto, dobbiamo farlo in questo modo, perché altrimenti il bambino non imparerebbe a camminare.

E allora il bambino fa un passo in avanti e noi lo afferriamo subito. Fa un passo! Barcolla in avanti, ma prima di cadere, noi lo prendiamo, lo rimettiamo sui suoi piedi e lo lasciamo andare. Traballa ancora e non sa cosa fare, ma non c’è altro modo- o cade dove si trova o fa un passo insicuro in avanti, così che noi possiamo afferrarlo ancora. Così, tentativo dopo tentativo, impara a fare i passi da solo, all’inizio afferrandosi a qualcosa, per poi camminare un pochino per volta.

Il nostro mondo è un’istantanea del mondo spirituale. E’ costruito dentro il nostro egoismo, e tutte le azioni riflettono le azioni del mondo spirituale, ma in forma capovolta. Quindi, attraverso questo esempio, possiamo comprendere cosa ci succede in questa vita ed in che modo la forza superiore che si trova sempre davanti a noi ci insegna ad andare avanti per superare la distanza che ci separa dal Creatore.

Da una parte, la distanza è enorme. Ed ogni volta ci sentiamo come un bambino che non sa cosa gli sta succedendo e perché gli è successo a lui, dov’è il suo sostegno e perché è stato lasciato solo. Perché dopo un buono stato arriva uno stato così brutto?

Ma se percepiamo il comportamento del Creatore nel modo giusto e sappiamo come usarLo per bene, allora accettiamo questi stati non molto piacevoli con amore e felicità perché ci rendiamo conto che in questo modo cresciamo.
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(Dalla lezione 4 dal congresso mondiale della responsabilità reciproca del 7.12.2011)

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Lezione quotidiana di Kabbalah del 30.12.2011

Gli Scritti di Rabash, Dargot HaSulam, Lettera 554
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Il Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pag.69, “Che la Terra produca erba”, Punto 89, Lezione 23°
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KFS, Prefazione a Il Libro dello Zohar, Pagina 417, Punto 27, Lezione 11°
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KFS, Rav Yehuda Ashlag “La Pace”, Pagina 265, Inizia con “Perché lo scopo è indubbiamente costruito”, Lezione 6°
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ForeWord Magazine sul libro ”La Psicologia della Società Integrale”

Osservazioni favorevoli per “La Psicologia della Società Integrale” da un revisore dei libri leader internazionale.

Il libro “La Psicologia della Società Integrale” scritto da me e da Anatoly Ulianov sulla necessità di un‘educazione integrale e globale per risolvere la crisi, ha ricevuto commenti molto positivi nell’ultimo numero della rivista ForeWord , il secondo recensore di libri più importante del mondo.

La ForeWord Reviews è una rivista di stampa e servizio online che influenza le scelte dei lettori, librai, acquirenti di libri, addetti ai lavori editoriali e bibliotecari. La sua pubblicazione raggiunge un pubblico di 20.000, e il sito riceve una media mensile di 150.000 visitatori unici.

La Psicologia della Società Integrale” spiega le caratteristiche di una società integrata in cui tutte le parti contribuiscono al benessere e il successo della società. Questa, a sua volta, è responsabile e si prende cura del benessere e del successo dei suoi elementi, formando così l’unico modo sostenibile di vivere.

La ForeWord Reviews scrive: “Come società, passiamo così tanto tempo in competizione e cercando di bruciare le tappe che il semplice concetto di lavorare insieme suona rivoluzionario in sé …”

Leggi la recensione completa.
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Sintonizzarci bene alla giusta frequenza

Che cos’è il mio “io”? Io esisto, sento, vivo, e percepisco la realtà…Ma non so che cosa sia l'”io”. Io so solamente che è il modo in cui percepisco me stesso: c’è l'”io” e c’è l’ambiente. Da dove arriva questa sensazione? Arriva dal mio desiderio di ricevere. Io sento, in un modo o nell’altro, tutti i generi di piaceri e di mancanze, e sono parte delle mie percezioni, sensazioni, cognizioni e della mia capacità di comprendere.

Nell’insieme, i miei vasi formano il desiderio di ricevere. In una certa misura questi vasi sono pieni e in una certa misura sono vuoti. Il desiderio, che è diviso nei cinque livelli di sviluppo (inanimato, vegetale, animato, parlante e la radice), forma la sensazione del mio corpo specifico, della mia vita, del mio “io” e del mio ambiente. In definitiva devo conseguire l’essenza del mio desiderio con qualunque cosa vi si trovi dentro. Che cos’è il desiderio? Che cosa significa percepirlo?

Io ci sono dentro, e mi irradia la sensazione di se stesso e della realtà esteriore. La sensazione dell’io è il mio corpo. La sensazione della vita esteriore è formata da molti uomini e dall’intero universo. Tutto questo è delineato e presentato dentro il mio desiderio.

Queste cose dovrebbero essere chiarite alla luce del libero arbitrio: come le posso usare? Che direzione dovrei dare loro? Posso fare quello che voglio con queste sensazioni? O le posso usare solamente se prendo una certa direzione? Devo trovare la giusta “frequenza”, il giusto raggio di frequenze nelle quali potrò vedere il quadro completo e la strada per raggiungere lo scopo? In questo caso, tutte le altre strade sono chiuse. Non fanno per me.

A questo punto è necessario ricorrere ad un approccio molto delicato, un approccio che mi renderà capace di vedere il quadro nella giusta luce. Tutti gli altri percorsi mi forniscono dei quadri d’insieme falsi e distorti, e pagherò caro il prezzo di questa falsità. Il punto principale qui è di capire cosa dovrei fare e dove dovrei andare. Per riuscirci, mi devo sintonizzare sul raggio di frequenze più favorevole, scegliere la giusta inclinazione per vedere la mia realtà interiore ed esteriore. Questo approccio mi porta così alla sola azione possibile che dovrei compiere: quella della libera scelta.

Tutto il resto è irrilevante. Anche se non so nient’altro, non fa differenza. Il punto principale è che lo so. Tutta la mia vita ed il mio futuro dipendono da questo. Mettendo in pratica questo “sottile” principio, posso anche cambiare tutto il resto, in modo incisivo. Dovrei occuparmi di cosa è importante e non di tutto il resto, perché così non farei che confondere le cose.

Dunque, il libero arbitrio dovrebbe proteggermi dalle azioni false e dannose che richiedono un grande sforzo per correggerle. Devo raggiungere l’essenza nel modo più breve possibile e metterla in pratica.

A questo proposito Baal HaSulam spiega che ogni stato in cui mi trovo è diviso in quattro parti. Se conosco me stesso, mi trovo allora sotto il loro controllo. Queste parti o fattori sono:

  • La fonte;
  • Il principio fisso della causa ed effetto;
  • Il principio interiore della causa ed effetto;
  • Il principio della causa ed effetto delle cose esteriori;

La fonte è la natura che non cambia, l’essenza, che ho ricevuto ancora prima di arrivare a percepirmi qui e adesso. Un uomo potrebbe farsi delle domande a questo proposito come, perché, e a che scopo, ma non cambierebbe la realtà. Noi siamo quello che siamo e andiamo avanti percorrendo una strada a senso unico, dal principio alla fine. La strada che abbiamo attraversato è il passato, e non ha alcun senso protestare del passato. Tutto quello che dobbiamo fare è scoprire come rendere migliore il futuro.

Come per il principio della causa ed effetto, anche qui, come dice Baal HaSulam, non c’è niente che possiamo fare. Naturalmente, il grano crescerà da un seme di grano, ed il riso germoglierà da un seme di riso. Questi cambiamenti sono aggiunti alla fonte, la rivestono. Oltre alle iniziali informazioni che si trovano nei Reshimo, nelle “particelle informative” che contengono tutto, c’è anche il resto dello sviluppo, il secondo fattore che è anch’esso predeterminato. E questo significa che un uomo dovrebbe cercare il libero arbitrio nei fattori terzo e quarto.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.12.2011 “Il libero arbitrio”)

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La fine di un’illusione o il cambio di un paradigma

Tutto quello che riveliamo oggi nel nostro mondo si presenta sotto la forma corrotta della connessione che esiste tra di noi. In realtà non ci sono macchine, case o i livelli della natura, inanimata, vegetale ed animata, non ci sono uomini: non esiste niente di tutto questo.

Ci sono solo le cinque fasi dentro l’anima e le sue connessioni con le altre anime, e queste connessioni sono corrotte. Queste connessioni distorte danno al mondo la forma corrotta che vediamo, e poiché il mondo non può esistere in questa forma (poiché in definitiva è corretto), viene definito come un mondo artificiale, che per il momento esiste nelle qualità non corrette.

Non appena incominciamo a correggerlo, vediamo immediatamente un mondo ed uno stato corretto invece di un mondo e di uno stato non corretto, fino a quando non diventa il mondo dell’Infinito dove non ci sono limiti alla diffusione della Luce e tutto è corretto.

Alla fine o siamo dentro l’unica struttura dell’anima collettiva, o ci siamo come se fossimo divisi in una moltitudine di pezzi interconnessi. Quando questa struttura è unita, la chiamiamo infinito, completezza, questo è l’Infinito. E quando si presenta come se fossimo divisi in una moltitudine di pezzi e non viene percepita come un insieme, questa struttura la chiamiamo “mondo”, un certo livello di occultamento dell’Infinito. In sostanza vediamo sempre lo stesso Infinito, ma con una minore nitidezza e in una forma che è peggiore. Questi sono i mondi, i mondi dell’occultamento, ma vediamo sempre e solamente la connessione tra di noi.

Nel nostro mondo costruiamo delle cose diverse apparentemente artificiali: case, macchine e così via, e tutte queste cose sono anch’esse forme di connessione tra di noi. Al fine di aggiustare la separazione, la distanza, e la spaccatura tra di noi, dobbiamo costruire delle diverse connessioni artificiali. Invece di correggerci, siamo assorbiti con tutto ciò che riguarda l’esteriorità, e questa è la ragione per cui, da una parte, il nostro mondo si presenta sempre più corrotto e, dall’altra, straripa di cose che non servono.

Se avessimo l’intenzione di correggerci, non avremmo bisogno di tutta questa tecnologia, ma dobbiamo vivere in questo mondo nel modo in cui è organizzato per rivelare il fine, la spaccatura, la crisi e la mancanza di scopo che vi è e quindi prendere la direzione della correzione interiore. Questa è la rivoluzione che sta avvenendo nella nostra generazione, il cambiamento del paradigma.
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(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 15.12.2011, Lo Zohar)

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