Disastro in Giappone

L’opinione di R. Adgmov, blogger con 60.000 lettori: ” Attualmente si scrive molto sul fenomeno sociale giapponese dove si è verificato un disastro naturale fra i più crudeli. In genere, dopo un terremoto, incendi o inndazioni, si verificano saccheggi, razzie, arriva il caos e la sfrenatezza.

Così è stato a New Orleans, ad Haiti ed in Cile. Tutto ciò non è successo in Giappone. I negozianti hanno abassato i prezzi, i cittadini si sono aiutati fra loro, stringendosi attorno ai falo’, distribuedo cibo fra loro nel modo giusto e corretto, cedendo il loro turno nelle file.

I sociologhi spiegano questo comportamento con la natura particolare dei rapporti della società giapponese. I Giapponesi si sentono nella “stessa barca” parte di una sola rete sociale. In Giappone e’ inaccettato mostrare la propria condizione o esibire i propri sentimenti. E’ ovvio il tuo malessere. Tienitelo per te e non mostrarlo.

Il crimine nella nazione è ad un livello basso, la polizia è efficiente, il sistema di penalizzazione è molto umana e tende a restituire alla società colui che ha sbagliato. Se ne occupano le comissioni sociali locali e la società in generale.

Il punto essenziale, naturalmente, è che il popolo è unito, non a parole o per così dire, ma di fatto. Questa è una nazione unita e congiunta che si difende interiormente con l’aiuto dei criteri tradizioali, rapporti comuni e scambievoli ed tanta sensibilità per il prossimo.

Orna Kaland, professore in antropologia sociale, scrive sulla fame sofferta nel Giappone negli anni 1732, allora non si sono verificati episodi di sommosse, i primi a morire furono gli umini, gli ultimi- i bambini. Molto diverso dall’Africa, dove le prime vittime nei disastri e nella fame sono sempre i bambini, mentre gli uomini sopravvivono, perchè sono forti e si preoccupano di loro stessi!”

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