Capovolgere un albero secco nell’albero della vita

Il rapporto con l’ambiente si può costruire in vari modi. Puo darsi che un uomo investa nell’ambiente in modo quantitativo ma può anche in maniera qualitativa su di lui. Può darsi che egli non abbia investito molto sull’ambiente, mentre l’ambiente lo abbia molto influenzato. Egli, in effetti, non si è sufficientemente aperto verso gli altri, tuttavia l’ambiente suscita in lui interesse e riesce a stimolarlo. In questo caso, egli dovrà in seguito completare con la sua Yeghia (duro lavoro) per reintegrare l’ambiente.

Questo principio si esprime con la frase che per cosi’ dire il Creatore dice: “Mi sia prestato e rimborserò “. Possiamo ricevere ” a credito” le forze neccessarie per progredire, ma poi il debito sarà restituito impartendo a nostra volta agli altri.

Questo è chiaro entro la struttura dello stesso sistema, nel quale nessuno può progredire con la sua propria “forza motrice”. Possiamo immaginare questo sistema come ” l’albero della vita”, una specie di struttura gerarchica a forma piramidale: se non ricevo una spinta da coloro che si trovano sotto di me in questa specie di catena, non potro’ risveggliarmi da me.

In definitiva , devo investire sugli altri, sull’ambiente, sul gruppo. E mediante ciò divento più grande. E tutti quelli che si trovano sotto di me , mi risvegliano con le loro mancanze, e quindi evolvo attraverso le stesse mancanze da loro ricevute.

Ma queste mancanze sono iscritte sul mio conto, perche’ sono io quello che le ha sollecitate.
Vi sono inoltre delle mancanze, che non ho neanche stimolato, ma fanno sorgere questa preghiera (MAN) inducendomi ad avanzare e raggiungere quello che desiderano, analogamente ai bambini quando pressano i genitori. In questo modo ricevo un ulteriore sollecitazione, la quale dovrò poi sopperire con la mia Yeghia (duro lavoro). Poichè il mio risveglio lo devo a tutti coloro che si trovano nel sistema sotto di me.

In un sistema integrale esistono numerosi rapporti, dove tutti dipendiamo da tutti. Completiamo sempre la Yeghia reciprocamente, fino al punto che ciascuno è integrato con gli altri tanto da potere sollecitare tutti ed essere a sua volta sollecitato da tutti.

In questo modo egli riceve il contibuto da tutti! Ed è così per ciascuno.

A nessuno più mancherà qualcosa. Fino a tal punto il completamento è perfetto. Questo in definitiva è la compiutezza dell’assolutaYeghiia’, quando ciascuno ha dato la sua Yeghiià ricevendo in cambio l’intera pienezza, come nel detto: ” Ho lavorato ho trovato- credi!”.

(Dalla lezione sull’articolo di Baal Hasulam dal libro “Shamati”)

Discussioni | Condividi commenti | Fai una domanda




Laitman.it commenti RSS Feed