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Lezione quotidiana di Kabbalah – 06.10.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati 177 “Espiazioni”
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Libro dello Zohar, Pekudei (Quantità), Pag. 19, “Se il Signore non costruisce la Casa”, Punto 103, Lezione 5
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TES, Parte 6, Capitolo 15, Domanda 143, Lezione 8
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Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 627, Punto 144, Lezione 62
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Rav Yehuda Ashlag, Articolo “Pace nel Mondo”,“Difficoltà pratiche nel determinare la Verità”
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Capovolgere un albero secco nell’albero della vita

Il rapporto con l’ambiente si può costruire in vari modi. Puo darsi che un uomo investa nell’ambiente in modo quantitativo ma può anche in maniera qualitativa su di lui. Può darsi che egli non abbia investito molto sull’ambiente, mentre l’ambiente lo abbia molto influenzato. Egli, in effetti, non si è sufficientemente aperto verso gli altri, tuttavia l’ambiente suscita in lui interesse e riesce a stimolarlo. In questo caso, egli dovrà in seguito completare con la sua Yeghia (duro lavoro) per reintegrare l’ambiente.

Questo principio si esprime con la frase che per cosi’ dire il Creatore dice: “Mi sia prestato e rimborserò “. Possiamo ricevere ” a credito” le forze neccessarie per progredire, ma poi il debito sarà restituito impartendo a nostra volta agli altri.

Questo è chiaro entro la struttura dello stesso sistema, nel quale nessuno può progredire con la sua propria “forza motrice”. Possiamo immaginare questo sistema come ” l’albero della vita”, una specie di struttura gerarchica a forma piramidale: se non ricevo una spinta da coloro che si trovano sotto di me in questa specie di catena, non potro’ risveggliarmi da me.

In definitiva , devo investire sugli altri, sull’ambiente, sul gruppo. E mediante ciò divento più grande. E tutti quelli che si trovano sotto di me , mi risvegliano con le loro mancanze, e quindi evolvo attraverso le stesse mancanze da loro ricevute.

Ma queste mancanze sono iscritte sul mio conto, perche’ sono io quello che le ha sollecitate.
Vi sono inoltre delle mancanze, che non ho neanche stimolato, ma fanno sorgere questa preghiera (MAN) inducendomi ad avanzare e raggiungere quello che desiderano, analogamente ai bambini quando pressano i genitori. In questo modo ricevo un ulteriore sollecitazione, la quale dovrò poi sopperire con la mia Yeghia (duro lavoro). Poichè il mio risveglio lo devo a tutti coloro che si trovano nel sistema sotto di me.

In un sistema integrale esistono numerosi rapporti, dove tutti dipendiamo da tutti. Completiamo sempre la Yeghia reciprocamente, fino al punto che ciascuno è integrato con gli altri tanto da potere sollecitare tutti ed essere a sua volta sollecitato da tutti.

In questo modo egli riceve il contibuto da tutti! Ed è così per ciascuno.

A nessuno più mancherà qualcosa. Fino a tal punto il completamento è perfetto. Questo in definitiva è la compiutezza dell’assolutaYeghiia’, quando ciascuno ha dato la sua Yeghiià ricevendo in cambio l’intera pienezza, come nel detto: ” Ho lavorato ho trovato- credi!”.

(Dalla lezione sull’articolo di Baal Hasulam dal libro “Shamati”)

L’università aperta del mondo integrale

Se la natura ci sta dicendo che dobbiamo avanzare verso una società globale e integrale e di essere in equilibrio come un corpo, vivendo nella legge della garanzia mutua, allora dobbiamo capire come portarlo a compimento. E sembrerebbe che ci siano diversi metodi per farlo.

La scienza della Kabbalah lo mette in questa maniera: Procediamo a piccoli passi. Non possiamo fare programmi per migliaia di anni o per l’intera ,presupposta,  durata dell’esistenza umana. Vediamo quello che c’è da fare oggi.

Prima di tutto, ogni persona di questi sette miliardi di persone che vivono in questa terra deve capire quello che significa vivere in un sistema globale e integrale. Iniziamo ad avvicinarci uno con l’altro e a sviluppare questa vicinanza. Le leggi di questo sistema integrale, le cui parti devono essere interconnesse.

Dopo tutto, siamo interconnessi, ma non lo desideriamo e quindi ci troviamo in un grosso problema, come una famiglia che si sta separando. Comunque, mentre un marito e moglie possono divorziare, noi non abbiamo questa possibilità. Non esiste nessun luogo dove io possa scappare dalla terra, e quindi devo procurare il buon andamento della famiglia, di tutti i sette miliardi di membri locatari.

Dobbiamo iniziare con le spiegazioni di come creare un ambiente buono e gentile. Dopo tutto, dalle esperienze delle nostre vite e dalle ricerche, vediamo che essenzialmente, l’ambiente forma la persona. Non importa dove metti una persona, il suo ambiente di oggi sarà lui domani.

Questo significa che alla fine della giornata le persone devono creare un “guscio” intorno a loro, fuori dai mass media, la cui influenza preparerà l’umanità all’integralità in modo che possa avanzare nella direzione della garanzia mutua.

Facciamolo perché è estremamente necessario. Prima di tutto, riusciremmo allo stesso tempo a ridurre problemi sociali come la violenza, le droghe, la nascita dell’ insoddisfazione, il terrorismo, problemi di famiglia e altro ancora. Per iniziare, assumiamoci la responsabilità di studiare la globalizzazione, della quale tutti parlano, e l’integrazione, di cui tutti sappiamo di essere avvolti. Scopriamo cosa sia.

Apriamo un’università in tutto il mondo che permetta alle persone di comprendere il nuovo mondo. Questo studio dovrebbe farsi tutto il tempo, dall’infanzia fino alla vecchiaia perché le persone sono in questo sistema attraverso tutta la loro vita, e questo sistema si prende cura di loro in ogni area delle loro attività.

In questa maniera educheremmo e alleveremmo noi stessi con l’aiuto degli scienziati, psicologi, sociologi, politici, specialisti dei mass media, educatori, maestri di scuola, commentatori di radio e televisione, redattori di giornali e cosi via. Insieme alle notizie e al resto del “seguito” inizieremmo a parlare di questo creando uno spirito comune. E attraverso questo porteremmo dei cambiamenti in tutta l’umanità.
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(Da una conversazione su un nuovo libro, 11.07.2011)

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