Spostandosi verso l’economia del futuro

Domanda: Quale concetto economico fornisce l’idea della garanzia mutua?

Risposta: E’ difficile dire qualcosa riguardo all’attuale periodo di transizione. Noi dobbiamo lavorare insieme agli esperti. C’è l’economia che ha funzionato finora, e c’è l’economia della prossima fase, costruita sulla distribuzione equa e sul soddisfacimento dei bisogni primari. Una persona lavorerà per rifornirsi dei beni vitali nel senso comunemente accettato, mentre investirà i restanti sforzi nella crescita interiore perché li’ egli prova un appagamento, che alla fine diverrà infinito.

Noi decidiamo insieme come provvedere ai nostri bisogni primari, e quindi, man mano che avanziamo, vedremo come si ridurranno a quelli base.

Ma per il momento, il mondo deve vivere normalmente. Una persona ha bisogno di una casa, una lavatrice, un frigorifero, un aspirapolvere, un letto, del mobilio, una scuola per i suoi bambini, una pensione, delle vacanze, un’assicurazione sanitaria e cosi’ via.

Tuttavia tutto ciò è richiesto fino al grado necessario per l’esistenza, considerando che tutte le nostre intenzioni aspirano alla garanzia reciproca. Questa è la più sicura garanzia in se stessa: quando io sono certo che tutti si prendono cura di me, io mi sbarazzo delle mie preoccupazioni personali. Noi dobbiamo aiutare ogni persona così che essa possa non pensare a se stessa.

Per questo noi abbiamo bisogno di un’economia, banche, commercio e programmi di reciprocità – tutto ciò che è necessario per provvedere a sette miliardi di persone e per risolvere problemi e fare compensazioni in caso di incidenti imprevisti ed insuccessi. In breve, abbiamo bisogno di sistemi su vasta scala, ma che lavorino sul principio della complementarietà piuttosto che della competizione.

Di conseguenza, noi abbandoneremo gli eccessi. Diciamo, non cambieremo più la nostra automobile con una nuova così spesso se quella vecchia è ancora adeguata per l’utilizzo. O cancelleremo progetti scientifici costosi che sono inutili.

Il problema è la transizione, che è possibile solo alla condizione che noi lavoriamo insieme, mostrando agli economisti, ai sociologi e ai politici la prossima situazione mondiale. Allora capiranno che non c’è altra scelta che spostarsi dalla contrapposizione all’unificazione, e discutere i modi per uscire dalla crisi in modo da essere salvati dalla minaccia dell’annientamento. Loro devono diventare consapevoli di questo problema e allora saranno in grado di stilare un programma terapeutico di reciprocità.

Da parte nostra, noi dobbiamo influenzare il mondo il più possibile così la fase tradizionale non sarà così dolorosa. Questo dipende principalmente da noi. Dopo tutto, tutti gli altri stanno agendo automaticamente, sotto gli ordini dell’egoismo, che può essere smosso solo dai guai e, fino a un certo punto, dalla nostra influenza. E noi non ci stiamo rivolgendo alla mente delle persone, ma stiamo portando la nostra unità nella società umana, che diverrà un terreno favorevole. Allora loro improvvisamente percepiranno, “Qui c’è qualcosa che vale la pena ascoltare.” Perfino se non ne sapevano nulla prima, interiormente loro ammetteranno che noi abbiamo ragione.
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