Le basi instabili dell’Europa

Opinione: (di Joschka Fischer, Ministro delle Relazioni Estere e Vicecancelliere della Germania dal 1998 al 2005): “Poco a poco sta correndo il rumore, anche in Germania, che la crisi finanziaria potrebbe distruggere il progetto dell’unione europea nella sua totalità, perché dimostra, in maniera implacabile, le debolezze dell’eurozona e della sua costruzione. Queste debolezze sono meno finanziarie o economiche che politiche.

“Il Trattato di Maastricht ha stabilito un’unione monetaria, però l’unione politica, che è una condizione indispensabile per il successo della moneta comune, continua ad essere solo una promessa. L’euro ed i paesi che lo hanno adottato, adesso ne stanno pagando il prezzo. L’eurozona adesso riposa sulla base instabile di una confederazione di stati che si sono impegnati tanto nell’unione monetaria, quanto a conservare le loro sovranità fiscali. In un momento di crisi, questo non funziona”.

“L’Europa ha tre opzioni: cavarsela in qualche modo come prima, peggiorerà e prolungherà solo la crisi. Porre fine all’unione monetaria significherebbe distruggere lo stesso progetto europeo e causare una rovina incontrollabile. Infine, l’Europa potrebbe avanzare verso la vera integrazione politica ed economica, un passo che i leader di oggi non si fidano a fare, perché non credono nell’appoggio popolare necessario nelle loro comunità”.

Il mio commento: In qualsiasi modo vediamo la situazione attuale, è ovvio che senza l’educazione basilare della popolazione, sarà impossibile trarre una conclusione e fare delle azioni corrette. Per ottenere l’appoggio della gente sulla promozione dell’unità, per prima cosa dobbiamo spiegarle non solo la necessità locale, individuale, ma anche quella generale di unirci come se questa fosse la sfida della natura, la sfida dalla quale non possiamo scappare e che è superiore a noi. Questo in particolare ci obbliga non solo a creare un mercato comune (bazar) ma ad unirci davvero per motivi di sopravvivenza.
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