Un miliardo e trecento milioni di diseredati

Nelle news (del guardian.co.uk): “Un nuovo rapporto dovrebbe cambiare la maniera in cui consideriamo la povertà”.

“Più persone povere vivono nei paesi a reddito medio (PRM) che nei paesi a basso reddito (PBR) … Secondo Andy Sumner (dell’Istituto degli Studi di Sviluppo) … oggi, approssimativamente, i tre quarti del miliardo e trecento milioni di persone povere del mondo vivono nei paesi a reddito medio (PRM), mentre le restanti vivono nei paesi a basso reddito (PBR), la maggior parte delle quali in Africa.

Sumner accentua il contrasto esistente tra la situazione di oggi rispetto a quella di 20 anni fa, quando il 93% delle persone povere viveva nei paesi a reddito basso. Le persone povere, chiaramente, non si sono trasferite, anzi, i paesi nei quali vivono si sono trasformati da paesi a reddito medio (PRM) a paesi a reddito basso (PBR) …”.

“Il fatto è che la maggioranza delle persone povere vive in paesi che hanno preso forza economicamente, il che vuol dire che abbiamo bisogno di trovare una nuova maniera di aiutare i poveri in questi paesi (PRM), il che significa focalizzarci non soltanto sulla gente povera dei paesi poveri …”.

“Il mondo ha bisogno di trovare nuovi modi di aiutare gli altri paesi, di essere sensibile di fronte alla povertà persistente ed alla crescente disuguaglianza. L’epoca dell’aiuto così come lo conosciamo sta finendo. Speriamo che abbia luogo una nuova era di sviluppo cooperativo”.

Il mio commento: La tendenza è appariscente, ma spiegabile. Il fatto è che prima il mondo era egoista, lineare, ovvero l’egoismo univoco reggeva tutto; però, poco a poco, il nostro mondo sta cominciando ad essere integrale e pertanto nei luoghi più egoisti, diversi rispetto al sistema integrale della natura, la disparità tra il ricco ed il povero ha maggiore contrasto ed il numero di poveri sta crescendo. Questo continuerà finché la società comincerà ad essere integrale e si uguaglierà attraverso la lotta sociale.
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