Il popolo neccessita Garanzia Mutua

Giorni fa abbiamo inviato alla commissione Trachtenberg la nostra proposta per la risoluzione dei problemi sociali del paese. La nostra proposta è stata pubblicata nel sito ufficiale della commissione ed ha riscosso già numerose repliche e voti di sostegno. Questa la proposta:

La risoluzione a tutto. va cercata in una nuova attitudine – Garanzia Mutua!
Vediamo che insieme alla richiesta di un “equo” budget (bilancio di previsione), è neccessaria al popolo anche una giustizia sociale, non meno che una nuova distribuzione. Percio il “Movimento Arvut” (garanzia mutua),  questa è proprio la sua specializzazione, ha scelto di mettere in evidenza tale bisogno.

L’onda di queste sommosse, sono fenomeni esteriori che testimoniano le neccessità più profonde social- interiori, il desiderio di sentirsi parte di qualcosa di grandioso, sentire l’appartenenza ad una società equanime che difende, protegge il privato, il bisogno di qualcuno che ascolta, che prende atto delle nostre opinioni, ci prende in considerazione e si preoccupa di noi…La necessità di una percettività della garanzia mutua come in una sola e grande famiglia.

Questo documento espone a grandi linee l’unica atitudine che restituirà al popolo la sensazione di una giustizia sociale. Solo la creazione di un clima sociale nel quale siamo tutti una sola famiglia, seduta intorno ad una tavola rotonda per un scambievole dibattito che permetta di trovare una soluzione a lungo termine.

Gli occhi di tutti, oggi, sono rivolti alla “commissione della modifica economico- sociale ” a capo del prof. Trachtenberg, che ha il potere di risolvere i problemi dell’attuale contestazione e dare al popolo il senso di una giustizia sociale, di consenso generale, di solidarieta’. Conosciamo benissimo i pericoli di un’eventuale trasgressione del quadro budgettario.

Ma cosa potrà fare la commissione nella distribuzione per soddisfare richieste
così numerose ed una “torta” budgettaria limitata?

E’ chiaro che, non sarà possibile replicare al diluvio di richieste economico- sociali.
Il bilancio nazionale è fragile e non è abbastanza grande per soddisfare tutti, inoltre il mondo sta attraversando oggi una crisi economica che peggiora sempre di più, e potrebbe influenzare in modo negativo l’economia del paese, la dipendenza economica di Israele dai mercati esteri è alta. Un paese che esporta il 45% del prodotto lordo nazionale all’estero, è prevedibile che venga danneggiato da questa crisi e ciò si esprimerà in un calo acuto delle entrate date dalle tasse, con un aumento del debito pubblico nel caso non diminuissero le spese. L’accettazione sia pure in minima parte, delle richieste della ”giustiza sociale”, ci condurrà ad un aumento significativo delle spese pubbliche. Abbiamo di fronte, in questo caso, una via senza uscita.

L’ondata contestataria mondiale che ora è molto in voga, “la giustizia sociale”. Dicevo, quest’onda è presente anche in Israele si caratterizza anche per una necessità esistenziale come, il problema degli alloggi, le sovvenzioni agli studi, la salute, la vita cara e via dicendo, ma anche per problemi socio-interni come la modifica di patti consensuali e valori sociali.

Ed è proprio questa neccessità, che ha generato questa massiva partecipazione alla generale contestazione “delle tende”, anche di coloro che non hanno problemi di sopravvivenza.

Da un punto di vista prettamente economico, le richieste hanno un notevole costo finanziario che impone l’aumento del debito pubblico da ritenersi pericoloso per il mercato. Tuttavia, vi è una neccessità immediata di distribuire l’attuale ” torta budgettaria”, in modo almeno soddisfacente, una risoluzione temporanea ai bisogni basilari, immediati, dei settori più disagiati, bisognosi di aiuti urgenti, in accordo alle decisioni prese consensualmente intorno ad una tavola rotonda.

Le numerose richieste budgettarie, per quanto leggittime esse siano, non sarà possibile soddisfarle economicamente tutte, nel quadro coercitivo budgettario. E’ chiaro che la “coperta è troppo corta” ed ogni esigenza verrà a scapito di un’altra richiesta. Quindi , ci troviamo di fronte, “il gioco con l’ammontare (della cassa) zero” nel quale la vincita dell’uno corrisponde naturalmente alla perdita dell’altro.

Il ” finanziatore” principale del diluvio di richieste, chi dovrà subire maggiormente il carico, sarà la classe media, che oggi paga già la parte sostanziale degli introiti mediante le tasse. Sarebbe un’ulteriore colpo, senza contare la completa noncuranza, in questa manifestazione, alle sue esigenze, ciò colpisce la colonna vertebrale economica israeliana e dunque, è pericoloso per il mercato. Di nuovo arriviamo ad un vicolo cieco.

La soluzione all’impasse, si trova nell’istituzionalizzazione della nuova economia, economia sociale equilibrata, in una economia di garanzia mutua.

Il maggior risalto sarà dato alla procedura stessa e necessariamente le decisioni economiche saranno prese cercando un largo consenso, prendendo le giuste decisioni.

La sensazione di discriminazione per le doverose rinuncie, saranno in questo caso, sostituite da entusiasmanti e calorose soddifazioni alle quali dovremo dar vita, permetteremo così a tutti, di sentirsi come in una sola famiglia valutata per il 90% della soluzione economica. Una volta deliberato, si troverà forzatamente il 10% restante dal bilancio nazionale. Non solo tutto ciò accrescerà la sollecitudine alla rinuncia a favore dell’altro, ma si arriverà in seguito alla condizione che le persone vorranno da se dare il loro contributo agli altri.

Vale a dire, l‘ombrello della garanzia mutua crea un valore economico indicibile nel quale si cela la vera soluzione dei nostri problemi.

Da un punto di vista sociale, tocca alla commissione fornire al popolo un nuovo clima di giustizia sociale, altrimenti la delusione sarà terribile ed il senso di separazione e rottura sarà penoso da sopportare.

Per superare sia l’aspetto economico che quello sociale, si dovrà invitare al più presto
tutto il popolo ad un dibattito mezzo stampa collettivo e pubblico. La contestazione è del popolo e va risolta di fronte a tutto il popolo.

Si dovrà cercare di creare la sensazione di una sola famiglia nella quale tutti vogliono aiutarsi vicendevolmente e perciò rinunciano vicendevolmente. Non sarà possibile che ciascuno e tutti quanti, ricevano immediatamente quello che chiedono. Il dibattito collettivo sulla distribuzione del budget dovrà svolgersi nell’assoluta trasparenza per evitare eventuali impressioni e sensazioni di diversificazioni o di sfiducia che ora sono presenti.

Soltanto quando ciascun cittadino capirà e sentirà che fa parte di una grande famiglia, ed accetterà anzi sarà fiero di rinunciare a favore di un bambino malato e debole della famiglia. Questo dibattito collettivo dissolverà le resistenze e le opposizioni anche in coloro che cercano le separazioni e vogliono scongiurare il dibattito collettivo. La determinazione della scala delle priorità resposabilizzerà tutti.

Se non agiremo secondo queste regole, queste disposizioni, ogni settore sarà in qualche modo discriminato. La commissione finirà il suo mandato e distribuirà le risorse in maniera un po’ diversa da oggi, ma il senso di ingiustizia nel popolo non sarà risolto.

Solo un’attitudine basata su una reciproca solidarietà, che colloca tutte le parti in un collettivo dibattito nella collettiva accettazione delle decisioni, potrà sanare il clima che si è venuto a creare nel popolo.

La commissione Trachtenberg è obbligata a dare un esempio a tutto il popolo, come si può arrivare a sentirsi veramente come in “una famiglia”. I membri della commissione devono vivere questo spirito interiore del senso della famiglia e della giustizia sociale. Deve mostrare a tutti come si dibatte insieme sul futuro comune, impostando una volta per tutte una sola giustizia. Una vera giustizia può svolgersi solo entro un reciproco consenso, nella garanzia mutua. Oggi un cittadino avverte l’ingiustizia sociale, è infuriato perchè si sente “raggirato”, perché non riceve quello che chiede e crede che gli spetti.

Ogni tentativo di risolvere il problema senza riuscire a creare in ogni cittadino la sensazione che siamo tutti membri di una sola grande famiglia, non soddisferà tutti e porterà a contestazioni più violente. Il popolo deve percepire che i suoi rappresentanti lo servono, deve tornare a credere nel sistema e sentire che gli può dare speranza ed un futuro migliore.

La ristabilizzazione della giustiza al popolo, mediante il principio della famiglia riunita, si deve realizzare attraverso dibattiti collettivi aperti a mezzo stampa. Si può aprire al popolo un luogo per partecipare in modo attivo ai dibattiti, sia fisicamente, via internet o esprimendo la propria opinione con SMS.

Perché il popolo adempia al suo diritto a partecipare, sarà doveroso accompagnare i dibattiti con l’intervento di esperti che sappiano spiegare la complessità dei problemi economico-sociali con un linguaggio semplice e comprensibile. Questo processo educativo ed esplicativo inviterà il cittadino a prendere parte attiva al dibattito, accanto alla richiesta di prendere delle responsabilità su tale processo. La vera comprensione delle realtà – aiuterà a raggiungere il consenso – un consenso generale che restituirà un clima di partecipazione collettiva e con essa anche un senso di giustizia sociale al popolo.

Mobilitando anche la stampa sarà data la possibilità di creare prospetti che illustreranno i problemi, e soprattutto le proposte di soluzione verrannò spiegate per far capire fino a che unto siamo “tutti nella stessa barca“. Si possono usare pezzi teatrali, canzoni, incontri chiarificatori in tutto il paese – perché è importante capire che l’attitudine verso “una sola famiglia” che si riunisce attorno ad una tavola rotonda, predispone favorevolmente tutti, permettendo di risolvere i problemi in tempi netti e vincolanti.

Siamo, membri del “Movimento Arvut “(garanzia mutua), con esperienza collaudata in questo tipo di processi. Decine e centinaia di volte abbiamo sperimentato processi collettivi, nei quali pertecipano tutti, conseguendo il consenso collettivo, come una sola famiglia, che cambia l’equilibrio delle forze.

Quest’attitudine riduce le opposizioni nella società, associa tutti, immette un nuovo vento di giustizia ed attenua il fatto che il mio problema non sia stato risolto nell’ immediato.

La gestione di dibattiti con questa predisposizione è proprio il campo della nostra singolarità, così come abbiamo già iniziato a realizzare, sedendoci intorno ad una tavola rotonda nella tenda del “Movimento di Arvut” in via Rotshild.

Non si trattava di un’ “operazione instant” ma era neccessario istituire un processo consegeuente, metodico ed incessante e per lungo tempo, vigilando di mantenere un clima giusto nell’adempimento di tutto ciò, fino ad arrivare ad un vero consenso. Con questo saremo un esempio per tutto il mondo.

Ci troviamo nell’ora propizia, nella quale al governo ed in special modo alla commissione Trachtenberg è data l’occasione di condurre il processo sociale per costituire in Israele una società equa ed ancora più progredita.

Il “Movimento Arvut” (garanzia mutua) si vede impegnato a mettere a disposizione della commissione tutte le istituzioni a livello nazionale, sostenerla ideologicamente ed essere la “madre della famiglia” che apporta il clima giusto di  connessione nel popolo, per portare avanti un processo che istituirà alla fine e per tutti, il senso di giustizia sociale che permetterà di risolvere insieme i problemi fondamentali.

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