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L’ingarbugliamento delle tasse

Domanda: Molti economisti suggeriscono di svoltare a sinistra verso il socialismo e di aumentare contemporaneamente le tasse sui capitali in tutto il mondo. Quanto può essere realistico uno scenario come questo?

Risposta: Non servirà. Qualunque azione che non faciliti l’unione tra gli uomini si trasformerà in qualcosa di distruttivo. Sarà facile vederne gli effetti negativi. La sola azione che può essere vantaggiosa è quella che conduce all’unione.

Oggi, per compiere una riforma economica o politica, c’è bisogno di considerare le leggi del sistema integrale. Si deve spingere e tirare il mondo verso la completezza, verso l’unione. Questo è il solo modo in cui ce la possiamo fare. In caso contrario, niente funzionerà.

Non si tratta di una questione di tasse e di leggi, ma di approccio. Prendendo i soldi ai ricchi per darli ai poveri, si rafforza veramente l’unione? Mettiamo di distribuire tutto il capitale in modo uguale in modo che anche il ricco ne rimanga contento. Tuttavia, proprio il giorno successivo, vedremo che quello che abbiamo raggiunto è un completo fallimento. A livello materiale, la nostra riforma è stata su larga scala e molto significativa, ma il suo effetto spirituale è rimasto zero. Questo zero ci ritornerà in un forma negativa.

Oggi, il mondo ha bisogno soltanto di unione. Deve diventare uguale al Creatore. Lo abbiamo aiutato a percorrere il cammino dell’unione? Questo è tutto ciò a cui si riferisce la domanda.

Nell’ipotesi peggiore, se non ci sarà altra via d’uscita, gli uomini saranno portati all’unione per mezzo delle disgrazie e delle catastrofi. Durante le guerre, tutti si uniscono. Lo sappiamo bene. Se non vogliamo farlo con le buone, saremo costretti a farlo con le cattive.

Questo è ciò che richiedono le forze della natura: oggi, dobbiamo essere più uniti con gli altri di quanto lo eravamo ieri. Non ci siamo uniti? Bene, allora saremo spinti a farlo nella stessa misura. Questa pressione si potrà presentare sotto forma di povertà o, forse, di guerre, epidemie, e altri disastri.

La crescita quotidiana è definita dal livello di unione che abbiamo raggiunto. Questo è il solo criterio. Le azioni in se stesse non sono importanti. L’azione potrebbe anche sembrare negativa ma, se porta all’unione, il suo risultato darà dei vantaggi che ci faranno raggiungere una maggiore corrispondenza con la natura.

La natura ci incoraggia verso l’unione sia attraverso la sofferenza che attraverso un cammino piacevole, siamo noi a volerlo. La chiave è di appoggiare la garanzia mutua e di costruire i nostri calcoli nello stesso modo in cui viene fatto in una famiglia. Abbiamo bisogno di una reciproca attenzione per il benessere della casa e del mondo. Allora, tutto sarà in ordine.

Questo significa che, prima di tutto, abbiamo bisogno di raggiungere il consenso in tutta la nazione di coloro che sono interessati all’esistenza nel paese, inclusi i ricchi e i poveri. Ci possiamo muovere in avanti solamente per mezzo dell’educazione, senza alcuna spinta o costrizione.

C’è spazio per tutto: religione, credenze, punti di vista opposti. Lasciamo che ognuno rimanga con il proprio “bagaglio”. Ogni uomo deve accettare solamente un unico principio: siamo tutti una sola famiglia, un’unica nazione, nessuno può programmare di uccidere nessuno.

Possiamo avere un punto di vista diverso da quello degli altri, ma continuiamo a vivere in un’unica casa, ed abbiamo solamente un’unica “torta” per tutti quanti. Quindi, dividiamola con il massimo vantaggio per tutti.
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(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 08.08.2011 “La pace”)

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Global Yeshivat Haverim – 28.08.2011

Global Yeshivat Haverim
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Unity Day Mondiale – 28.08.2011

Unity Day Mondiale, Conferenza sul tema “Garanzia Mutua prima di tutto”
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Il Linguaggio dei Rami che connette i Mondi

Domanda: In accordo alla descrizione del “linguaggio dei rami”, che definisce la relazione tra la radice ed il ramo, sembrerebbe che siano certe forze o anche campi a connettere differenti stati.

Risposta: Un campo di energia è un determinato stato. In realtà il linguaggio dei rami connette il campo o dominio della ricezione a quello della dazione. Ogni parola è destinata ad indicare il cammino di uno stato ad un altro ed a portarci da uno stato all’altro.

Si evince che il linguaggio dei rami non spiega qualcosa su di un solo piano, ossia su questo mondo oppure su quello superiore, cioè sul piano della ricezione o su quello della dazione; piuttosto, ti mostra il cammino, come se ti trascinasse, desiderando portarti dallo stato della ricezione a quello della dazione.

La principale differenza di questo linguaggio è che ci porta ad un altro livello, mentre tutti gli altri linguaggi restano sullo stesso piano e non provocano un’ascesa al prossimo grado. Il linguaggio dei rami è chiamato così perché aspira ad elevarti dai rami alle radici. È costruito come un ascensore o come una gru. È per questo che indica la radice spirituale ed inoltre contiene il suo codice completo: TANTA (Taamim-Nekudot-Tagin-Otiyot), i dati interni della radice.

(Dalla terza parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 11.07. 2011, Talmud Eser Sefirot)

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I Kabbalisti sulla libertà di scelta, Parte 13

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La libertà del collettivo e la libertà dell’individuo sono uguali

Tutto il corpo scambia pensieri e sensazioni rispetto ad ognuno dei suoi organi. Se tutto il corpo pensa che uno specifico organo deve aiutarlo, quest’organo immediatamente conoscerà questo pensiero e fornirà la partecipazione contemplata. Inoltre, se un organo sente che il luogo in cui si trova è molto ridotto, il resto del corpo conoscerà questo pensiero e questa sensazione immediatamente e lo sposterà in un luogo più confortevole.

Tuttavia, se un organo è separato dal corpo, il corpo non conoscerà più le necessità dell’organo separato, e l’organo non conoscerà i pensieri del corpo, per beneficiarne a vicenda. Però, se l’organo si connette al corpo come prima, l’organo ed il corpo conosceranno ancora una volta i pensieri e le necessità dell’altro.

-Baal HaSulam, “Un discorso sulla conclusione dello Zohar”

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 28.08.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 22 “Torà Lishma (Per il Suo Nome)”
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Libro dello Zohar, VaYikhael (Mosè raccolse), Articolo “L’ Ascesa della Preghiera”, Punto 145, Lezione 9
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TES, Parte 2, Capitolo 2, Histaklut Primit, Capitolo Tre, Punto 23, Lezione 18
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Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 607, Punto 92, Lezione 43
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Scritti di Baal HaSulam “La Nazione”, Inizia con “Infatti, la scintilla del nazionalismo è rimasta dentro di noi…”, Lezione 6
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Contestazione giovanile

Dall’Europa arrivano numerose notizie sullle contestazioni giovanili.

In Svezia i giovani hanno assaltato stazioni di polizia scagliando pietre e bottiglie Molotov. Ora si teme che le contestazioni si sviluppino secondo il modello inglese.

Gli spagnoli non hanno permesso al Papa di entrare nel paese. Queste sono manifestazioni molto forti per un paese prettamente cattolico, ma quando il paese è in crisi, si può dire, che la spiritualità è l’ultima cosa a cui pensare. Uno spagnolo su cinque e adesso in cerca di lavoro.

Le sommosse in Britannia sono insurrezioni di giovani tra i 15-25 anni. Le autorità hanno incontrato nuove forme di teppismo nelle strade, organizzate da reti sociali. I tribunali hanno già cominciato a punire severamente, fino a 4 anni di carcere effettivo ai responsabili delle istigazioni pubblicate via Internet.

Il giornale francese “Le Monde” scrive : ” Tunisia, Egitto, Libia, Siria, Italia, Grecia, Britannia, Israele – lista di paesi i cui giovani, sono attirati da grandi avvenimenti. Invece di sport, musica, ciò che li unisce è la disoccupazione, disorganizzazione, la paura del presente e la preoccupazione del domani”.

La mia risposta: Arriva un momento in cui il governo non può più dirigere il popolo, popolo che troverà le forze per governarsi da se, perchè il mondo è già passato da un tipo di rapporto egoista individuale (diretto da una linea perpendicolare) ad un rapporto di mutua e totale dipendenza (diretto nella forma di una tavola rotonda).

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Mettiti nei panni degli altri

Domanda: Quando qualcuno cerca di alleviare le sofferenze di un’ altra persona, questo aumenta la distanza tra quest’ultima e la spiritualità?

Risposta: Può sembrare che quella persona soffrirà di meno, ma allora non si domanderà nemmeno per quale motivo esista la sofferenza. Questo significa che se io auguro del bene alle persone, io li debba forzare a soffrire?

Di base, il comandamento principale nella Torà è quello di “ama il prossimo come a te stesso”. Semplicemente mettiti nei panni degli altri. Per esempio: pensa cosa faresti se tu fossi il tuo bambino più piccolo e caro, e allora farai la cosa giusta.
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I Kabbalisti sulla libertà di scelta, Parte 12

Cari amici, fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La libertà del collettivo e la libertà dell’individuo sono uguali

Il beneficio di ognuna e di tutte le persone all’interno della comunità non si valuta in base alla loro bontà, ma in accordo al loro servizio verso il pubblico. Allo stesso modo, valutiamo l’attributo del male di tutti e di ognuno degli individui solo in accordo al danno che infliggono al pubblico in generale e non per il loro valore individuale.

Questo è dovuto al fatto che ciò che si trova nel collettivo è anche ciò che si trova nell’individuo. Il beneficio collettivo è il beneficio di ognuno degli individui …

Così avviene che … l’individuo non si vede danneggiato a causa della sua sottomissione verso il collettivo, poiché anche la libertà della comunità e la libertà dell’individuo sono la stessa cosa. E così come condividono in bene, condividono anche la libertà.

-Baal HaSulam, “La pace nel mondo

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Nascosto nella mia stessa ombra

L’uomo è stato creato con il desiderio di ricevere che aspira ad essere riempito, si sente imperfetto se ciò non avviene e vede tutto il significato della sua esistenza in questo. Oltre a questo, l’uomo non ha sensazione. Tutte le nostre sensazioni vengono esclusivamente dai piaceri che vediamo davanti a noi, cioè, da ciò di cui è costruito il nostro mondo. La realtà è composta dalle immagini dei piaceri che la nostra immaginazione ci dipinge.

Vediamo intorno a noi il mondo inanimato, quello vegetale, quello animato ed le altre persone, perché il nostro desiderio si compone di quattro livelli nei quali sperimentiamo le immagini di tutti i piaceri possibili; però se non vogliamo vivere tra queste illusioni e desideriamo vedere il mondo reale, dobbiamo vederlo non partendo dal desiderio di ricevere, ma dal desiderio di dare. Di fatto, è lì che troviamo la nostra radice e la nostra relazione con questa, cioè col Pensiero della Creazione, col suo programma ed il suo proposito. Il desiderio egoista però ci separa da tutto questo, dalla vera conoscenza, dalla sensibilità e dallo scopo.

Abbiamo un’opportunità unica di avvicinarci all’immagine reale, di mettere un velo sul quadro dipinto per noi dal nostro egoismo. Non è che dobbiamo smettere di vedere tutto questo, ma smettere di dargli tanta importanza come facciamo oggi. Invece di questo, dobbiamo cercare l’immagine delle radici che giacciono dietro, ciò che emerge nei desideri stessi se essi cambiano direzione dalla ricezione alla dazione.

Il desiderio è uno, ma tutte le sue parti (quella inanimata, vegetale, animata ed umana) devono trasformarsi in dazione ed allora vedremo le radici di questa immagine che viene vista nel nostro desiderio di ricevere piacere per noi stessi.

Questo viene fatto per mezzo “dell’ombra della santità”. Dopotutto, quando una persona si sforza per questo tipo di ombra, cerca di farla lei stessa, ma presto scopre che è incapace di farlo; trova che suo il volo dal desiderio di ricevere ed il cercare di mettere “un’ombra” su questo, ovvero provare a fare lo schermo, la restrizione ed il lavoro al di sopra di essa, è impossibile senza l’aiuto esterno. È richiesto un miracolo!

Un miracolo è qualcosa che è al di fuori delle mani della persona e non è disponibile direttamente per lei come un mezzo ovvio. Gradualmente arriva alla conclusione che la stessa radice, la forza superiore che vuole rivelare, deve aiutarla e darle l’occultamento.

Tuttavia, dato che la persona lo chiede per sua propria volontà, le viene contato come se avesse creato quest’ombra. Così occulta il suo desiderio di ricevere sempre di più, il che viene considerato come “non fare agli altri ciò che è odioso per te”, ed acquisisce la proprietà di Binà, dazione per dare (Chafetz Chesed).

Quando finisce il lavoro e si eleva al Monte Sinai al di sopra di tutti i suoi desideri egoistici, comincia a lavorare, anche a ricevere per dare, “nell’amare il suo prossimo come se stesso”. Gradualmente ogni desiderio diventa dazione e così via fino alla fine della correzione.

Tutto questo si ottiene per mezzo dell’occultamento o di quella che viene definita “modestia”. Si tratta del lavoro nel quale la persona cerca la maniera di occultare il suo desiderio di ricevere, di non utilizzarlo direttamente, in maniera egoistica e certamente di non utilizzarlo istintivamente senza pensare, ma solo dopo rigorose analisi e prove. Questa è la prima tappa del nostro lavoro.

Se l’essere umano in noi impara ad occultarsi dal desiderio di ricevere in noi, si separa da questo desiderio e si eleva al di sopra dello schermo. In questo momento, è connesso alla radice e compie dei calcoli al di sopra della ragione. Così continua il cammino ed avanza.
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Versione Audio

(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 25.07.2011, Shamati 39)