A loro non occorre la pace

Michael Laitman: L’articolo qui pubblicato (“Non occorre loro la pace” di Leonard Radzichovsky) dimostra ancora una volta che non c’è una risoluzione al problema del conflitto in medio oriente.

Io ho un’ opinione diversa: i valori di un’ antica saggezza di un antico sapere può offrire la risoluzione a tutti i problemi umani, risoluzione che inizierebbe in Israele, ed in seguito potrebbe “sollevare” ondate” in tutto il mondo, conducendo le persone alla consapevolezza della neccessità di una garanzia mutua, che è la condizione sine qua non, per potere risolvere tutti i problemi.

L’opinione di Leonard Radzichovsky: “La base per una pace tra gli ebrei e gli arabi (palestinesi) è molto semplice: Questi e quest’altri ricevano pari diritti, per la sicurezza, per la pace e per lo stato. In accordo alle decisioni dell’ ONU sin dall’ anno 1947, questa è l’unica base legale e internazionale per l’esistenza di Israele e dello Stato Palestinese.

Un accordo nel quale Israele riconoscerà il diritto ad un loro stato arabo (lo Stato Palestinese), e gli arabi da parte loro riconosceranno il diritto di uno stato ebraico, Israele.

Fra i due paesi saranno firmati accordi di pace, saranno fissati i confini e si creeranno rapporti normali con parità di diritti fra i due paesi  (questo vuol dire che israele non comprenderà più la Palestina, e se continuerà a farlo, sarà allora con accordi chiari e stabiliti).

Il confine sarà fissato secondo la decisione dell’ONU dell’1947 (risultato dalla guerra del 1947-1948), con una certa considerazione degli eventi di questi ultimi 65 anni, cioè: scambi territoriali.

Le agglomerazioni di insediamenti arabi in territorio israeliano passeranno ai palestinesi e viceversa per gli insediamenti israeliani –( comprendenti 300.000 abitanti) – L’area totale dei due stati sarà compatibile più o meno con la condizione che esisteva già nel 1949. Quelli sono i confini del 1949 (confini mantenuti fino alla guerra del 1967) riconosciuti dall’ONU come “base” per un accordo di pace.

Ed infine, Gerusalemme divisa. La parte orientale abitata per lo più dagli arabi, passerà ai palestinesi. Naturalmente permettendo passaggi sicuri ai credenti- ebrei e mussulmani- ai luoghi sacri, se questi luoghi si troveranno in territori esteri.

E’ logico, che i quattro milioni di “discendenti degli esiliati”, Israele non sarà pronta ne potrà, ricevere. Tutte le popolazioni del mondo sono dei discendenti di qualcuno, tutti i popoli in un qualche momento sono emigrati da un posto ad un altro…Gli ebrei non hanno scacciaato con la forza gli arabi (come in Russia per esempio, i polacchi ed i cecoslovacchi i tedeschi nella Prussia orientale ed altri ancora).

Sono fuggiti da soli. Dunque, fuggiti – fuggiti, è un loro problema. La Palestina può ricevere chi vuole. E’ difficile immaginare condizioni più semplici, chiari e giusti.

Molti ebrei dicono: Per tutti i diavoli! Abbiamo espugnato con una lotta difensiva le grandi forze nemiche – e dobbiamo restituire tutto ciò per così poco! Saranno forse molti nel mondo a farlo? I russi hanno conquistato la Siberia- l’hanno forse restituita?!

Persino le isole coralline non restituiscono – pare che il Giappone non avesse nemmeno attaccato la Russia, il cui territorio non è certo più piccolo di Israele… Gli Stati Uniti ha restituito agli Indiani d’America i territori?! E l’Australia ed il Canada?!

Allora perchè noi siamo “costretti”?! La risposta è semplice: il diritto internazionale!
Israele è nata dal risultato degli sforzi che ha impiegato, ma su basi del diritto internazionale, e “deve” attuare questo diritto. Ma nel ventunesimo secolo persino le grandi potenze, come ad esempio, Stati Uniti , Federazioni russe ed altre non si sentono più chiamate in causa nemmeno esteriormente, in considerazione di ciò …

“I tempi sono cambiati”…Israele non e tenuta a cambiarli. Non è neanche un suo interesse cambiarli. (L’interesse di Israele è considerare il diritto in questione, anche se non è certo piacevole).

A giudicare dalle ultime pubblicazione sui giornali, Israele è, in realtà,  pronta ora a proporre queste condizioni ai palestinesi (sia detto, non per la prima volta).

Non ho dubbi sul fatto che per quanto riguarda i politici israeliani, potrebbero dimostrare maggior audacia e risoluttezza per definire precisamente queste condizioni- i politici arabi invece non troveranno mai il coraggio di accettarle.

La causa è ovvia.

Israele ha bisogno della pace.

Come in ogni luogo, anche in Israele vi sono politici che hanno tutto da guadagnare dalle tensioni e dalle guerre. Ma Israele è un paese normale. I principali problemi della nazione sono social-economici. Ed i politici, per la maggior parte, sono sempre pronti a questionare fra loro in materia di pace. A proposito, proprio su questi temi il governo di Nataniau si sente abbastanza risoluto. Mentre la popolazione al 90% dorme di un sonno pesante ed è propensa a dimenticare la Palestina, quasi fosse un lontano incubo, vivendo esclusivamente la loro vita. Come se non avesse nessun legame con la Palestina.

Tuttavia , per Israele la pace – è la pace.

La Palestina non ha bisogno della pace.

Politici e terroristi dichiarati si definiscono “politici”, hanno solo da gudagnare dalle tensioni. Decine di anni dopo la”dichiarazione di indipendenza”, la Palestina non assomiglia nemmeno ad una nazione. La loro unica fonte di guadagno sono elargizioni internazionali e versamenti diretti ai terroristi sulle loro azioni “di stampo” terrorista. La popolazione locale conosce solo un sentimento cocente: odio verso gli ebrei, nutrito, ed alimentato per anni da denaro e sangue. I paesi arabi non hanno nessuna necessità di una Palestina calma.

Per loro è ” neccessario solo vendere tensioni. Come – il falso mezzo – come si sta ora rivelando, dell’ unione sociale “contro il comune nemico esterno”. Come mezzo per esporre le loro particolari esigenze arabe. Se venissero soddisfatte, e se ci sarà la pace- per quale scopo i paesi arabi necessitano un simile Stato Palestinese?! Perchè dovrebbero accettare tutto ciò gratuitamente? E non gratuitamente – a maggior ragione.

Quindi, per i palestinesi, secondo Orwell: La pace è guerra. I palestinesi non hanno bisogno di una Palestina calma e pacifica, indipendente da Israele. E neppure la distruzione di Israele (sopratutto quando è quasi impossibile). Allora di cosa neccessitano?- Proprio di quello che hanno! La condizione di ” eterni diseredati” che divorano eternamente: divoratori di denaro esterno, il denaro degli altri. Niente pace, ne guerra, neppure vita normale, ma odio, l’odio li “finanzia”, fisicamente e spiritualmente.

Vale a dire, che Israele non ha bisogno della Palestina: ma vivete senza di noi e come vi pare. Mentre i palestinesi invece – hanno bisogno di Israele, senza la lotta con Israele non avrebbero di che vivere. L’analogia migliore é: gli ebrei se la cavano anche senza gli antisemiti, ma gli antisemiti non se la cavano senza gli ebrei.

In un tale clima, nessun politico palestinese, anche se lo desiderasse, non firmerebbe nessun accordo di pace con Israele e non accetterebbe mai il diritto all’esisteza dello stato ebraico. Se lo riconoscesse perderebbe il suo diritto privato a sussistere.

Cittadini palestinesi (certamente vi sono tali, stanchi di eterne guerre) continueranno a tacere, se non vogliono che sia tagliata loro la lingua.

Gli arabi-semiti non amano gli ebrei-semiti.

Anche gli ebrei- semiti non direi che amino gli arabi-semiti. Ma la differenza sta nel fatto, che gli ebrei riconoscono il diritto degli arabi alla costituzione di un loro stato sul territorio palestinese, mentre gli arabi, sin dal lontano 1947 – non riconoscono agli ebrei il diritto ad uno stato, anzi, nemmeno al diritto di vivere in Medio Oriente. La verità è che gli ebrei hanno anche altro da fare oltre la lotta contro i palestinesi, mentre gli altri non hanno nulla oltre le lotte contro gli ebrei.

E non parliamo della “diplomazia mondiale” per la quale l’ “insolubile” risoluzione arabo-israeliana si trasformata in un “business” che promuove la distribuzione di infiniti premi, gratifiche, pubbliche relazioni e quant’altro.

Non parliamo neanche degli organi internazionali che preoccupati della difesa dei diritti dell’uomo e dei terroristi, ruotano miliardi, somme astronomiche, per il loro nobile lavoro.

Quindi Israele può tranquillamente proporre ai palestinesi la pace, senza timore perchè sarebbero gli ultimi ad accettare; il risultato di una tale proposta è già nota in anticipo.

Ma è anche più di ciò

Poichè la diplomazia e gli “obbedienti” alle leggi mondiali non son capaci di guardare la realtà e dire: ” non solo i palestinesi, ma anche noi non vogliamo la pace“, allora nessuno qui dirà la reale verità.

Vale a dire: la pace è conveniente ad Israele- ed essa la proporrà. Ai palestinesi non conviene, perciò (con il nostro aiuto) la respingono.

Ciò i politici, naturalmente, non diranno.

Ciò non diranno neanche gli intellettuali di sinistra (in occidente non vi sono altri intelettuali, tranne qualche  marginale perdenti.)

Ciò non diranno neppure i mezzi di comunicazione, in mano agli intellettuali di sinistra.

Ciò non diranno gli “ebrei illuminati” dispersi in tutto il mondo, impegnati a dimostrare che sono al di sopra delle parti, e “come tutti gli altri”, che sono di sinistra e vogliono essere accettati nei rispettabili ambienti “anti-sionisti” e ricevere se possibile qualche gratifica.

Allora cosa sarà detto?

Le solite cose già dette per decine di anni.

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