Il Talmud e il debito greco

Opinione: (Mario J. Blejer) Precedente governatore della Banca Argentina Centrale e precedente governatore della Banca d’Inghilterra: “Ci sono due modi per guardare la maestosa insostenibilità del sovrano debito estero della Grecia. C’è, in primo luogo, una prospettiva prammatica e a corto termine che si focalizza in assicurarsi una sorta di ristrutturazione ben ordinata (possibile anche per altri stati europei vulnerabili) senza far cadere l’Eurozona. E c’è una prospettiva “morale” che si focalizza nella natura del debito in conseguenze a lungo termine o nel mancato adempimento al medesimo. Nessuna delle due prospettive è sbagliata; per il contrario, il problema è come conciliarle….

“In queste circostanze, il Talmud potrebbe avere la chiave…

“Il versetto dice letteralmente: Noi (la corte) lo forziamo finché lui dice quello che vuole di sua volontà. Quindi, in divorzi (se l’uomo si rifiuta di garantirlo), noi esercitiamo la nostra forza su di lui finché lui dice: “Io lo voglio fare volontariamente”. In maniera similare, se una corte forza una persona a vendere una proprietà, la vendita è valida perché si considera che sia stata fatta volontariamente.

Comprendere questa apparente contraddizione fa luce sulla questione sollevata intorno al coinvolgimento degli obbligazionisti privati nella questione del pacchetto di salvataggio greco. Si è discusso che per evitare un omissione, i creditori privati dovrebbero accollarsi parte di questo salvataggio. Ma come si fa a imporre una perdita finanziaria agli obbligazionisti senza che questo sia considerato un omissione da parte delle agenzie creditizie?…

“Usando la logica del Talmud, si può dimostrare che ci sono dei meccanismi che possono – e dovrebbero- essere usati per creare una pressione nelle parti nell’interesse di ottenere migliori risultati volontariamente.

Ci sono due interpretazioni preponderanti del passaggio talmudico. Uno sostiene che la coercizione possa cambiare le menti. Quando una corte costringe un individuo finché questo si arrende e dice che vuole eseguire gli ordini, le sue rimostranze devono considerarsi volontarie giacché, alla fine, lui ha preso una decisione coscienziosa per un accordo.

“L’alternativa è di cercare una soluzione cooperativa, consistente nell’interpretazione favorevole della “forzata volontarietà”. Questo si può ottenere adoperando alcune caratteristiche del modello usato nell’Europa orientale noto come “Iniziativa Viennese”…

“Il primo pilastro di quel modello è il coinvolgimento simultaneo delle parti nel disegnare uno schema fin dall’inizio…Il secondo ingrediente sono gli adeguati incentivi per partecipare, includendo il finanziamento diretto dai governi degli obbligazionisti…Il terzo componente è l’esercizio di persuasione degli obbligazionisti per ottenere la massima partecipazione, ottenere impegni anticipati ed eliminare i corridori singoli.

Dato che questo modello potrebbe implicare una perdita di obbligazionisti, ci vuole una forte pressione officiale e di rango.

“Quindi, sotto questo modello –nonostante la pressione iniziale- il comportamento degli obbligazionisti può considerarsi volontario. E mentre le agenzie di stima considereranno il modello Vienna come un esito difettoso, i saggi del Talmud ci mostrano per quale motivo sia necessaria una classificazione più ragionata”.
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