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Lo sviluppo perfeziona le connessioni

I testi kabbalistici sono scritti in ebraico ed aramaico, come se usassero il lato destro e quello sinistro dello stesso linguaggio; però, in realtà, la lingua non importa. Tutto può essere scritto in inglese, greco o tedesco, non fa nessuna differenza quale lingua utilizziamo.

Non importa quali simboli scegliamo. La chiave è che siano adeguati per esprimere le proprietà che esistono nel livello della ricezione, affinché con il loro aiuto, possiamo elevare il nostro desiderio al livello della dazione.

Il linguaggio dei rami non è come le lingue di questo mondo. Questo articola il desiderio con tutte le sue proprietà, dato che attrae la Luce che Riforma e ci cambia, affinché possiamo arrivare al passo successivo. Linguaggio significa connessione, esso ha un uso simile in questo mondo, ma si utilizza in maniera semplice, tridimensionale.

Quando dico qualcosa, esprimo la mia connessione con questa idea in base alla misura nella quale io la capisco, la sento o mi preoccupo di essa. Il linguaggio dei rami non è una spiegazione comune della mia attitudine, ma una spiegazione dell’elevazione, dell’azione stessa dell’ascesa. Il linguaggio ci insegna a connetterci al livello superiore partendo da quello inferiore.

Qualsiasi linguaggio esprime connessione, non c’è nient’altro eccetto le connessioni. L’universo è composto di vari elementi e quello principale per noi è la connessione tra tutti loro. Il nostro sviluppo cerca di perfezionare le connessioni. È così che si definisce l’avanzamento.

Ogni volta riveliamo una connessione più autentica tra le parti della realtà, fin quando riveliamo il Mondo dell’Infinito, nel quale tutte le connessioni sono aperte. Questa connessione si chiama “Creatore”, l’attributo della dazione che governa tutte le parti.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 11.07.2011, Talmud Eser Sefirot)

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I Kabbalisti sulla libertà di scelta, Parte 1

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La persona ha libertà di scelta?

Tutti siamo come macchine, funzioniamo e creiamo attraverso delle forze esterne, il piacere e il dolore, che spingono e tirano da noi secondo la loro volontà, quando lo considerano opportuno. Risulta che qui nessuno è libero, né sta in piedi da solo.

-Baal HaSulam, “La Libertà

Quando esaminiamo le azioni di un individuo, troviamo che sono obbligate. Egli è obbligato a realizzarle e non ha libertà di scelta. Questo perché il governo superiore lo ha messo tra il piacere e il dolore. E non c’è differenza qui tra l’uomo e l’animale. E se questo è il caso, non c’è nessuna libertà di scelta, ma è il governo superiore che conduce tutti dove vuole, senza chiedere la loro opinione sull’argomento.

D’altra parte, anche il tipo di piacere (ciò che mangia e la maniera in cui veste) è completamente al di fuori della propria e libera scelta, segue solo la volontà della società. D’altra parte, nella maggioranza dei casi, faccio tutto questo contro la mia volontà, che è di comportarmi con semplicità e vestirmi comodamente. Così dimmi, dove è il mio libero arbitrio?

-Baal HaSulam, “La Libertà

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La torre di Babele finanziaria: Le radici della crisi

Opinione: (Professore Robin Matthews, Presidente della League of Strategic Management and Accounting): “Nella storia della torre di Babele, i babilonesi avevano provato a costruire una Torre alla portata di tutti per arrivare diritti in cielo. Il progetto fallì, poiché la torre crollò e gli uomini non furono più capaci di comunicare…

“Nella Bibbia, gli uomini avevano iniziato a creare una Torre che era una scala materialistica per arrivare in cielo. La torre crollò poi quando i meccanismi di comunicazione finanziaria andarono perduti. Negli ultimi 20 anni, l’economia globale ha subito una crescita enorme. L’Europa ed il Nord America hanno creato una torre di Babele materialista e basata sul consumo, una torre fatta di debiti e di eccessive influenze. Questa torre è collassata poiché il linguaggio del mondo finanziario (debiti, impegni cartolari, leve finanziarie, indici di fiducia, liquidità e prestiti interbancari) è collassato. Quanto durerà l’effetto di questo shock è una domanda ancora senza risposta.

“Sebbene la recente crisi sembri avere avuto origine nel settore finanziario, in realtà l’origine è molto più profonda. Il capitalismo e la ricerca continua della supremazia nella competizione hanno portato ad avere enormi volumi e varietà di beni e di servizi. La domanda deve tenere il passo con l’offerta, cosa che i commercianti sembrano capire, ma che invece gli economisti ignorano. Nel corso degli ultimi 20 anni, la ricerca spasmodica delle aziende di ottenere la supremazia si è ben evidenziata nella mentalità speculativa del settore finanziario, creando delle torri di debiti basate sulla speculazione…

“La recente torre di Babele, come la sua precedente, è stata costruita sulle illusorie fondamenta di simboli, o montagne di beni che hanno un valore fin tanto che gli uomini continuano ad ingannarsi dandogliene uno. Era comunque destinata al collasso; il punto critico è stato raggiunto quando il linguaggio della comunicazione si è interrotto. I costruttori, i fornitori e gli amministratori della torre alla fine hanno smesso di comunicare, perché non hanno più creduto nel valore del loro commercio, mentre i debiti e la liquidità hanno un valore reale…

“I recenti aumenti del benessere si basano sulla necessaria divisione, avvenuta nel sedicesimo secolo, tra il linguaggio della scienza e lo spirito: tra il linguaggio della scienza ed il linguaggio del misticismo. Un risultato, oltre al benessere in se stesso, è stato la confusione della spiritualità e del misticismo con la superstizione…Forse, capire il collasso della moderna torre di Babele finanziaria come segno di un punto critico, ci apre la possibilità di far emergere dei nuovi linguaggi e una nuova comprensione delle dimensioni dell’Essere…

“Degli effetti positivi potrebbero essere anche latenti nella complessità del sistema finanziario globale…Essi si manifesteranno dalla loro complessità ed indipendenza. Forse abbiamo raggiunto un punto critico in cui cambiare a 360° è possibile? Forse il cambiamento potrebbe essere la consapevolezza che la co-operazione dovrebbe sostituire la competizione, la ricerca della supremazia e l’avidità? Forse si manifesteranno nuovi modi di vivere nel mondo: il riconoscimento dell’interdipendenza è un passo verso la consapevolezza della necessità, ad un livello sia pratico che spirituale, della compassione”.
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 27.07.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 50 “Due Stati”
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Il Libro dello Zohar, Truma (Donazione) 2, “Le sette Benedizioni della Sposa”, Punto 788, Lezione 34
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TES, Parte 2, Punto 2, Lezione 2
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KFS, Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 587, Punto 42, Lezione 27
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Rav Yehuda Ashlag, Articolo “La Pace”, Pagina 261, Lezione 1
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Elevati col fine di giustificare tutto

Nella Lettera 1 di Baal HaSulam c’è una parabola su di un re che si affezionò tanto ad un suo servitore, da volerlo elevare al di sopra di tutti i ministri …

Nominò il servitore come funzionario della guardia della porta della città e disse ad un ministro, che era un abile burlone, di fingere di mostrarsi contrario al regno …

Il ministro fece come il re gli aveva ordinato e con grande saggezza ed astuzia, finse di guerreggiare contro la casa del re. Il servitore rischiò la sua vita e salvò il re, lottando con devozione e valore contro il ministro, fin quando il suo grande amore per il re fu evidente a tutti.

Poi, il ministro si tolse l’abito e ci fu un gran riso perché aveva lottato così ferocemente per accorgersi poi che lì c’era stata solo finzione e che non era reale … Ogni elemento individuale di questa terribile guerra era diventato un giro di risate ed allegria …

(Poi per la seconda volta il re) disse a quel ministro che doveva vestirsi come un ladro ed assassino e muovere guerra feroce contro di lui. Il re sapeva che nella seconda guerra, lui avrebbe mostrato grande saggezza (Chokhmà) ed avrebbe meritato di restare a capo di tutti i ministri.

Allo stesso tempo, il servitore ereditò la “saggezza” (Chokhmà) dalla conoscenza posteriore e dall’amore della conoscenza precedente e quindi è stato innalzato per l’eternità.

È vero che tutte le guerre in questo esilio sono una vista meravigliosa e tutti sanno dentro di sé che tutto è una specie di ingegno ed allegria che porta solo il bene. Tuttavia, non c’è nessuna tattica per alleviare il peso della guerra e della minaccia su di sé.

In realtà non sappiamo perché dobbiamo attraversare tutte le sofferenze, i problemi, le guerre e la confusione e dall’altro lato, i chiarimenti, i successi, gli errori … Quale è lo scopo di tutta questa sofferenza?

Più tardi, in questo cammino, ci rendiamo conto gradualmente di come, partendo da questo, acquisiamo conoscenza, saggezza, potere e comprensione del sistema generale.

Studiamo le azioni del Creatore che ci vengono date, e come risultato Lo realizziamo e Lo capiamo, come è scritto, “Dalle tue azioni, ti conosceremo”. In base alla misura in cui Lo capiamo, cominciamo a sentirlo.

Tuttavia, la ragione per la quale, senza dubbio, dobbiamo arrivare a questo per mezzo di un cammino difficile, non ci è chiara. Adesso, mentre siamo ancora nel cammino della correzione, non siamo capaci di capirlo, ma solo quando ci eleviamo allo stato di perfezione al di sopra delle limitazioni, possiamo farlo. Allora, otterremo la mente e le sensazioni necessarie, i mezzi che ci abilitano a scoprire la giustificazione di questo cammino.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26.06.2011, “Una parabola su di un re”)

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Una strada senza segnali

Il problema risiede nel fatto che non comprendiamo quanto siamo distanti dalla qualità di dazione. Ogni singola azione ci avvicina al traguardo. É cosi che avanziamo in questo percorso, millimetro dopo millimetro, e nessun millimetro può essere evitato.

Attualmente questo percorso è occulto per noi. Ad esempio, durante questo pasto attraverseremo all’incirca 20 o 30 millimetri di Reshimot (reminiscenze). Questo è molto, ma nessuno sarà in grado di sentirlo. E sarà cosi finché arriveremo all’ingresso del mondo spirituale. Soltanto allora lo potremo sentire.

Per ora, è come andare verso Madrid per un’autostrada senza segnali, e senza saper per quanto tempo dobbiamo ancora viaggiare. Questo fa sì che sia il primo metro sia l’ultimo metro dell’autostrada siano per me la stessa cosa prima di arrivare a Madrid. Durante tutto il percorso sembra che non accada niente, sempre la stessa strada, gli alberi e i campi.

Non riusciamo a comprendere come ogni singola azione che facciamo a ogni istante, che insieme formano il nostro avanzamento. Non è un caso che non ci siano dei segnali e indicatori di misura lungo il percorso. È fatto apposta cosi in modo che la persona possa imparare a ricevere piacere dal viaggio in se. Se stai avanzando verso la dazione, allora perfino nell’oscurità devi sentire la gioia. Altrimenti stai semplicemente aspettando una ricompensa.

Per questo motivo la persona non deve aspettare fino alla fine del percorso: non c’è una fine. Il percorso finisce quando tu decidi “Non ho una destinazione. Sono contento di quello che ho. L’unica cosa che voglio è quella di provare piacere dalla dazione”. Ricevi la ricompensa quando smetti di chiederla, e questo significa che hai raggiunto lo scopo.
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(Dalla conversazione avuta durante la Cena a Madrid il 03.06.2011)

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Lezione Introduttiva: “L’ Arvut (Garanzia Mutua)” – 26.07.11

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “L’ Arvut (Garanzia Mutua)”
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Sulla preparazione alla lettura del Libro dello Zohar

Domanda: Cosa possiamo fare durante il giorno per prepararci alla lezione del mattino e specificamente alla lettura del Libro dello Zohar, per ricevere il massimo risultato?

Risposta: E’ consigliabile che la persona abbia sempre affianco a sé un libro con dei paragrafi selezionati del Libro dello Zohar o con delle citazioni dei kabbalisti. Se durante il giorno può ascoltare delle lezioni registrate, allora che le ascolti, se può leggere, che legga, se può solo pensare, che pensi.

Ci sono persone che durante il loro lavoro non possono né leggere, né ascoltare, né pensare alla spiritualità, perché sono assorte completamente nel lavoro e solo a volte possono ritornare all’intenzione. Ci sono differenti situazioni.

Rabash diceva sempre che è consigliabile scegliere un lavoro fisico semplice e facile, che non richieda degli sforzi all’uomo, né nella mente, né nei sentimenti; però ai giorni nostri questi lavori quasi non esistono. Per questo, una persona deve stabilire per se stessa un orario, cioè deve disconnettersi dal suo lavoro ogni ora per cinque minuti e connettersi alla spiritualità.

Ognuno deve cercare di fare tutto il possibile nelle condizioni nelle quali si trova. Questi impegni sono i suoi sforzi.
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(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.06.2011, lo Zohar)

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Un nuovo libro: Gli utili suggerimenti di un Kabbalista

Il mio nuovo libro I suggerimenti utili di un Kabbalista per uomini, donne, genitori e figli, è stato pubblicato in Russia. Il libro consiste in una serie di miei interventi.

Estratto dal commento sul libro: “Potrebbe sembrare che questo libro si occupi di come si fa a creare di rapporti di successo, o riguardi invece la figura del genitore responsabile, dei figli pestiferi, o dei metodi insoliti da adottare per una corretta educazione. Ed in verità lo è. Ma, allo stesso tempo, questo libro ci rivelerà qualcosa di completamente diverso”.
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Diventare globali internamente

Prima di tutto dobbiamo cambiare il nostro schema, la nostra visione della vita e del mondo. Devo cambiare dentro di me, cambiare il mio programma mentale, rivedere i riferimenti in base ai quali valuto me stesso, il mondo e la società. Se l’uomo non cambia, non saremo in grado di cambiare il mondo. Infatti, il mondo è la sua fotocopia.

La natura umana è la base sulla quale si costruisce la società, l’ambiente, l’insegnamento, la cultura, l’economia e tutte le altre sfere di attività dell’uomo. Il mondo è una proiezione esterna di ciò che è nascosto dentro un uomo. Perciò, è proprio l’uomo che ha bisogno di essere cambiato. Tutti gli sforzi si devono concentrare precisamente su questo.

Il problema non è l’economia, la produzione, o l’educazione. Tutto si normalizzerà quando l’uomo cambierà. E per riuscirci, l’uomo deve essere educato. L’educazione è, in sostanza, la trasformazione interiore dell’uomo. Nessun “aiuto organizzato” esterno funzionerà.

Forse questo concetto potrebbe essere presentato all’ONU, all’UNESCO, e ai governi, spiegando che il nostro solo obbiettivo è di cambiare l’uomo. Infatti, senza questo cambiamento l’uomo non cambierà il mondo.

Questa è la ragione per cui le menti migliori dell’umanità non capiscono cosa devono fare e cosa cambiare. Siamo entrati in un livello che ci richiede dei cambiamenti nuovi e qualitativi. Da adesso in poi, dobbiamo agire nel nostro mondo con l’aiuto della qualità chiamata “sostegno”. Possiamo farlo solamente insieme. Da soli non raggiungeremo niente.

Per esempio, un uomo che avvia un’attività lavorativa scoprirà che il suo lavoro è collegato a tutte le attività lavorative del mondo e perciò tutte queste devono essere prese in considerazione. Altrimenti, nessuno ce la farà ad avere successo.

Da questo punto in avanti, non possiamo fare un passo senza considerare il sistema globale comune. E perciò, dobbiamo essere globali ed uniti, noi stessi, con tutti gli altri, internamente.

Ma io non sono globale. Allora, cosa dovrei fare? Ma davvero non conquisteremo alcun successo senza tutto questo? Vero, non ce la faremo. Si tratta di una legge immutabile. Senza una totale interconnessione non ce la faremo a conquistare alcun successo. Diamo un’occhiata in giro: ci troviamo già immersi in molteplici crisi. E c’è solamente una via d’uscita: cambiare noi stessi.

Come possiamo cambiare? Come possiamo riprogrammarci? Come possiamo cambiare il nostro stesso pensiero? Come possiamo disinstallare il vecchio programma ed installarne uno nuovo? Infatti, da adesso in poi devo avere una sensazione comune e un pensiero comune con ogni altra persona, così che le mie azioni corrispondano in modo naturale al nuovo stato che ho raggiunto. La mia stessa natura deve cambiare.

Questo lavoro può essere compiuto solamente dalla “Luce che Corregge”. Gli uomini se ne renderanno conto comunque. Forse ci arriveranno percorrendo il cammino di una grande sofferenza, ma non c’è un’altra strada da fare. Dobbiamo cambiare per riuscire a cambiare il mondo, e abbiamo i mezzi per farlo.

Dobbiamo arrivare a questa Luce rendendoci conto del male, il che ci fa capire cosa ci manca, “Io devo cambiare!” Ma come facciamo a saperlo? Ed in che modo, esattamente, dovremmo cambiare? Si è già formato dentro di noi un desiderio di cambiare? Non ancora.

Questa è la ragione per cui ci sono stati dati un campo nel quale lavorare (il gruppo), il mezzo (la scienza della Kabbalah), ed un manuale di istruzioni (il maestro). Diamoci dentro, agiamo, iniziamo ad essere parte nel sistema del sostegno, giocando un ruolo in esso in modo da scoprire i difetti che dobbiamo correggere. Allora avremo qualcosa con cui rivolgerci alla Luce per la correzione.

Non dovremo andare in qualche posto: nella misura in cui i nostri desideri si formeranno e saranno chiariti, nella stessa misura la Luce inizierà ad agire da sé. Infatti, noi siamo dentro la Luce, e perciò la Luce incomincia immediatamente a lavorare in conformità ai nostri sforzi. Non appena costruiremo qualcosa dentro di noi, la Luce ci influenzerà immediatamente. In questo modo, piano piano, cambieremo anche senza vedere i piccoli ingranaggi che girano al nostro interno.
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(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.07.2011, “Arvut”)

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