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Lezione Introduttiva: “Dall’ odio all’ Amore” – 19.07.11

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “Dall’ odio all’ Amore”
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Fa spazio alla Luce dentro di te

Domanda: Perché è stato necessario che ci allontanassimo dal Creatore fino al punto più lontano, per essere poi corretti e raggiungere l’adesione con Lui?

Risposta: Non è sufficiente discendere attraverso tutti i mondi fino al nostro. Dobbiamo discendere ancora più in basso. Solo quando entriamo in un gruppo, incominciamo a comprendere cosa sia un “uomo finito”. Allora, cadiamo sempre più giù, ancora più in basso di quando abbiamo iniziato a studiare.

Infatti, in precedenza, non avevano confidenza con la nostra inclinazione negativa e questo non ci faceva stare male. In quei momenti, pensavamo ancora che i desideri che avevamo fossero buoni, e più il nostro ego si sviluppava, maggiore era l’energia che ci forniva per progredire.

Allora, incominciamo a volerci unire tra di noi e a rivelare l’essenza interiore del gruppo. Lo facciamo mentre ci teniamo concentrati continuamente su questo pensiero, per trovare la connessione interiore tra di noi, che esiste, ma che ancora è nascosta ai nostri occhi. E’ solo allora che scopriamo di dimenticarcene sempre, di rifiutarla e di odiarla. Dunque, un uomo incomincia lentamente a comprendere la sua natura.

Si tratta ancora una discesa, poiché l’uomo non ha ancora rivelato tutto il suo male, e tutte le ascese e le discese sono definite dal modo in cui la creatura le percepisce. L’uomo non si vede ancora come lontano dal Creatore. Tutto ciò che comprende si basa sulla misura della sua lontananza da Lui, come se si allontanasse sempre di più.

Dunque, egli sente un vuoto anche più grande, più amarezza e frustrazione. Egli non capisce come può essere che, studiando e lavorando tanto, si senta andare indietro e gli sembri che il mondo diventi per lui sempre più oscuro. Tuttavia, alla fine, si rende conto che questo è il modo in cui la creatura si rivela, e che è necessario passarci.

Alla fine, egli si trova d’accordo, e questa condizione è considerata come “l’accettazione incondizionata”. Egli è preparato per qualsiasi cosa gli possa arrivare e pensa che vada tutto bene se si sente al di sotto di coloro che sono più in basso, quello che conta di più è non mollare!

In questo caso, egli riceve un assalto ancora più grande dall’ego mentre, allo stesso tempo, ottiene un’opportunità per correggerlo. In questa condizione l’avanzamento si basa su due opposti poiché, quando egli incomincia a correggersi, eguagliandosi al Creatore ed avvicinandosi a Lui ad ogni nuovo passo, egli deve rivelare la sua natura opposta nella “linea di sinistra”. Allora, in conformità a tutto questo, egli pregherà per ricevere la Luce nella “linea di destra” e correggersi in quella “di mezzo”.

Ciò significa che, nel corso dell’intera ascesa in Malchut del mondo dell’Infinito, fino all’ultimo preciso istante, all’adesione considerata come “Rav Paalim UMekabtziel (Colui che La benedice e La adorna), egli continuerà a rivelare una negatività sempre più grande.

Diversamente, non troveremmo dentro di noi il bisogno della Luce. Dobbiamo restare dove possiamo avere il Creatore dentro di noi. Questo luogo sarà opposto alle proprietà innate del Creatore, e allora dipenderà da noi cosa fare in questo spazio.

Questa è la ragione per cui vediamo questo vuoto, tutti i luoghi che sono in esso compresi, e tutte le sue parti considerate come separate, opposte e lontane l’una dall’altra, come i pezzi di un quadro rotto. Noi, invece, dobbiamo rimettere insieme i pezzi, fare in modo che combacino per metterli nella giusta sequenza, nel giusto ordine di causa ed effetto, in modo da allineare tutti i dettagli che sono stati separati.

Di conseguenza, io rivelo cosa il Creatore prova per me, che Egli è buono e che fa il bene, che ha creato il punto dell’ “esistenza dal nulla”, e che io mi devo correggere. Questa consapevolezza di essere stato creato “dal nulla” mi aiuta a capire l’ “esistenza dall’esistenza” (Yesh Mi Yesh) che mi ha creato.

L’intero processo, nel corso del quale comprendo che questo punto è stato creato da Lui, è necessario solamente per farmi conseguire la Luce infinita. Tutte queste fasi sono state prestabilite molto in anticipo, durante il progetto della creazione, prima della creazione di questo punto “dal nulla”, come è detto: “La fine di un’azione è nel suo pensiero iniziale”. Dunque, l’uomo arriva alla comprensione della forza che lo ha creato e alla comprensione di qual è stato il significato di tutto questo processo di correzione.
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(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 08.05.2011 “Coloro che soffrono per il mondo”)

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La formula di valenza dei desideri

Domanda: Perché il Creatore non ha creato il desiderio di gioire che allo stesso tempo fosse in dazione? Per quale motivo non ha creato solamente la dazione senza la ricezione? Perché dobbiamo rivelare questa proprietà di dazione da noi, esercitando il nostro libero arbitrio? Per quale motivo abbiamo bisogno di quest’attitudine “doppia” verso la creatura, dove la materia in se, il desiderio di gioire, é egoista e cattivo, mentre la forma che deve acquisire è buona?

Risposta: Se io tratto queste due forme opposte in maniera corretta, è grazie a loro che io ottengo una corretta attitudine verso l’oste. La corretta attitudine non può apparire se io non le metto in contrasto una contro l’altra, cioé il desiderio di dazione che posso sviluppare in me contro il desiderio di ricevere che è inserito in me nella forma negativa opposta alla dazione.

Quindi, io ringrazio sia per la forma negativa sia per la forma posititva, per il cattivo stato cosi come per quello buono. Dopo tutto, la forma negativa è necessaria e corretta  e insieme si uniscono in una forma e conducono a un solo scopo.

Vediamo che nel mondo corporale gli atomi sono formati da una combinazione di due forze opposte, il meno e il più e le particelle neutre. Dunque, le connessioni accadono tra due elementi diversi che sono opposti.

Allora, gli atomi si combinano in diverse strutture, molecole e cristalli. Gli elementi chimici entrano in connessione in base alla loro valenza, cioè, il numero di elettroni  (le particelle negative) che esistono nell’orbita che sono libere per creare una connessione.

Tutta la vita si basa sull’unificazione e sulla separazione, nella connessione a ogni tipo di forme. Tutte queste sono manifestazioni del desiderio di gioire. Se una molecola ha due elettroni che sono liberi per fare una connessione con altri, questo indica la loro abilità di connettersi. Parliamo sempre del desiderio che misuriamo sia dal numero di elettroni liberi o relativo alla forze o ad altre qualità, come le forze di attrazione o repulsione.

Come risusltato, si tratta sempre di desiderio. Luci gialle e verdi, suoni diversi, l’acqua e il cielo sono diversi tipi di desideri. Noi siamo dentro questo desiderio. Non è stato creato nient’altro che desiderio.

Tuttavia, dentro questo desiderio, io ho la sensazione del “me” e il mondo circostante: i livelli inanimato, vegetativo, animato e parlante, o in termini di qualità spirituali: “radice, anima, corpo, vestiti, palazzo”, che sono desideri. Io devo unirmi e controllarli tutti in modo di poter donare con il loro aiuto.

L’intero disegno della realtà, i milliardi di persone, l’universo e i mondi spirituali rivelati nelle connessioni tra di noi sono forme di desiderio. Io non posso fare nient’altro che rivelare sempre di più quello che c’è all’interno di questo sistema, questa sfera. É rivelato a me in base a quanto io sia capace di donare con l’aiuto di tutte queste forme di desiderio.

Noi viviamo nelle nostre sensazioni, ed è per questo che non comprendiamo quello che sia il desiderio stesso. Piuttosto comprendiamo “Io sento, io desidero”. Il desiderio non esiste separatamente, ma soltanto mentre lo sento. Il desiderio percepito è già “io”.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 21.06.2011, “Prefazione alla Saggezza della Kabbalah”)

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L’anima di tutte le cose viventi

Il Libro dello Zohar, Capitolo “Trumà (Donazione)” punto 217 “L’anima di tutte le cose viventi” è l’anima che esce da Colui che vive per sempre, Yesod de ZA. E poiché lui è Suo, dato che tutte le benedizioni vengono avanti da Lui e sono in Lui, e Lui annaffia e benedice in giù, verso Malchut, quest’anima che viene avanti da Lui ha l’autorizzazione di benedire questo luogo, Malchut.

Malchut è il desiderio che ogni volta prende forme diverse nella sua intenzione di donare, e allora sente di essere riempito da Yesod. Questo significa che Malchut diventa similare a Yesod in base alla legge di equivalenza della forma. In realtà diventa come le prime nove Sefirot perché Yesod comprende tutte quante le prime nove Sefirot.

Quando Malchut somiglia alle prime nove Sefirot, questo significa che la creatura diventa similare al Creatore ad un certo livello. Nella misura della similitudine tra di loro, in base alle loro simili proprietà, Malchut ottiene la stessa forma delle prime nove Sefirot ed esiste in adesione e unicità con loro.
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(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 21.06.2011, Il Libro dello Zohar)

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Un nuovo libro in Svedese

Il mio nuovo libro sulla Kabbalah viene pubblicato in Svezia. È la traduzione del mio libro “Una ricerca spirituale”, pubblicato originariamente in russo.

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 19.07.2011

Scritti di Baal HaSulam, Articolo 35 “Riguardo la vitalità della Kedusha”
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione) 2, “Ed ero accanto a Lui un Amon (Apprendista)”, Punto 640, Lezione 27
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TES, Parte 1, Tabella di Risposte per Argomento, Punto 83, Lezione 42
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C’è lavoro per tutti!

Nelle News (L’Organizzazione Internazionale del Lavoro), organo specializzato delle Nazioni Unite che si occupa dei temi del lavoro: l’Organizzazione Internazionale del Lavoro è preoccupata perché, a prescindere dalla ripresa dalla crisi e dal miglioramento della situazione dei mercati finanziari globali, la disoccupazione continua ad aumentare.

“Le statistiche dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dipingono un panorama fosco sulla situazione dell’attuale impiego mondiale, con 210 milioni di persone senza lavoro, il numero più alto della storia e più della metà della popolazione attiva mondiale con un lavoro precario. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, nei prossimi dieci anni, saranno necessari più di 440 milioni di nuovi posti di lavoro per assorbire i nuovi facenti parte della forza lavoro, e ancora di più per invertire la disoccupazione causata dalla recente crisi. Mentre il mondo sta vedendo in alcuni paesi livelli significativi di crescita economica, la disoccupazione, specialmente per i giovani, si mantiene a livelli record in molti paesi, il che significa enormi sfide economiche e sociali a lunga scadenza, così come minacce per la coesione sociale”.

“La mancanza di lavoro decente espone i giovani a livelli alti di incertezza economica … Una generazione senza la speranza di un impiego decente può essere un problema per le famiglie, l’economia e la società in generale. L’impossibilità di trovare un impiego stabile crea un sentimento di frustrazione e di ozio tra i giovani”.

Il mio commento: Non c’è modo di dare lavoro a tutto il mondo. Le nuove tecnologie stanno cambiando la natura del lavoro, molte professioni scompaiono e nell’era dell’informazione non c’è bisogno di operai ed impiegati. È più facile e più economico mantenere un disoccupato piuttosto che inventare per lui un’occupazione. Tuttavia, nasce il problema di occupare le persone, il tempo di inattività conduce alla degradazione, al vuoto ed alla tensione nella società.

La Kabbalah spiega che il nostro sviluppo avviene in accordo al piano generale interno della natura: abbiamo raggiunto una nuova soglia nel nostro sviluppo tecnologico e sociale. Pertanto, la Kabbalah suggerisce che dobbiamo imparare a vivere nel nuovo mondo comune, integrale, che deve scoprire un nuovo stato della sua esistenza, ovvero lo stato spirituale.

Questo stato si può ottenere per mezzo dell’educazione delle masse, della formazione, dell’insegnamento delle nuove leggi della natura che ci circonda e del comportamento sociale e personale. Solo in questa maniera ci eleveremo al livello in cui cominceremo a controllare la natura, così la sensazione di comfort rimpiazzerà quella della crisi.

Il lavoro a tempo pieno ai giorni nostri è possibile solo nel lavoro spirituale, imparandolo e realizzandolo in se stessi e verso gli altri. Pertanto, noi costruiamo una nuova società dove tutti hanno il lavoro!
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