Il mio tratto “Io”

Diventando il datore arrivo ad essere come Zeir Anpin che arriva a Malchut e riceve il doppio dal superiore, da Binà: per me e per gli altri. Io mi riempio al di sopra dei desideri degli altri che si stanno rivelando, ricevo le necessità di tutti, un desiderio spirituale infinito. Questo è il mio vaso.

Ma io sono come Zeir Anpin, solo un punto che si connette a Binà con questo desiderio. Io sono il tratto compreso tra loro. Tuttavia, adesso lo vedo solo come una tratto. Ciò è dovuto al fatto che gli inferiori hanno il desiderio ed il superiore ha le Luci. Così, il “tratto” è la mia intenzione. Io espando il mio punto attraverso i loro desideri e le Sue Luci,
“consumando” tutte le Luci e i desideri.

Questo da alla luce un nuovo vaso che prima non esisteva. Tutto quello che avevo era un punto, una base preliminare, la cruna di un ago che utilizziamo per entrare nel nuovo mondo, il vaso dell’infinito.

Di per sé, il desiderio di ricevere non è un vaso e la Luce è solo la Luce. Quando scopro il mondo dell’Infinito, che certamente esisteva prima, o ritorno al terzo stato (anche iniziale), rivelo un nuovo vaso che è 620 volte più grande di quello precedente. Ciò è dovuto al fatto che io stesso ho acquisito tanto le Luci, quanto i desideri. Adesso il mio vaso è 620 volte più grande. Sono io.
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[Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 27.06.2011, “Matan Torà (Il Dono della Torà)”]

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