Il manuale d’istruzioni del bene

Noi ci troviamo in una realtà sconosciuta e, oggi come oggi, mentre viviamo in questo mondo, continuiamo a non capire dove ci troviamo, in base a quale programma ci sviluppiamo, e verso quale traguardo ci stiamo muovendo. Non capiamo niente della nostra vita, ed essendo nascosti da una specie di scudo che si chiama occultamento, ci consideriamo svegli ed intelligenti, in quanto abbiamo la conoscenza, delle opinioni personali, ed il libero arbitrio.

Ma quando le avversità della vita e la sofferenza ci colpiscono, capiamo di non poter fare nulla, ci rendiamo conto di non comprendere nulla, e di non avere altra scelta che comportarci in modo intelligente. Specialmente adesso, in questo periodo di crisi, vediamo che non possiamo fare altro che avvicinarci alla realtà in modo corretto, e capiamo di non avere la minima capacità di comprendere i problemi che stiamo affrontando. Anche se a volte comprendiamo qualcosa con un minimo di anticipo sul tempo, questo non ci rende capaci di cambiare il nostro stato o di comportarci in modo diverso. Anche se decidiamo di dover necessariamente cambiare ed incominciamo a comportarci in modo diverso, non abbiamo la forza di cambiare il nostro comportamento. Allora, a cosa servono queste decisioni se non siamo in grado di cambiarci, influenzarci tra di noi, ed il mondo intero?

Anche quando vediamo che non ci facciamo altro che del male e che, di fatto, ci stiamo portando alla morte, siamo comunque incapaci di fermarci. Che cosa insensata, che spreco! Daremmo semplicemente fine alle nostre vite sprofondando nel nostro desiderio di godere, che ci ucciderebbe del tutto, se non ricevessimo la Torà, il mezzo per correggere il desiderio egoistico, per incominciare dal punto più basso possibile, il momento prima della morte, ad innalzarlo fino al massimo, al livello del Creatore, il punto più elevato possibile, che è la qualità opposta alla nostra: la volontà di donare.

Questo significa che “la Torà” a cui ci si riferisce è la cosa più importante di tutte. Senza di essa non si ha la possibilità di conseguire nulla. Non ci possiamo sviluppare attraverso la sofferenza. L’influenza della sofferenza permette solamente al desiderio di godere di svilupparsi. I colpi e le disavventure ci fanno cercare questo desiderio con tutti i mezzi possibili pur di sbarazzarci dei guai e, alla fine, è questo stesso desiderio che ci porta alla morte per evitare la sofferenza. Quando il desiderio percepisce la sofferenza come insopportabile a causa della sua totale opposizione alla Luce, questo desiderio è disposto ad annullarsi completamente, è disposto a tutto tranne che a soffrire.

In questo caso, la Torà si presenta come il solo mezzo che ci conduce alla vita, alla correzione, e all’esistenza. Questa è la ragione per cui non c’è alcun cammino della sofferenza, e nessun cammino della Torà. La Torà deve essere rivelata all’umanità per permettere agli uomini di usarla. Ed essi la devono rivelare nel modo giusto – come la Luce che corregge. Ma se essi non usano la Torà correttamente, nel senso che non la mettono in pratica, ciò significa che stanno seguendo il percorso della sofferenza. Se la usano correttamente, allora seguono il cammino della Torà, il cammino della Luce. E se si trovano in mezzo tra uno e l’altro, avanzano secondo “il cammino terreno”.

Perciò, l’articolo di Baal HaSulam “la Rivelazione della Divinità (Matan Torà)” è molto importante, poiché ci dice il modo in cui possiamo ricevere la Torà. C’è una dazione della Torà dall’alto, e c’è una ricezione della Torà dal basso. Tutte le sofferenze ci arrivano perché non usiamo correttamente la Torà, la Luce che corregge, che ci fa uscire per portarci verso la fonte del bene. Tutto dipende dai nostri sforzi di diventare il bene. Perciò, non ci manca niente tranne che questo mezzo. Allora, scopriamo come ricevere la Torà ed arrivare al bene!

(Dalla 4.a parte cella lezione quotidiana di Kabbalah del 19.06.2011, “Matan Torà (Il Dono della Torà)

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