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Riparare la “materia” della tua anima

Domanda: La rivelazione del male è sufficiente per avanzare?

Risposta: La rivelazione del male è uno strumento potente per avanzare poiché è la scoperta di un desiderio non corretto. Se lo correggeremo, avanzeremo. Questa è la ragione per cui è impossibile farlo senza la rivelazione del male.

Per esempio, saliamo in macchina e cerchiamo di raggiungere un certo posto. All’improvviso vediamo che la chiave non entra nel quadro. Iniziamo ad aggiustare la chiave. La aggiustiamo, la inseriamo nel quadro, ma non gira. Dobbiamo aggiustare la serratura.

Aggiustiamo la serratura, giriamo la chiave – la macchina non parte. Scopriamo che i fili non sono collegati con il motorino di avviamento. Dobbiamo collegare i fili. I fili sono a posto. Perché non parte? Manca la batteria.

E si va avanti un passo alla volta fino a quando tutta la macchina è a posto. Ma ogni volta scopriamo cos’è che manca, finché le riparazioni non sono finte e non abbiamo dato l’ultima passata di vernice lucidante. Allora ci sediamo e guidiamo. La macchina non si muoverà fino ad allora.

Domanda: Cosa significa correggere ogni componente?

Risposta: Correggere significa che comprendiamo perché abbiamo bisogno di quel componente, come si connette alle altre parti, che cos’ha di rovinato e come deve essere la sua forma corretta. Ogni componente è una parte del nostro cuore, e della nostra anima. “L’avviamento” e “la chiave”, “i fili” e “la batteria”, fino all’ultimo elemento, tutte queste cose rappresentano i nostri desideri interiori, la “materia” della nostra anima.
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 24.06.2011, gli Scritti del Rabash)

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Comprenderci a vicenda e rivelare il Creatore

Domanda: Tutti noi siamo fatti di una parte maschile e una femminile. Come riesco a far funzionare queste parti dentro di me, per eseguire nel modo corretto il mio ruolo rispetto agli uomini del gruppo?

Risposta: Giusto, tutti noi siamo fatti di una parte maschile e una femminile. Se sia l’uomo che la donna non esistessero dentro ognuno di noi, non saremmo in grado di comunicare reciprocamente. Ogni molecola, ogni atomo, ogni particella è composta da due parti opposte; altrimenti, non esisterebbero.

Io posso comprendere le donne e comunicare con loro proprio perché in me c’è una parte femminile in aggiunta alla mia parte maschile dominante. Diversamente, non sarei in grado di comprendere loro e queste parti in nessun modo. La rottura del desiderio comune (Kli) ci permette di essere fatti di due parti opposte, che a loro volta ci permettono di avere dei contatti, di connetterci e quindi di unirci.

Per questa ragione, una persona dovrebbe immaginare dentro di sé la presenza di una forma di sesso opposto al proprio, cioè la parte opposta, ed usare questa immagine per entrare, se si tratta di un maschio, nella parte femminile, per comprendere, percepire e vedere le sue richieste, i desideri interiori, le aspirazioni, e provare ad essere più sensibile verso tutto questo. E lo stesso vale per le donne.

Molto spesso le donne sono molto critiche ed esigenti con gli uomini. Gli uomini, invece, hanno bisogno di essere trattati come dei bambini, e le donne dovrebbero comportarsi come delle mamme. E’ così che dovrebbe andare. Sarebbe tutto più corretto.

L’uomo si trova sempre sotto l’influenza o della mamma o della moglie. Noi pensiamo che l’uomo sia completamente libero, ma in realtà non è vero. Nella società attuale, prima la mamma e poi la moglie controllano l’uomo. Questa sarebbe veramente la società corretta, perché la donna è più vicina alla natura, fa meno errori, ed è più equilibrata. Io sto parlando di situazioni ideali, di ciò che la natura ci ha fornito in pratica. E questa è la ragione per cui dobbiamo essere più sensibili gli uni rispetto agli altri.

Incominceremo a comprendere il Creatore quando avremo un’adeguata connessione reciproca. Il Creatore viene conseguito come l’elemento comune tra noi che siamo fatti di entrambe le parti. Egli è chiamato “Boreh”, dalle parole “Bo” e “Reh,” cioè “vieni” e “vedi”. Cosa significa “vieni” e “vedi”? Conseguiamo questa qualità e allora lo scopriremo dentro di noi – questo sarà il Creatore. E come Lo conseguiremo? Lo faremo proprio attraverso la connessione reciproca.

Questa è la ragione per cui una comprensione reciproca e corretta, insieme ad una adeguata vicinanza reciproca, con lo scopo di rivelare il Creatore, ci porterà a conquistare lo scopo.
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(Dalla 2.a lezione del Congresso di Mosca del 10.06.2011)

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Un sistema eccessivamente complesso richiede una soluzione adeguata

Opinion (dott. Pavel Tsygankov, professore all’università di stato di Mosca): Le leggi dei sistemi internazionali che abbiamo scoperto finora non sono abbastanza rigorose per spingerci ad usarle come base per formulare un’accurata previsione.
I sistemi complessi hanno una loro vita, e anche un controllo sulle parti separate del sistema non fornisce di per sé un controllo su tutto il sistema nel suo insieme. Ogni azioni compiuta all’interno dello schema di un sistema del genere ha delle conseguenze che non si possono determinare, né prevedere, né delineare.

Se volessimo prendere in considerazione i differenti punti di vista dei sette milioni di abitanti che ci sono sul nostro pianeta, i duecento governi che li controllano, gli innumerevoli enti autonomi, le migliaia di organizzazioni non governative, le aggregazioni religiose, le società etniche, il mondo dell’economia, il sistema in espansione delle telecomunicazioni, ed il crescente volume di informazioni, sarebbe ovvio che l’area delle relazioni internazionali è il sistema più complesso che si trova al di fuori della natura stessa.

Il mio commento: Stiamo arrivando alla conclusione che solamente la totale reciprocità che ci riconduce ad ogni singolo organismo potrà creare un sistema sicuro e salutare per tutti i sette miliardi di uomini della terra. Ma, per arrivarci, abbiamo bisogno di un nuovo genere di educazione, cioè un’educazione per uomini integrati. Ognuno di noi deve diventare la particella di un unico organismo. Allo stesso tempo, ogni uomo non dovrà diventare un robot. Al contrario, gli uomini inizieranno a percepire tutto il singolo organismo come proprio, ed in questo modo scopriranno la natura perfetta ed eterna.
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Il Creatore agli occhi della creatura

Solamente un piccolissimo punto nero, che si trova dentro una Luce infinita, ci separa dal Creatore. Ci si riferisce a questo punto come “all’esistenza dal nulla” (Yesh Mi Ain). Si tratta, in sostanza, della base primaria dell’intera creazione, della nuova realtà sprigionatasi “dal nulla”. Il resto deriva “dall’esistenza” dal Creatore.

Questo punto è creato dal Creatore, mentre tutta “l’esistenza” (Yesh), che è aggiunta a questo punto, deve giungere da noi, dai nostri sforzi. Così, alla fine, arriviamo all’uguaglianza con il Creatore, all’adesione, allo stesso Suo livello.

Prima di tutto, questo punto di creazione si sviluppa nelle quattro fasi di espansione della Luce Diretta, per cui questi quattro livelli di dazione inseriscono nel punto “dal nulla” tutti i principi basilari. Da parte della Luce non sono necessarie altre azioni; basta così. Il resto si manifesta come reazione di questo punto che è stato colpito dalla Luce, ha assorbito le sue proprietà, ed è, di conseguenza, in grado di agire da solo.

Dunque, dal mondo dell’Infinito, dallo stato in cui si era unito con la Luce, incomincia a ritirarsi per formare il nostro mondo attraverso le dieci “Sefirot dell’occultamento” (Sefirot Blima) che assorbono la Luce all’interno, dentro la creatura. Grazie a questo, la creatura cresce dal punto in cui è opposta al Creatore, raggiungendo la maggior distanza possibile da Lui, che è considerata come “questo mondo”.

Questa ritrazione del punto ( sia qualitativo che quantitativo) abbraccia tutte le proprietà e le posizioni. Di conseguenza, l’essere creato non ha alcuna qualità che sia in grado di coincidere nella minima parte possibile a quelle del Creatore. Noi pensiamo che questo significhi una caduta, una discesa, ma è assolutamente il contrario. Si tratta della rivelazione della nostra natura, il punto nero preciso che è stato creato dal Creatore!

Questo sviluppo è necessario per rivelare quanto questo punto “dal niente” sia opposto all’esistenza, a ciò che “esiste”. Si tratta di ciò che conseguiamo da tutta questa discesa, sebbene non in una volta sola, ma con il tempo, scendendo sempre più in profondità, quando raggiungiamo “questo mondo” e facciamo esperienza dello sviluppo del nostro egoismo, cioè ci rendiamo conto di essere in posizione opposta al Creatore. Perciò, attraversiamo tutti i livelli della natura, a partire dall’inanimato, vegetativo ed animato, fino a quando non raggiungiamo quello più basso in assoluto, “l’umano”.

L’essere umano raggiunge la consapevolezza di essere lontano ed opposto al Creatore e conclude che questo è il male. Dalla consapevolezza del male, egli continua a studiare se stesso ed il Creatore ancora di più, come “il vantaggio della Luce che proviene dalle tenebre” e capisce che è necessario correggersi. Quindi, egli raggiunge la vera opposizione al Creatore.

Quando l’uomo inizia la sua correzione, egli inizia, da una parte, a risalire verso il mondo dell’Infinito, eguagliandosi al Creatore. Dall’altra parte, così facendo, capisce ancora di più di essere opposto al Creatore.

Solamente alla fine completa della correzione (Gmar Tikkun), quando ritornerà al punto iniziale, Malchut dell’Infinito, egli otterrà la totale comprensione, consapevolezza e farà esperienza di ciò che l’esistenza (Yesh), la proprietà del Creatore, significa.

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 8.05.2011 “Tutti coloro che soffrono per il mondo”)

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