Una questione di proporzioni

Domanda: La vita nel nostro mondo si manifesta come un malanno senza fine, con poche pause per dare ad un uomo il tempo di rimettersi in piedi dopo un colpo, solo per poi riceverne un altro. Questa è la storia dell’umanità e la vita di ogni singola persona. Che genere di progresso è questo e dove sono i doni che il Creatore dona alla creazione?

Risposta: Immaginiamo che io sia una galassia lontanissima e che guardi alle infinite distanze dello spazio, cercando qualcosa in questo infinito. Accelero alla velocità della luce e, lentamente, attraversando miliardi di anni luce, mi avvicino alla nostra galassia, al nostro sistema solare, e alla nostra terra. Atterro sulla superficie della terra, e qui scopro gli uomini.

E’ difficile immaginare un raffronto in base al quale paragonare queste differenti proporzioni. Allo stesso modo, noi non comprendiamo in che genere di sistema ci troviamo. Sappiamo come effettuare le misurazioni e fare le ricerche in base ai nostri parametri e secondo le nostre proporzioni. Consideriamo il peso in base a quanto possiamo sollevare, la distanza in base a quanto riusciamo a vedere lontano, il bene ed il male – ciò che è bene e ciò che è male per noi. Tutto il nostro quadro di riferimento è un minuscolo frammento rispetto all’intera sovrastruttura e le nostre distinzioni sono poca cosa.

Però, ora noi stiamo parlando del sistema spirituale nel quale il nostro intero universo è impercettibilmente piccolo. Stiamo parlando di meccanismi che sono enormi a causa delle loro caratteristiche qualitative. Paragonato ad essi, tutto il nostro mondo si trova in una sola unica qualità – un piccolo desiderio egoistico che è tenuto in vita da una piccola scintilla di Luce. La materia di questo desiderio è creata come “qualcosa dal niente” attraverso la Luce che si è aperta una strada in essa, delineando un’esatta proiezione della creazione spirituale.

Ed ora, da questo stato, speculiamo sulla sofferenza di tutta l’umanità. Esatto, è così che ci sentiamo. Ogni uomo nega le cose in base alla propria imperfezione e giudica in base a quello che i suoi occhi vedono. Ma cosa si può fare? Questo è il modo in cui dobbiamo avanzare, ed in questo preciso momento non siamo in grado di percepire niente di più. C’è una tela gigantesca davanti a noi, ma non riusciamo a distinguerla.

Siamo soltanto in grado di comprendere leggermente il semplice fatto che c’è una mancanza di desiderio, ed una mancanza di vaso. Le domande dilagano: “Può il Creatore che non cambia cambiare? Può Egli creare una pietra che non può sollevare? Perché all’inizio ci ha fatti così imperfetti?” Ma tutti questi enigmi sono inutili.

Dobbiamo capire un principio basilare dalle nostre vite: dobbiamo attraversare degli stati opposti. Soltanto da questi opposti, riconoscendo il vantaggio della Luce dall’oscurità, formiamo il vaso per delle sensazioni più elevate. Quando acquisisco il vaso che è pronto per questo, il mondo si spalancherà davanti a me. Niente si nasconderà ai miei occhi dietro ad un muro di pietra. Devo semplicemente costruire il vaso dentro di me per vedere la realtà.

Questo sviluppo è necessario ed il Creatore non può realizzarlo prima del tempo. Perché? Per adesso, io non so il perché. Posso fare delle congetture, ma non arriverò a niente. Ignorerò ogni cosa, dicendo, “Non ci credo! Egli potrebbe farlo!” E non c’è niente altro davanti ai nostri occhi.

C’è però una regola: Il vantaggio della Luce si ottiene dall’oscurità. Ogni cosa viene valutata solamente dal suo opposto. Questa è la ragione per cui dobbiamo attraversare queste fasi passo per passo, formando i vasi che rivelano la realtà in cui ci troviamo.

Noi siamo nel mondo dell’Infinito, ma non ce ne rendiamo conto. Così sviluppiamo i nostri vasi. Ci è stata data l’opportunità di svilupparli o, detta in modo diverso, di correggerli. Ci sono stati dati di proposito dei desideri imperfetti che sono opposti a quelli corretti. A che scopo? Per farci crescere e riunirli, per comprendere e rivelare il mondo.

Non c’è altra strada da prendere. Ed inseguito giustificheremo la creazione. Il lungo processo, che dura parecchie migliaia di anni nel corso dei quali soffriamo, è la verità in base al nostro riferimento. Tuttavia, nella realtà non ci rendiamo conto in quale genere di proporzioni ci troviamo. Oltre a questo minuscolo “spazio”, c’è un mondo intero là fuori che non abbiamo mai visto. Siamo come dei vermi che vivono nei ravanelli – questo è l’esempio che fa Baal HaSulam.

Domanda: Ma perché si parla a questo verme di Colui che dona e del Suo amore?

Risposta: Per farlo aspirare a tutto questo, per fargli comprendere che c’è uno scopo per il quale vale la pena cercare di uscire dal ravanello. Inoltre, non si arriva soltanto a comprendere tutto questo, ma si ricevono anche i mezzi per farlo. Noi tutti siamo come i vermi dentro i ravanelli, ma se ognuno di noi iniziasse a spingere gli altri verso l’esterno, ce la faremmo ad uscire fuori.

Perciò, c’è una soluzione. Fintanto che ci sentiremo sazi di questo mondo, nessuno ci offrirà una spinta. Ma adesso ci stiamo trovando in un nuovo sistema globale e ci è stata data la soluzione.

(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2011, “Matan Torà [Il Dono della Torà]”)

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