Pubblicato nella '' Categoria

Definire i termini è la chiave per lo studio della Kabbalah

Alla fine della “Introduzione allo Studio delle dieci Sefirot”, punto 156, Baal HaSulam scrive che adottare le definizioni è di primaria importanza nello studio della Kabbalah. Devono essere a nostra disposizione, piazzati nelle nostre menti come in uno scaffale di libri in modo che io possa prendere il termine giusto anche senza pensare come io deva comprendere, sentire e immaginare il significato nascosto dietro ogni parola nel testo.

Altrimenti confonderò me stesso e genererò in me un’impressione e percezione sbagliate che non corrispondono alla verità. Questa è una chiave per lo studio della saggezza della Kabbalah. Se non decifri correttamente ciò che è scritto, ti confonderai completamente.

Non stiamo studiando con lo scopo di sapere quanti angeli siano in cielo e quali siano i loro nomi, e non stiamo memorizzando quali oggetti spirituali (Parzufim) esistono da qualche parte la fuori. Dobbiamo apprendere che tutto quello che è stato scritto è all’interno di noi, all’interno della nostra anima e che ancora non abbiamo rivelato.

Lasciamo che questo sistema spirituale sia ancora occulto per noi, ma all’interno di noi e non fuori da qualche parte. Non stiamo parlando sugli angeli in cielo, ma sulle forze interiori dell’uomo. Tutto è all’interno dell’uomo, e non esiste nient’altro oltre lui. Ci sembra che esistono altre persone intorno a noi, ma in realtà, sono tutte parti di me. È per questo motivo che la frase “ama il tuo prossimo come te stesso” sembra di parlare di un’altra persona finché arrivi a comprendere che si tratta di te, te stesso, e tutto appartiene a te.

I termini Kabbalistici devono sapersi a memoria, il che significa che devi essere attaccato al loro significato spirituale vero e non di immaginarlo nella tua attuale percezione. Quando mi trovo con parole come “sole”, “luna”, “su”, “giù”, “entrare” e “uscire” della Luce, tutti i termini più tecnici, e perfino quelli che sono scarsamente relativi a questo mondo, io devo ancora controllare me stesso per sapere se sto rimanendo nelle giuste definizioni. Questo eliminerà il 99% di confusione e sbagli.

Inoltre, non avrò bisogno di lunghe spiegazioni se io adotto le giuste definizioni. È per questo che è cosi importante studiare le appendici di ogni capitolo di Lo Studio delle Dieci Sefirot: “Tabella di domande e risposte sul significato delle parole”. Questo è perfino più importante che studiare il testo principale del libro.

Anche se ancora non riusciamo a ricordare tutte queste definizioni, a comprenderle o a sentirle, per lo meno dobbiamo vedere come queste definizioni spirituali differiscono da quelle dentro di noi perché generalmente abbiamo già un certo disegno materiale su ognuna di queste parole e concetti.
[45896]

(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 20.06.2011, Talmud Eser Sefirot)

Materiale correlato:

Laitman blog: Il bisogno di imparare i termini Kabbalistici
Laitman blog: Acquisire un dizionario spirituale

Il mondo non vede la soluzione

Domanda: Nonostante la mia intenzione sia egoista, se inizio a pensare per il bene degli altri e il benessere del mondo, questo può già considerarsi un’azione?

Risposta: Senz’altro. Per caso credi che donare il pane ai poveri sia in realtà un’azione? Questo causerà solamente l’esistenza di più persone povere in questo mondo.

La tua azione è quella di attrarre la Luce. Questo  e nient’altro ti riporta alla Fonte. Allora, su quale altra cosa dobbiamo pensare? Soprattutto in tempi in cui il mondo si trova con problemi e pericoli. Abbiamo bisogno soltanto della Luce. La mancanza della Luce è il motivo delle guerre, crisi, catastrofi e altri problemi.

Precisamente la mancanza di buone azioni della Luce evoca problemi nelle quattro fasi dello sviluppo – inanimato, vegetale, animato e umano. Il male che incontriamo è la mancanza della Luce.

Le punizioni non vengono dall’alto. Se devo ottenere una determinata ricompensa, la rivelazione del Creatore, similitudine e adesione a Lui ed io non lo faccio, allora io sperimento la rottura che questo crea come punizione o mancanza di benevolenza. Viceversa, raggiungendo questo, io sentirò una ricompensa.

Quindi, io sento punizione e ricompensa negli stessi desideri. Se io ho corretto e riempito il mio desiderio, questa è una ricompensa, ma se io non riesco a correggerlo e a riempirlo, allora è una punizione. Non ci sono penalità dall’alto. Io non ricevo una briciola oltre a quello che infliggo a me stesso. Io stesso creo la mia punizione.

Perciò, abbiamo solamente un compito – attrarre la Luce. Specialmente oggigiorno, considerando tutto quello che sta succedendo e accumulandosi nel mondo. Non ci sono altri mezzi.

Sono costantemente in contatto con persone che “sanno”, leggo tutti i tipi di articoli, visito diversi siti nella rete e seguo i giornali, ma non vedo offrire delle soluzioni da nessuna parte. Non possono offrire niente e non vogliono nemmeno pensarci perché non hanno la minima connessione con la correzione.

Proprio ieri parlavo di questo con un famoso scrittore e lui non diceva nulla – evitava di rispondere. Questo indica la mancanza di sensibilità, la mancanza di comprensione delle correzioni.

“Il mondo è tondo e dobbiamo unirci” dico io alle persone. “Giusto, ci stiamo muovendo in quella direzione” rispondono. Non si rendono conto di andare nella direzione opposta. Dopo tutto, alla fine, tutte le persone stanno rafforzando le proprie linee e movimenti. Non c’è nessuno con cui parlare.

Quindi, dobbiamo creare le condizioni con i nostri mezzi per far emergere una forza positiva. Soltanto allora le nostre onde si propagheranno attraverso tutto il mondo.

Nient’altro sarà d’aiuto. Noi non dipendiamo dagli altri, ma dobbiamo aiutarli per far sì che più tardi le persone possano cogliere queste onde, comprendere il loro messaggio e sentire che provengono da noi.

I materiali devono essere divulgati prima del tempo, ma nell’ essenza, la fonte di quelle onde è in noi. Perciò, la cosa più importante è quella di unirci, fonderci uno nell’altro sempre di più.

Io nutro grandi speranze nei prossimi congressi. Sono il mezzo con il quale noi dobbiamo portare nella vita unità, consolidamento, e mutuo interesse per il mondo e per la nostra correzione, che aiuterà il mondo.

È arrivato il tempo per la rivelazione del Creatore nelle creature. Questo mezzo è semplice e nelle nostre mani. Tutto quello che dobbiamo fare è di usarlo. Chiediamo al mondo di svegliarsi, ma, ci stiamo svegliando noi stessi?
[43306]

(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 17.05.2011, “Pace nel mondo”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Il mondo globale non è diviso in parti
Laitman blog: L’importanza della divulgazione della scienza della Kabbalah, parte 1

Scalare i livelli dei mondi spirituali

Domanda: E’ egoista l’amore della madre verso suo figlio e l’amore tra marito e moglie?

Risposta: Questo amore non è considerato egoista. Tutti i nostri desideri si dividono nei livelli, inanimato, vegetale, animato ed umano (1, 2, 3, 4). I livelli del desiderio inanimato che nascono nella persona sono simili ai desideri degli animali, solo che questi sono più sviluppati. Essi includono i desideri della madre in relazione a suo figlio oppure i desideri che appaiono tra gli sposi.

L’attitudine istintiva della madre verso suo figlio non è egoista. La natura obbliga un essere umano (la madre) a comportarsi in questa maniera per soddisfare il desiderio di un’altra persona (il figlio). D’altro canto, l’ego è il desiderio di provare piacere a spese di un altro essere umano, ovvero, è quando voglio sentirmi bene a spese di un altro. Anche il fatto che qualcuno si trovi in una cattiva situazione può darmi piacere.

Questo tipo di piacere potrebbe dividersi in molti livelli, ad esempio, posso ottenere piacere nel rendere schiava un’altra persona. Esiste anche il piacere nella possibilità di farle del male, di umiliarla e causarle sofferenza. Il piacere di sfruttare gli altri, più che un desiderio naturale di provare piacere, viene considerato egoista.

Il mio desiderio di ottenere piacere dagli alimenti saporiti, dalla comunicazione con i miei figli o da qualcosa nella vita che non fa del male a nessuno, non è considerato egoismo. Le azioni egoistiche sono dirette ad usare gli altri per un beneficio personale.

Riveliamo il nostro vero egoismo (spirituale) nel livello “umano” quando arriviamo al gruppo. Allora, cominciamo a sentire un’ostilità speciale verso ognuno e mettiamo un muro tra di noi.

In base alla misura in cui vogliamo riuscire ad avvicinare tutti, a studiare insieme, ad avere dei pasti in comune e ad unirci con il fine di raggiungere l’attributo della dazione, in questa misura sentiamo anche un odio più grande verso gli altri, un’avversione ed una ripugnanza nel connetterci. Il nostro ego si manifesta in questo momento in particolare. Questo non è presente nella gente comune; solo coloro che vogliono connettersi per raggiungere la spiritualità lo hanno. Queste persone scoprono che non possono farci niente. Perché? Perché più tardi svilupperanno una necessità per la forza superiore.

Da dove viene questa forza? È presente inizialmente in un sistema perfetto e scompare (si occulta) più tardi come risultato della sua frammentazione. Questa forza esiste, ma si nasconde dentro. Se cerco di unirmi ai miei amici e non sono capace di farlo, il mio livello di egoismo mi si rivelerà sempre di più (fino ad una certa misura). Questo sarà il mio primo livello spirituale, il 1° dei 125 dell’ascesa totale.

Lavoro a questo da mesi, fino a raggiungere lo stato in cui non sarò capace di superare me stesso. Allora, svilupperò il bisogno della Luce, la quale era solita riempirci e adesso è nascosta dentro e vorrò che arrivi, che si riveli e che ci connetta.

Questo requisito libera per me il primo livello spirituale; il mio amico, me e la Luce superiore tra di noi. Più tardi, il mio scopo sarà di raggiungere il prossimo livello, nel quale l’ego crescerà anche di più e scatenerà un odio che non sapevo neppure esistesse.

Sarò irritato e ripugnato per le piccole cose nel mio amico. Insieme, dovremo lavorare duro ed ascenderemo al secondo dei 125 livelli e così via fino alla fine della correzione.
[44827]

(Dalla 1° lezione del Congresso in Spagna del 3.06.2011)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 15.07.2011

Scritti di Rabash, Dargot HaSulam, Articolo 798
Video / Audio

Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione) 2, “Menorah Shekalim Questo Mese”, Punto 586, Lezione 24
Video / Audio

KFS, Prefazione Generale, Pagina 748, Punto 2, Lezione 3
Video / Audio

Materia e Forma nella Saggezza della Kabbalah, Lezione 1
Video / Audio

Una questione di proporzioni

Domanda: La vita nel nostro mondo si manifesta come un malanno senza fine, con poche pause per dare ad un uomo il tempo di rimettersi in piedi dopo un colpo, solo per poi riceverne un altro. Questa è la storia dell’umanità e la vita di ogni singola persona. Che genere di progresso è questo e dove sono i doni che il Creatore dona alla creazione?

Risposta: Immaginiamo che io sia una galassia lontanissima e che guardi alle infinite distanze dello spazio, cercando qualcosa in questo infinito. Accelero alla velocità della luce e, lentamente, attraversando miliardi di anni luce, mi avvicino alla nostra galassia, al nostro sistema solare, e alla nostra terra. Atterro sulla superficie della terra, e qui scopro gli uomini.

E’ difficile immaginare un raffronto in base al quale paragonare queste differenti proporzioni. Allo stesso modo, noi non comprendiamo in che genere di sistema ci troviamo. Sappiamo come effettuare le misurazioni e fare le ricerche in base ai nostri parametri e secondo le nostre proporzioni. Consideriamo il peso in base a quanto possiamo sollevare, la distanza in base a quanto riusciamo a vedere lontano, il bene ed il male – ciò che è bene e ciò che è male per noi. Tutto il nostro quadro di riferimento è un minuscolo frammento rispetto all’intera sovrastruttura e le nostre distinzioni sono poca cosa.

Però, ora noi stiamo parlando del sistema spirituale nel quale il nostro intero universo è impercettibilmente piccolo. Stiamo parlando di meccanismi che sono enormi a causa delle loro caratteristiche qualitative. Paragonato ad essi, tutto il nostro mondo si trova in una sola unica qualità – un piccolo desiderio egoistico che è tenuto in vita da una piccola scintilla di Luce. La materia di questo desiderio è creata come “qualcosa dal niente” attraverso la Luce che si è aperta una strada in essa, delineando un’esatta proiezione della creazione spirituale.

Ed ora, da questo stato, speculiamo sulla sofferenza di tutta l’umanità. Esatto, è così che ci sentiamo. Ogni uomo nega le cose in base alla propria imperfezione e giudica in base a quello che i suoi occhi vedono. Ma cosa si può fare? Questo è il modo in cui dobbiamo avanzare, ed in questo preciso momento non siamo in grado di percepire niente di più. C’è una tela gigantesca davanti a noi, ma non riusciamo a distinguerla.

Siamo soltanto in grado di comprendere leggermente il semplice fatto che c’è una mancanza di desiderio, ed una mancanza di vaso. Le domande dilagano: “Può il Creatore che non cambia cambiare? Può Egli creare una pietra che non può sollevare? Perché all’inizio ci ha fatti così imperfetti?” Ma tutti questi enigmi sono inutili.

Dobbiamo capire un principio basilare dalle nostre vite: dobbiamo attraversare degli stati opposti. Soltanto da questi opposti, riconoscendo il vantaggio della Luce dall’oscurità, formiamo il vaso per delle sensazioni più elevate. Quando acquisisco il vaso che è pronto per questo, il mondo si spalancherà davanti a me. Niente si nasconderà ai miei occhi dietro ad un muro di pietra. Devo semplicemente costruire il vaso dentro di me per vedere la realtà.

Questo sviluppo è necessario ed il Creatore non può realizzarlo prima del tempo. Perché? Per adesso, io non so il perché. Posso fare delle congetture, ma non arriverò a niente. Ignorerò ogni cosa, dicendo, “Non ci credo! Egli potrebbe farlo!” E non c’è niente altro davanti ai nostri occhi.

C’è però una regola: Il vantaggio della Luce si ottiene dall’oscurità. Ogni cosa viene valutata solamente dal suo opposto. Questa è la ragione per cui dobbiamo attraversare queste fasi passo per passo, formando i vasi che rivelano la realtà in cui ci troviamo.

Noi siamo nel mondo dell’Infinito, ma non ce ne rendiamo conto. Così sviluppiamo i nostri vasi. Ci è stata data l’opportunità di svilupparli o, detta in modo diverso, di correggerli. Ci sono stati dati di proposito dei desideri imperfetti che sono opposti a quelli corretti. A che scopo? Per farci crescere e riunirli, per comprendere e rivelare il mondo.

Non c’è altra strada da prendere. Ed inseguito giustificheremo la creazione. Il lungo processo, che dura parecchie migliaia di anni nel corso dei quali soffriamo, è la verità in base al nostro riferimento. Tuttavia, nella realtà non ci rendiamo conto in quale genere di proporzioni ci troviamo. Oltre a questo minuscolo “spazio”, c’è un mondo intero là fuori che non abbiamo mai visto. Siamo come dei vermi che vivono nei ravanelli – questo è l’esempio che fa Baal HaSulam.

Domanda: Ma perché si parla a questo verme di Colui che dona e del Suo amore?

Risposta: Per farlo aspirare a tutto questo, per fargli comprendere che c’è uno scopo per il quale vale la pena cercare di uscire dal ravanello. Inoltre, non si arriva soltanto a comprendere tutto questo, ma si ricevono anche i mezzi per farlo. Noi tutti siamo come i vermi dentro i ravanelli, ma se ognuno di noi iniziasse a spingere gli altri verso l’esterno, ce la faremmo ad uscire fuori.

Perciò, c’è una soluzione. Fintanto che ci sentiremo sazi di questo mondo, nessuno ci offrirà una spinta. Ma adesso ci stiamo trovando in un nuovo sistema globale e ci è stata data la soluzione.

(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2011, “Matan Torà [Il Dono della Torà]”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Noi non esistiamo ancora
Laitman blog: Il mosaico dell’universo dove manchi tu