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Lezione Introduttiva: “Sviluppo della Vita” – 12.07.11

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “Sviluppo della Vita”
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Non Gridare “No!” in piedi sulla soglia

Domanda: Quando una persona riceve un colpo dal Creatore, lui o lei deve capire logicamente che le è di beneficio; però viviamo mediante le nostre sensazioni e pertanto dobbiamo passare dalla comprensione mentale ad una sensazione autentica che è veramente per il nostro bene. Come avviene questo passaggio?

Risposta: Scopri che il Creatore non ti manda dei colpi, in realtà non sono colpi; è solo che il Creatore ti sveglia poiché Lui ti ama e desidera portarti allo stato più benefico. Scoprirai che il Creatore lo ha fatto intenzionalmente per elevarti un po’ al di sopra del tuo egoismo in cui ti trovi e che Lui non ha alternativa.

Supponi di essere in stato di incoscienza ed hai bisogno di essere rianimato, di riprenderti. Ovviamente mentre ti risvegli e recuperi la coscienza, ti senti male e soffri a causa delle ferite poiché hai perso la coscienza mentre eri in una condizione critica. Adesso ti stanno rianimando ed i dottori si rallegrano: “Il paziente è ritornato!”; ma perché sono così felici? Adesso stai gridando, ti lamenti e soffri … Non sarebbe stato meglio lasciarti in stato di incoscienza? Certamente no!

Adesso capisci dove ti fa male e perché, adesso devi solo creare in te l’attitudine corretta verso questa sofferenza: “Mi fa male dove non ho la connessione corretta con il Creatore”. Lui mi sta risvegliando, sta desiderando che ci amiamo nel primo gradino di affinità: il mio primo grado spirituale.

Da questo primo grado, Lui irradia la Sua attitudine verso di me, mi illumina con la Sua Luce e sento questo primo gradino spirituale nelle sue diverse manifestazioni come uno stato cattivo, poiché il mio ego non sopporta questo stato di dazione, di amore per gli altri, di connessione al di fuori di me. Sperimento l’oscurità, la malvagità ed il dolore. “Non lo voglio!”.

È vero! Sono conscio del fatto che non lo voglio, che mi sento male. Chi mi sta dando questo stato? Il Creatore? Perché lo fa? Lui mi indica che se adesso faccio uno sforzo per elevarmi al di sopra delle mie sensazioni e cambio la mia attitudine con quella desiderata dal Creatore, che Lui mi sta mostrando, allora entreremo in contatto, e questo deve succedere!

Però tu sembri rifiutarlo: “No, fa male! Allontanati da me! Non ho bisogno di sofferenza né di ricompensa! Non voglio niente! Bene se non vuoi, non vuoi, che possiamo fare …

Cosa può fare il Creatore? A qualsiasi ritmo, Lui ha dei piani per te. Lui capisce che sei uno stupido, così ti “circonda”: ti da ogni tipo di sofferenze e problemi nella vita, al di fuori di qualsiasi connessione con Lui, e non capisci, né senti che è Lui che ti sta risvegliando. Lui ti tira e ti punge da tutte le direzioni e regola i conflitti, le disgrazie ed i problemi per te.

Così ti stanca e richiama la tua attenzione affinché tu possa ricordarlo: “vedo … esiste il Creatore! Forse i miei problemi sono giustificati, forse è per il mio bene”. A questo punto cambi la tua attitudine. Le sofferenze addolciscono la carne e sei disposto a sopportare di più.

Allora Lui dispone le stesse condizioni del primo grado di adesione a Lui una volta ancora e questa volta la tua attitudine è differente. Francamente, non è molto conveniente e non ci si sente molto bene. È poco piacevole, ma possiamo sopportarlo. Adesso cominci a capire che l’incontro con il Creatore è al di sopra delle sensazioni piacevoli all’interno del tuo ego e devi elevarti al di sopra delle tue sensazioni piacevoli animate.

Possiedi già un certo grado di tolleranza e disposizione a soffrire ed allora cominci a lavorare con l’aiuto del gruppo. Non gridi più: “No”, stando sulla soglia. Sai di avere un gruppo, l’ambiente; vedi che il Creatore non ti ha ancora abbandonato e che sei ancora unito a Lui mediante l’alleanza.

Cominci ad impiegare tutto l’ambiente che Lui ha organizzato nella tua vita, come un mezzo affinché ti elevi al di sopra della tua percezione e cominci a costruire delle relazioni usando la mente, basate sull’analisi del “vero o falso” invece di “amaro o dolce”.

Questo è un discernimento di un umano invece che di un animale: “Come devo costruire la mia relazione con il grado spirituale per potermi elevare al di sopra della mia cattiva sensazione e non percepirla come tale? Non posso evitarlo è necessario per me se voglio restare connesso con il Creatore”.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 1.05.2011, Baal HaSulam, lettera 19)

La rivoluzione della Luce

Domanda: E’ possibile spiegare il metodo Kabbalistico usando i termini della scienza moderna?

Risposta: Si può spiegare la trasformata matematica di Fourier ad una mucca? Si tratta di livelli differenti. Un uomo che non ha il “sesto senso”, il punto nel cuore, non può capire di cosa si sta parlando. Non ne sente il bisogno e, perciò, non ha senso parlargliene. Quindi, nella nostra grande divulgazione, ci dobbiamo adeguare ai desideri delle masse piuttosto che a quelli di coloro che studiano la Kabbalah.

Nel corso di tutte le generazioni, il mondo non ha capito i Kabbalisti. Ed il mondo ha ragione: dal loro livello, gli uomini non sono ancora in grado di capirli. E’ scritto nei Salmi, “Tu salvi gli uomini e gli animi…” –ma quando? Oggi non si può spiegare agli uomini l’intenzione altruistica Lishma. E’ perfino difficile parlare loro di un argomento come la percezione della realtà. E’ un tema affascinante e provocatorio, ma essi non ne capiscono e non ne colgono l’essenza, perché proprio non riescono a farlo.

Perché un uomo possa essere veramente capace di ascoltare le parole sulla correzione dei suoi desideri, egli ha bisogno di un livello di desiderio in più. Ma, fino ad allora, noi possiamo solamente accelerare il suo sviluppo usando dei mezzi esterni. In un modo o nell’altro, fintanto che non sente la puntura nel suo cuore, egli non comprenderà le nostre spiegazioni.

Questo è il modo in cui il mondo è strutturato. Gli uomini si trovano su diversi livelli di sviluppo, e anche alla fine della correzione rimarranno i livelli inanimato, vegetativo, animato ed umano. Pertanto è scritto, “Tutti Mi conosceranno dal più piccolo al più grande tra di loro,” cioè ogni uomo in base al proprio livello.

Verrà il momento in cui vedremo come gli uomini incominceranno ad afferrare le nostre parole: alcuni per mezzo di termini scientifici, altri per mezzo del linguaggio delle sensazioni, altri ancora grazie ai semplici esempi, tutto servirà all’uomo per unirsi agli altri. Alcuni uomini devono conseguire e percepire l’adesione, hanno bisogno di prendervi parte attivamente, mentre per altri non serve. Tutto è determinato dai propri desideri.

Non dovremmo pensare che ogni uomo riceva il desiderio per la dazione e la rivelazione del Creatore nella stessa misura. Infatti, ogni uomo ne riceverà in base al proprio vaso, che sarà colmato grazie all’inclusione comune con gli altri vasi.

Questa è la ragione per cui i Kabbalisti hanno nascosto la loro conoscenza fino ad oggi. Ma adesso questa conoscenza può essere rivelata, sebbene ogni uomo ne ascolterà solamente una parte insignificante. Nonostante questo, nella sua totalità la Luce ha iniziato a lavorare sulla grande massa del desiderio comune. Questa è la rivoluzione che sta succedendo nel mondo oggi. La crisi moderna è essenzialmente un’ inclusione reciproca dei desideri.

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah dello 07.05.2011, Shamati)

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Il divorzio babilonese

Non abbiamo la minima idea sul futuro dell’ordine del mondo perché siamo entrati in un sistema di forze che non si era mai manifestato prima nel nostro mondo. Come natura, il Creatore si avvicina a noi, diventa sempre più evidente, sempre più chiaro. Quindi, noi dobbiamo rivelare il mondo superiore, cioè il sistema di governo della forza superiore, la Luce.

Mentre questa forza esterna ci avvicina, mentre splende su di noi, sulla nostra società, e nel mondo in maniera più percettibile, con più intensità, noi sentiamo la nostra opposizione a questa forza. Non sentiamo la forza in se, ma sentiamo la nostra inabilità a sistemarci almeno un poco.

Il mondo è diventato imprevedibile. Le persone ricorrono a indovini e credono perfino nei miracoli. Come può accadere questo nella nostra era illuminata? Come possiamo credere in questo dopo il ventesimo secolo? Ogni anno, e a volte diverse volte l’anno, abbiamo appuntamento con il giudizio universale e altri eventi apocalittici.

Inoltre, ci troviamo nel rigido abbraccio della natura che inaspettatamente genera crisi di tsunami, uragani, eruzioni vulcaniche, incendi, inondazioni e altro ancora. Gradualmente tutto va fuori controllo, fuori da quel delicato equilibrio nel quale ci trovavamo. Questo è cosi perché siamo a una svolta. Abbiamo attraversato questa svolta, in una scala sociale minore, nell’antica Babilonia. La globalità del genere umano era concentrato là, e anche allora, si scoprì che era una piccola società molto chiusa.

Oggigiorno, anche se siamo sette miliardi di persone, siamo una società chiusa. All’improvviso ci siamo trovati insieme in “corto-circuito”. Ci troviamo dipendenti uno dall’altro. Dall’altra parte, siamo come una coppia prima del divorzio. Ci odiamo mutuamente, anche se condividiamo un appartamento. Ne dovremmo uscire, non possiamo stare insieme, ma delle bugie comuni ci legano insieme. Questo è “l’appartamento condiviso” nel quale ci troviamo adesso sulla Terra.

Tempo addietro, questo si fece evidente in un piccolo territorio, in Mesopotamia 3700 anni fa. Allora, per la prima volta, le persone cercarono di trovare una soluzione. Da una parte si trovavano nello stesso posto in totale e completa interdipendenza. Dall’altra, si odiavano in tal modo che lottavano per stare lontani uno dall’altro. Due forze opposte, due tendenze forti che separavano la società. Allora, infatti, due metodi furono suggeriti.

Il primo metodo era la correzione della loro natura. “Correggiamo l’egoismo che ci separa, che ci distanzia, che ci allontana uno dall’altro. Allora, potremmo vincere. Potremmo diventare una singola entità di mutuo supporto. Potremmo avere enorme potere, e potremmo veramente edificare una “torre verso il cielo”, la torre dell’amore mutuo, di operazione e unità, la forza positiva”.

Quindi, potevano diventare uguali alla natura poiché tutto in natura è interconnesso. Tutti i suoi livelli – inanimato, vegetativo e animato- agiscono sempre in mutua armonia, e solamente l’umano con il suo egoismo si sente superiore alla natura e crede di poter fare tutto ciò che vuole. Tuttavia, se comprende le leggi della natura e si muove in conformità ad esse, per una relazione armoniosa, allora lui potrebbe sentire tutta la sua capacità e potere. Lui potrebbe comprendere e realizzare il suo scopo, la sua essenza.

Questo è quello che fu suggerito dagli addetti alla correzione umana, ma, sfortunatamente, l’umanità (circa tre milioni di persone tra il Tigri e l’Eufrate) scelse un percorso diverso. Come sposi dopo un matrimonio fallito, decisero che conveniva “spostarsi”, dividere il loro appartamento condiviso e rompere il contratto. Perciò le persone si dispersero nel mondo.
Molte fonti antiche narrano questa storia. Da quei tempi noi abbiamo in Kabbalah un libro intitolato Il libro della creazione. L’abbiamo nel nostro archivio, anche in russo.

Il libro chiamato Il grande commentario è apparso più tardi. Anche questo descrive gli eventi nell’antica Babilonia e di come le persone furono incapaci di risolvere il loro problema sull’unità. Per fare ciò, dovevano lavorare sul loro egoismo, superarlo attraverso un metodo speciale, che richiedeva uno sforzo più interno e morale che semplicemente separarsi fisicamente uno dall’altro e fare quello che desideravano tutti, ognuno al proprio angolo.

Josephus Flavius descrive dove andarono le persone, in quali luoghi. Più avanti, tutte le credenze e religioni ebbero origine da loro, tutto basato sull’egoismo, tutto quello che l’egoismo sostiene.
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(Dalla prima lezione della Convenzione di Mosca del 10.06.2011)

Non trarre conclusioni affrettate

Baal HaSulam, “La Pace”: Quando un elemento ci sembra cattivo e dannoso, non è altro che un’autoaffermazione di questo elemento, il quale è ancora in fase di transizione nel suo processo di sviluppo. Pertanto, non possiamo decidere cosa è cattivo, e non è molto saggio da parte nostra emettere una sentenza su questo.

Questo passaggio parla delle persone con giudizio e non di quelle che, come animali, non sanno dove vivono, perché e a quale scopo. A differenza di questi ultimi, le persone che desiderano esplorare se stesse e la natura arrivano alla conclusione che viviamo in un mondo in evoluzione, cominciando dal Big Bang fino ai giorni nostri. I livelli, inanimato, vegetale, animato e parlante si sviluppano gradualmente, dalle forme più semplici a quelle più complesse.

Come risultato, non possiamo fare una stima assoluta di niente, di nessuna creatura, azione od evento, visto che non possiamo vedere cosa germoglierà da questo finale. Solo quando la frutta sull’albero matura completamente possiamo renderci conto che questa succosa e dolce mela è pronta a deliziarci.

Allora, vedremo che dovevamo attraversare tutti gli stati precedenti ed in che modo dovevano essere usati. Ciò può essere imparato solo osservando tutte le forme intermedie, arrivando allo stato finale, vedendo la forma finale e verificando come applicarla. Se tuttavia, non siamo arrivati alla fine del nostro sviluppo, incluso nei livelli, inanimato, vegetale o animato, non possiamo dire di sapere già cosa succede. Dopotutto, ogni cosa è pesata e valutata esclusivamente per il risultato finale.

Tutto si impara con l’esperienza. Un saggio non spia il futuro, ma trae conclusioni basandosi sul cammino che ha percorso. Pertanto, è detto: “Nessuno è così saggio come quello che ha sperimentato”. Quindi, non c’è niente di cattivo o di buono al mondo ma tutto è necessario.

Tutto ha il suo luogo, tempo, ragione e necessità di esistere, e solo alla fine impariamo che tutto si supponeva essere nella maniera in cui è stato. Solo nella linea finale possiamo trarre qualche conclusione su qualcosa.

Questo ha relazione con tutte le parti della realtà ed ancora di più con noi. Solo nella tappa finale dell’evoluzione possiamo trarre delle conclusioni ed esprimere delle opinioni su di noi: cosa e chi siamo, perché ed a quale scopo.

Intanto, con tutte queste esplorazioni, acquisiamo esperienza ed impariamo dai nostri errori. Alla fine capiamo che niente in natura deve essere cancellato, poiché non capiamo la ragione di nessun fenomeno. Precedentemente, l’uomo voleva trasformare la natura, “modellarla” affinché si adattasse a lui, il che ha solo peggiorato le cose.

Dobbiamo interferire con la natura il meno possibile e trattarla con estrema attenzione. In altre parole, dobbiamo restringere il nostro egoismo ed usarlo solo il necessario, come gli animali. Dopotutto, in questo mondo, nei nostri corpi, siamo simili a loro e pertanto, non possiamo prendere dalla natura di più di quello che il nostro corpo ha bisogno. Allora, ci evolveremo in essa correttamente, senza danneggiarla.

Nella “Prefazione al libro Panim Meirot uMasbirot”, Baal HaSulam spiega che anche i saggi non kabbalisti, come Platone ed Aristotele, sollevano ammonire di non passare la conoscenza scientifica alle masse. Temevano che le persone cominciassero a sviluppare delle tecnologie e ad ottenere dalla natura di più di quello che il corpo richiedesse, fino a distruggere la terra.

Pertanto, dobbiamo essere in armonia con la natura per svilupparci nel suo ambiente in modo corretto.
[41906]

(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 1.05.2011: “La Pace nel mondo”)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 12.07.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 117 “Ho lavorato e non ho trovato, non credere”
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione) 2, “Tu Farai una Tavola”, Punto 519, Lezione 21
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TES, Parte 1, Tabella di Risposte per Argomento, Punto 59, Lezione 37
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KFS, Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 577, Punto 23, Lezione 16
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KFS, Matan Torà (Il Dono della Torà), Pagina 249, Punto 17, Lezione 12
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