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Un momento per la riflessione

Oggi il mondo intero è in crisi e ci stiamo avvicinando lentamente a problemi ancora più grandi in tutti i luoghi e le aree della vita. Tutto quello che abbiamo fatto in questo mondo è stato fatto in maniera deficitaria, perché siamo cresciuti sotto il governo dell’egoismo. Non ci possiamo aspettare niente di buono da nessun posto, perché abbiamo lavorato sempre per il bene del nostro ego.

Adesso, il male viene rivelato gradualmente, goccia a goccia, in diversi posti ed in ogni opportunità per evitare di sprofondare nel nostro stesso dolore. Se il dolore diventa molto forte, non saremo capaci di pensare a nient’altro eccetto a come sbarazzarcene. Non saremo più interessati alla sua causa ed effetto, vorremo solo che questo cessi.

Tuttavia, se il dolore viene ad ondate e tutto il tempo diminuisce o diventa più severo, lasciandomi il tempo sufficiente per riflettere su di esso, allora comincio a cercare da dove, perché viene e come sbarazzarmene. Il Creatore fa questo gioco con noi e come risultato, troviamo una soluzione.

Prima di tutto, dobbiamo studiare la causa e questa si trova in opposizione alla nostra natura. Le nostre proprietà sono opposte a quelle del Creatore e pertanto, quando Lui si avvicina, ci sentiamo male! E quanto più si avvicina, peggio ci sentiamo! È come il caso del ladro che è meglio allontanare dal tesoro e non dargli l’opportunità di commettere un crimine. È la stessa cosa con noi.

Pertanto, specialmente adesso, ai giorni nostri, il Creatore viene rivelato molto lentamente e gradualmente, per darci il tempo di pensare. Viene leggermente rivelato e ci sentiamo male. Per esempio, un paio di anni fa irruppe una crisi e adesso le persone dicono che certamente è terminata; però non è rimasta indietro, ci è stato dato semplicemente il tempo di pensare e di esplorare! Presto, esploderà un nuovo colpo, in molti livelli e di vario genere e dopo, ci sarà un periodo di calma.

Così il Creatore ci insegna e ci da le opportunità di cercare le ragioni, affinché alla fine, lo riveliamo come la fonte di tutto quello che succede. In relazione al nostro egoismo, Lui appare come la fonte di tutti i mali. Allora capiremo perché ci sentiamo male: è per la nostra opposizione al Creatore.

Cosa possiamo fare per sentirci bene? Il Creatore è perfetto, dobbiamo solo cambiare noi stessi. Così, gradualmente, ci renderemo conto di cosa dobbiamo correggere. L’umanità arriverà certamente a questo sotto i colpi metodici e periodici che arriveranno in tutti i modi a qualsiasi nazione, a qualsiasi persona, imparando in questo modo.

Tuttavia, dobbiamo rivelare il metodo alle persone, affinché rivelino più in fretta da dove e perché arrivano i colpi. Mediante questo, faciliteremo lo sviluppo di tutta l’umanità. Questo è chiamato “portare la Luce alle nazioni”, cioè, alle persone che ancora non capiscono perché vengono colpite.

Per svilupparci consciamente, le persone devono scoprire la causa e lo scopo dei colpi. Come risultato, tutto il corso dello sviluppo cambia molto. Coloro che possiedono il metodo della correzione devono fare questo per tutto il mondo.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.06.2011, Shamati N.241)

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I Kabbalisti sulla natura dell’uomo e sulla natura del Creatore, Parte 3

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’essenza dell’uomo è il desiderio di ricevere

Tutti i vasi ed i corpi, tanto dei mondi spirituali, quanto dei mondi fisici, sono considerati sostanza spirituale o corporea, la cui natura è il desiderio di ricevere.

-Baal HaSulam, “La Libertà

La creazione si riferisce all’apparenza (in relazione a se stessa) di qualcosa che non esisteva prima (di questa realizzazione). Questa è considerata come esistenza dall’assenza (e nel realizzarla, è chiamata “creatura”). Tuttavia, come possiamo immaginare qualcosa che non è inclusa in Lui, visto che Lui è onnipotente ed include tutti insieme? Ed anche, quello che non è Lui non si dà.

Come abbiamo detto, tutta la creazione che Lui ha creato, sono solo i Kelim (plurale di Kli) delle anime, i quali sono il desiderio di ricevere. Questo è molto chiaro, visto che Lui, per forza, non ha un desiderio di ricevere, dato che, da chi Lui potrebbe ricevere? Pertanto, questa è davvero una nuova creazione, senza traccia di quello che era esistito anteriormente, ed è pertanto considerata esistenza dall’assenza (il Creatore la riempie).

-Baal HaSulam, “Introduzione alla Prefazione alla saggezza della Kabbalah”, Punto 4

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C’è un posto per ogni cosa

Anche nel mondo materiale non abbiamo la possibilità di diventare una nazione che vive in un proprio paese, o in una propria terra, a meno che, prima, non ci correggiamo spiritualmente. Solamente le forze che discendono dall’alto costruiscono le condizioni in cui ci troviamo qui.

In generale, dobbiamo tentare di capire che cos’è il mondo materiale al meglio delle nostre capacità. Non si tratta dell’obbiettivo, ma del mezzo più piccolo e più esteriore per incominciare ad ascendere. In questa realtà materiale estremamente difettosa, che si trova al livello più basso possibile, dobbiamo incominciare a compiere il lavoro dell’unione per entrare nel mondo spirituale.

Dopo di che ci rivolgeremo a tutte le altre nazioni e mostreremo loro questo lavoro in modo che anch’esse si uniranno tra di loro. Di conseguenza, tutti noi, cioè il mondo intero, diventeremo una cosa sola, un’unica famiglia, ed incominceremo allora ad ascendere al suo livello spirituale. Questo è il solo modo in cui ci renderemo conto della nostra predestinazione, della ragione per la quale esistiamo.

Dobbiamo dare ad ogni cosa la sua propria importanza: al nostro mondo rispetto al mondo spirituale, alla nazione materiale di Israele rispetto alla sua analoga spirituale, allo stato materiale di Israele rispetto alla terra spirituale di Israele. Ogni cosa deve avere il proprio posto in base allo scopo finale. E’ precisamente questo che determina l’importanza di un oggetto ed i mezzi per usarlo.
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(Dalla 4.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10.05.2011 “ereditare la terra”)

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Non ci sono errori, ma solo rivelazioni!

Domanda: E’ possibile non fare errori lungo il cammino spirituale?

Risposta: A dirti il vero, noi non facciamo errori. Riveliamo il desiderio non corretto, che nella realtà non si presenta come un desiderio danneggiato, ma che serve a fornirci il contrasto e la differenza che esistono tra due stati opposti. Se non fosse così, non percepiremmo alcuno stato.

Perciò, errori e disgrazie non ci riguardano mai. Lo stato opposto deve essere rivelato. Noi siamo delle creature, e non siamo in grado di percepire alcun fenomeno di per se stesso. Possiamo soltanto percepire un fenomeno attraverso la misurazione, la valutazione e la percezione di esso rispetto a qualcosa d’altro. Ci deve essere un “io” e un “ciò che io sento”, un oggetto rispetto ad un altro.

E’ impossibile percepire alcun fenomeno di per sé, perché questa sarebbe la percezione del Creatore prima che creasse la creazione, quando è perfino impossibile dire di Lui che è il bene e che fa il bene. Per chi Egli è il bene? Per chi fa il bene? Infatti, il bene può essere valutato soltanto rispetto al male che già esiste.

Perciò, non possiamo nemmeno parlare dell’essenza del Creatore nel modo in cui tentano di ragionarci sopra i filosofi, perché non abbiamo la capacità di percepire questa essenza, e nemmeno le parole per descriverla. La creazione inizia nello stato di opposizione al Creatore, in una seppur minima distanza da Lui. Questa “minima distanza” dona alla creazione il suo status, la sensazione di una cosa opposta all’altra – bianco contro nero, “il vantaggio della Luce deriva dall’oscurità”. In questo caso, c’è qualcosa di cui parlare.

Noi non sappiamo nemmeno come un fenomeno possa esistere di per sé. Possiamo forse creare qualche forma che non abbia delle caratteristiche, dei limiti, peculiarità, e tonalità di colori – niente di tutto questo? Non siamo in grado di percepire questo genere di cose. E’ qualcosa che non percepiamo. Se non sono presenti delle sfumature o delle caratteristiche, allora non sviluppiamo alcuna percezione.

Infatti, tutti i nostri sensi, come i cinque sensi terreni, sono costruiti sul fatto che una certa influenza colpisce le mie terminazioni nervose, e allora io ricevo una certa impressione: visiva, uditiva, tattile, olfattiva o gustativa. Abbiamo bisogno delle terminazioni nervose, ci deve essere un contatto, una reciproca interazione tra due opposti – e allora arriveremo alla percezione. Se non ci sono contatti, allora non si ha alcuna sensazione. Quando incomincio a percepire il Creatore? Dal momento del contatto (Hakaa), dello scontro tra il desiderio e la Luce.

(Dalla lezione del 24.06.2011, Gli scritti del Rabash)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 11.07.2011

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