La diffusione della Kabbalah in Israele

Domanda: Mi sento come se fossimo seduti accanto al letto di morte di una persona, discutendo quale pillola possiamo dargli per alleviargli il dolore. La nostra priorità deve essere quella di innestare la Luce attraverso lo studio. Pur tuttavia, quando la questione riguarda Israele, ci sembra di essere bloccati.

Risposta: Qui, riceviamo dei colpi in un’altra forma; perciò, dovremmo avvicinarci agli uomini di Israele in un modo diverso. Dobbiamo renderli consapevoli di ciò che sta succedendo in Europa ed in altre parti del mondo, e intanto spiegare loro quali minacce possono rappresentare questi processi quando raggiungeranno il nostro paese.

In Israele, questi processi non si manifesteranno nel collasso dell’economia, ma nella pressione che arriverà dall’esterno, nei problemi di sicurezza. Non si tratterà di lavoro o di cibo; i conti non si faranno a questo livello, ma al livello della nostra missione, del nostro compito davanti al mondo. Questo è ciò di cui dobbiamo rendere consapevoli gli uomini di Israele.

Tuttavia, al momento, la nazione non è ancora pronta per affrontare questa situazione, nemmeno nella minima misura possibile. Perciò, gli uomini si chiuderanno semplicemente le orecchie e non si guarderanno nemmeno intorno. Per adesso, almeno non ci offenderanno. Ma se incominceremo a spingerli all’azione, essi si allontaneranno da noi. Una cosa è “stare insieme nel bene”, ed è completamente un’altra faccenda ascoltare i guai che ci obbligano a fare qualcosa al riguardo. “Chi sei tu per dircelo, oltretutto?”

Molti ambienti saranno felici di questi cambiamenti di situazione e vorranno farci crollare. Però, fintanto che continueremo a parlare d’amore, avranno qualcosa di cui preoccuparsi.

Dunque, dobbiamo usare un approccio molto sottile in questo caso. Oggi, non sento un impulso a fare nessun drastico movimento verso la divulgazione in Israele. Non farebbe altro che allontanare gli uomini da noi. Per il momento, questi uomini non sono disposti ad ascoltarci e non ascolterebbero di più.

Sfortunatamente, questo è ciò con cui abbiamo lavorato finora. Aggiungendo un po’ di “foga” al nostro lavoro, da buoni Samaritani, diventeremmo, ai loro occhi, dei moralisti e dei predicatori.

Dobbiamo prendere il cammino dell’amore e del bene invece di costringere gli uomini al sostegno reciproco: “Prendiamoci cura gli uni degli altri, amiamoci ed uniamoci.” Nessun cartellone con scritte del tipo: “Avete sottoscritto il sostegno?!” No, noi desideriamo essere dei garanti per voi.

Noi possiamo avvicinarci a questa nazione in nessun altro modo – solamente con l’amore. Solo se gli uomini inizieranno a sentirsi schiacciati dalle circostanze, saremo in grado di spiegare loro da dove e perché questa pressione viene caricata su di loro.
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(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.06.2011, “Matan Torah” (Il Dono della Torà)

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