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Rivelare una misura (un criterio di valutazione) mentre se ne nascondono due

Domanda: Nel corso della storia dell’umanità, i Kabbalisti hanno trasmesso la scienza della Kabbalah da una generazione all’altra. Ma, nello stesso tempo, hanno nascosto con grande maestria questa scienza, per essere sicuri che non venisse diffusa in tutto il mondo. Perchè?

Risposta: I Kabbalisti rivelano i loro conseguimenti nell’occultamento. Questa è la ragione per cui è scritto, “Quando si rivela una misura, se ne nascondano due.” Si sta parlando della rivelazione del necessario desiderio nell’uomo, nel quale egli percepirà il mondo superiore.

La nostra natura è il desiderio, e solamente se questo desiderio è presente percepiamo il mondo dentro di esso. Maggiore è il desiderio, maggiore sarà questa percezione. Tutti gli oggetti del nostro mondo si distinguono tra di loro solo per la misura del desiderio. Il desiderio del livello 1 è inanimato, del livello 2 è vegetativo, del livello 3 è animato e del livello 4 è umano. Se il desiderio considera il godimento per se stesso, allora riguarda il nostro mondo. Se intende donare il piacere a qualcun altro, allora è proprio del mondo superiore.

Sappiamo che il piacere può essere percepito solamente nella misura in cui un uomo ne abbia desiderio. In altre parole, la Luce può essere ricevuta solamente quando c’è un vaso.

Nascondere due misure significa che un maestro Kabbalista deve creare un occultamento nello studente – il desiderio di una misura, il bisogno della rivelazione, e l’occultamento di un’ulteriore misura, in modo che questo desiderio per la rivelazione sia per il bene della dazione. In questo caso, lo studente meriterà la rivelazione dentro questo desiderio corretto.

(Dalla 2.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 09.05.2011 Lo Zohar)

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L’anello magico

Il Libro dello Zohar, Capitolo “Mishpatim (decreti-ordinanze)” Paragrafo 343: Egli [Re Salomone] contrassegnò la sua seggiola con un sigillo su cui era inciso il sacro Nome, prese un anello sul quale era inciso il sacro Nome, proseguì la sua ascesa, cavalcando un’aquila, ed andò via.

Domanda: Che cos’è questo anello?

Risposta: E’ una forza speciale che protegge Malchut, che restringe se stessa per usare la Luce di Hochmà solamente dall’alto verso il basso, al di sopra del desiderio di godere, vale a dire con l’intenzione di donare piuttosto che di ricevere dentro se stessa, dentro il suo desiderio egoistico. Questo è ciò che viene chiamato “l’anello”.

Questa è l’origine del rito matrimoniale in cui gli sposi si scambiamo gli anelli, il che sta a simboleggiare la loro reciproca dazione e la loro connessione.

(Dalla 2.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 09.05.2011, Lo Zohar)

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La diffusione della Kabbalah in Israele

Domanda: Mi sento come se fossimo seduti accanto al letto di morte di una persona, discutendo quale pillola possiamo dargli per alleviargli il dolore. La nostra priorità deve essere quella di innestare la Luce attraverso lo studio. Pur tuttavia, quando la questione riguarda Israele, ci sembra di essere bloccati.

Risposta: Qui, riceviamo dei colpi in un’altra forma; perciò, dovremmo avvicinarci agli uomini di Israele in un modo diverso. Dobbiamo renderli consapevoli di ciò che sta succedendo in Europa ed in altre parti del mondo, e intanto spiegare loro quali minacce possono rappresentare questi processi quando raggiungeranno il nostro paese.

In Israele, questi processi non si manifesteranno nel collasso dell’economia, ma nella pressione che arriverà dall’esterno, nei problemi di sicurezza. Non si tratterà di lavoro o di cibo; i conti non si faranno a questo livello, ma al livello della nostra missione, del nostro compito davanti al mondo. Questo è ciò di cui dobbiamo rendere consapevoli gli uomini di Israele.

Tuttavia, al momento, la nazione non è ancora pronta per affrontare questa situazione, nemmeno nella minima misura possibile. Perciò, gli uomini si chiuderanno semplicemente le orecchie e non si guarderanno nemmeno intorno. Per adesso, almeno non ci offenderanno. Ma se incominceremo a spingerli all’azione, essi si allontaneranno da noi. Una cosa è “stare insieme nel bene”, ed è completamente un’altra faccenda ascoltare i guai che ci obbligano a fare qualcosa al riguardo. “Chi sei tu per dircelo, oltretutto?”

Molti ambienti saranno felici di questi cambiamenti di situazione e vorranno farci crollare. Però, fintanto che continueremo a parlare d’amore, avranno qualcosa di cui preoccuparsi.

Dunque, dobbiamo usare un approccio molto sottile in questo caso. Oggi, non sento un impulso a fare nessun drastico movimento verso la divulgazione in Israele. Non farebbe altro che allontanare gli uomini da noi. Per il momento, questi uomini non sono disposti ad ascoltarci e non ascolterebbero di più.

Sfortunatamente, questo è ciò con cui abbiamo lavorato finora. Aggiungendo un po’ di “foga” al nostro lavoro, da buoni Samaritani, diventeremmo, ai loro occhi, dei moralisti e dei predicatori.

Dobbiamo prendere il cammino dell’amore e del bene invece di costringere gli uomini al sostegno reciproco: “Prendiamoci cura gli uni degli altri, amiamoci ed uniamoci.” Nessun cartellone con scritte del tipo: “Avete sottoscritto il sostegno?!” No, noi desideriamo essere dei garanti per voi.

Noi possiamo avvicinarci a questa nazione in nessun altro modo – solamente con l’amore. Solo se gli uomini inizieranno a sentirsi schiacciati dalle circostanze, saremo in grado di spiegare loro da dove e perché questa pressione viene caricata su di loro.
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(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.06.2011, “Matan Torah” (Il Dono della Torà)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 07.07.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 15 “Che cos’ è “altri Dei” nel lavoro”
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione), Articolo “Oro e Argento e Bronzo”, Punto 408, Lezione 17
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TES, Parte 1, Tabella di domande e risposte per il significato delle parole, Punto 47, Lezione 34
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KFS, Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 573, Punto 18, Lezione 13
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Matan Torà (Il Dono della Torà), Punto 14, Lezione 9
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Un uomo non può diventare un essere umano senza l’amore

La saggezza della Kabbalah è il mezzo che ci permette di innalzarci dal livello animato a quello umano. Se non usiamo questo mezzo per trasformare la nostra natura egoistica, rimaniamo degli animali, come è detto: “Tutti sono come animali”.

A dire il vero, in questo caso, ci sviluppiamo solamente dentro il nostro ego; non abbiamo niente con cui correggerlo e niente con cui innalzarci al di sopra di esso, passando dal desiderio di ricevere a quello di dare. Quindi, percepiamo solamente questo mondo; viviamo e moriamo come animali.

Quando invece mi trovo al livello umano, divento uguale al Creatore (“uomo” o “Adamo” deriva dalla parola “Edome” o “uguale” in Ebraico). Con l’aiuto dello strumento chiamato “la Luce che Corregge”, che io attiro verso di me leggendo i testi Kabbalistici, ed in modo speciale Il Libro dello Zohar, che è la fonte più potente che ci sia della Luce superiore nascosta, io mi posso correggere ed ascendere dalla mia natura egoistica a quella altruistica, alla dazione e all’amore per gli altri esseri umani.

Allora, invece del desiderio di usare l’altro, io gli dono, ed invece dell’odio, sento amore per lui. Nella misura in cui conseguo questa natura, incomincio a scoprire la forza superiore nei miei desideri altruistici, nelle mie proprietà della dazione e dell’amore. Sento ciò che riempie le mie nuove qualità, e questo è ciò che si chiama “la Luce superiore” o “il Creatore”.

Tutto questo è conseguito nella forza della dazione. Come possiamo arrivarci? Per riuscirci, dobbiamo considerare che, prima della creazione del livello più basso del mondo di Assiya, “il nostro mondo”, cioè la creatura creata dal Creatore, chiamata l’anima comune Adamo (l’uomo), fu divisa in moltissime parti. Ora, per attirare la Luce, queste parti si devono unire tra di loro per ricostruire lo stato in cui si trovavano prima della loro divisione, quando la Luce Superiore le colmava.

Sebbene non ci possiamo unire tra di noi da soli, desiderandolo, volendolo con tutte le nostre forze, attraverso i nostri sforzi, attiriamo la Luce dallo stato di unione. Questa Luce non ci arriva e non si riveste in noi, perché ancora non ci siamo uniti. Ma brilla su di noi da molto lontano, nella misura in cui noi aspiriamo ad essa – cioè, alla Luce della dazione e dell’amore per gli altri.

Ma è veramente questo ciò a cui aspiro?…Io immagino di desiderare ardentemente questa Luce, qualcosa di molto carino per il mio ego. Ma se interpreto quello che voglio nel modo corretto – se è la Luce della dazione e dell’amore nella quale godo donando al mio prossimo e agendo solamente per il bene della dazione – allora non lo voglio davvero.

Dunque, prima di tutto, al fine di arrivare alla Luce, alla correzione, per diventare colui che dona e ama l’altro, devo fare mia l’importanza di questo scopo. Posso conseguire l’importanza della correzione dalle due seguenti fonti:

  1. Se soffro e sento il dolore, mi sforzo di cambiare la mia condizione. Sono anche disposto a donare pur di non sentirmi male. Questo è ciò che si dice avanzare lungo il percorso della sofferenza.
  2. Posso ricevere l’importanza della dazione e dell’amore per il prossimo dall’ambiente che incomincerà ad “entrarmi nel cervello”, convincendomi di quanto sia importante donare, quanto possiamo conquistare, quanto bello sia, e quali piaceri la dazione porta con sé.

Un punto sembra contraddire l’altro:”Dona e riceverai il piacere! Dona e percepirai il Mondo superiore!” Questo è ciò che si chiama “Lo Lishma (per se stesso)”, si tratta comunque di una fase intermedia nell’avanzamento. In questo caso, io mi sforzo di avanzare lungo il cammino di“Lo Lishma,” il cammino della Luce. Siamo tutti degli egoisti e dobbiamo immaginare un guadagno comprensibile davanti ai nostri occhi; altrimenti, non saremmo in grado di fare nulla.

Per questo sono in un gruppo, insieme ad altri uomini che vogliono conseguire la spiritualità come me. Non è importante che tutti noi immaginiamo il mondo spirituale come un buon premio: vogliamo elevarci al di sopra degli altri, guadagnare di più, innalzarci al di sopra di questa breve vita piena di sofferenza per conseguire qualcosa di valore e di grande.

Promuovendo l’importanza di questo scopo tra di noi, allora qualcosa di elevato, grande, eterno, perfetto e di valore sarà rivelato nella nostra connessione, e noi avremo la forza per avanzare verso la connessione interiore reciproca, almeno un pochino. Se nella nostra connessione reciproca, scopriremo la comune forza interiore chiamata vaso spirituale, il desiderio di donare, allora in questo vaso, nella misura in cui avremo il desiderio di donare, riveleremo la Luce: la Luce della dazione, la Luce superiore, o il Creatore.

Quindi, prima di iniziare a leggere Il Libro dello Zohar e di attirare la Luce, dobbiamo immaginarci nello sforzo di essere in questa intima connessione reciproca, nella quale ognuno annulla se stesso e sente solamente gli altri: tutti insieme, tutto il gruppo interiore, nel quale siamo connessi reciprocamente con le nostre anime. Ed in questa connessione tra le anime, riveliamo la Luce, la forza comune della dazione e dell’amore – ed il Creatore dentro di essa. Se questa sarà la nostra linea di pensiero mentre leggiamo lo Zohar, questo Libro ci influenzerà nel modo più efficace.

Non importa quanto comprendiamo il testo e le parole. E’ importante pensare soltanto ad una cosa per tutto il tempo: “Ora, sto prendendo la medicina. Mi voglio connettere con gli altri, e allora, nell’unione tra di noi, conquisterò tutto: l’intero mondo spirituale superiore. Non vedo l’ora che succeda!”
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(Dalla 3.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.06.2011, Lo Zohar)

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