Il pianeta sull’orlo

Opinione: Thomas L. Friedman (Del nytimes.com): “In verità bisogna chiedersi se nel giro di pochi anni guarderemo in retrospettiva il primo decennio del 21° secolo, quando i prezzi degli alimenti andarono alle stelle, quelli dell’energia andarono alle stelle, la popolazione mondiale aumentò, i tornado si fecero strada nelle città, le inondazioni e le siccità stabilirono nuovi record, le popolazioni furono spostate ed i governi furono minacciati dal confluire di tutto questo e ci chiederemo: “Cosa stava succedendo? Come mai non entrammo in panico quando era così ovvio che avevamo attraversato la linea rossa in quanto a crescita, clima, risorse naturali e popolazione contemporaneamente?”.

L’unica risposta è che è difficile, anche se sarebbe necessario cambiare la nostra visione della vita. Stiamo distruggendo le riserve vitali e consumando il nostro stesso futuro.

Sfruttiamo le risorse naturali e contaminiamo la terra con i nostri rifiuti a tal punto da superare la capacità di auto recupero del pianeta. Non possiamo cambiare e quindi, saremo riformati per mezzo della crisi, in maniera rapida e radicale. Nel corso di pochi decenni, dovremo riformare completamente l’economia, l’industria dell’energia e del trasporto.

“Ci accorgeremo che il metodo della crescita, spinto dai consumatori, si è rotto e dobbiamo passare ad un modello di crescita spinto da una felicità più grande, basato sul fatto che le persone lavorano di meno e possiedono di meno”.

“Ci incamminiamo verso una crisi spinta dalla scelta”; Gilding, il veterano ambientalista ed impresario australiano dice: “O permettiamo che il collasso ci raggiunga o sviluppiamo un nuovo modello economico sostenibile. Sceglieremo il secondo. Può essere che siamo lenti, ma non siamo stupidi”.
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