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Lezione Introduttiva: “La lotta dell’indole” – 05.07.11

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “La lotta dell’indole”
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Il pianeta sull’orlo

Opinione: Thomas L. Friedman (Del nytimes.com): “In verità bisogna chiedersi se nel giro di pochi anni guarderemo in retrospettiva il primo decennio del 21° secolo, quando i prezzi degli alimenti andarono alle stelle, quelli dell’energia andarono alle stelle, la popolazione mondiale aumentò, i tornado si fecero strada nelle città, le inondazioni e le siccità stabilirono nuovi record, le popolazioni furono spostate ed i governi furono minacciati dal confluire di tutto questo e ci chiederemo: “Cosa stava succedendo? Come mai non entrammo in panico quando era così ovvio che avevamo attraversato la linea rossa in quanto a crescita, clima, risorse naturali e popolazione contemporaneamente?”.

L’unica risposta è che è difficile, anche se sarebbe necessario cambiare la nostra visione della vita. Stiamo distruggendo le riserve vitali e consumando il nostro stesso futuro.

Sfruttiamo le risorse naturali e contaminiamo la terra con i nostri rifiuti a tal punto da superare la capacità di auto recupero del pianeta. Non possiamo cambiare e quindi, saremo riformati per mezzo della crisi, in maniera rapida e radicale. Nel corso di pochi decenni, dovremo riformare completamente l’economia, l’industria dell’energia e del trasporto.

“Ci accorgeremo che il metodo della crescita, spinto dai consumatori, si è rotto e dobbiamo passare ad un modello di crescita spinto da una felicità più grande, basato sul fatto che le persone lavorano di meno e possiedono di meno”.

“Ci incamminiamo verso una crisi spinta dalla scelta”; Gilding, il veterano ambientalista ed impresario australiano dice: “O permettiamo che il collasso ci raggiunga o sviluppiamo un nuovo modello economico sostenibile. Sceglieremo il secondo. Può essere che siamo lenti, ma non siamo stupidi”.
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Il luogo nel quale siamo uniti

Domanda: Cosa significa fare il lavoro interiore?

Risposta: La persona deve fare il lavoro interiore 24 ore al giorno. Può essere che una persona sia così assorta in esso che arrivando alla lezione, non veda una sola delle parole scritte nel libro, ma questo non importa. La chiave è quello che succede dentro di lei.

Non devi incolparti. Il lavoro interiore è quando continui a cercare di mantenerti in adesione con l’essenza interna del gruppo. Come risultato, aprendo il libro, quello che vedi non è una conoscenza esterna, ma l’informazione che descrive i tipi di unione con gli amici del gruppo e più di questo, con l’anima integrale.

Cominci ad accorgerti che lo Studio delle Dieci Sefirot, il Libro dello Zohar e gli scritti di altri kabbalisti descrivono solo i diversi tipi di connessione tra te e gli altri; e se desideri onestamente avere chiara questa connessione, di fatto stai studiando la Torà (la parola “Torà” in ebraico deriva dalle parole “Ohr”, Luce, e “Oraa”, istruzione).

Domanda: Allora, il mio lavoro risiede nella ricerca di questa rete interna tra di noi, vero? Tuttavia, come posso utilizzare il mondo fisico per questa?

Risposta: Tutto il nostro mondo è lo stesso tipo di rete tra le persone, ma è la sua manifestazione più esterna. È per questo che lo sperimentiamo come corrotto.

In quanto alla nostra rete interna di connessione, sperimentiamo 125 gradi consecutivi di unione maggiore ed integrale tra di noi. Comunque, il nostro stato attuale nel mondo esterno è obbligatorio; è qui che cominciamo ad esistere affinché possiamo approfondire questa connessione sempre di più.

Abbiamo bisogno di una base che non ha a che vedere col muoversi verso l’interno e questa è la rete esterna di connessione tra di noi, nella quale esistiamo nel mondo fisico. Solo adesso si rivela quanto sia corrotta davvero questa connessione, mentre prima, semplicemente, non ci pensavamo. Questo è ciò che ci obbliga a fare le correzioni.
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 25.03.2011, Scritti del Rabash)

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La nazione che non ha niente eccetto un’idea

Domanda: Si può classificare il genocidio degli ebrei come un fenomeno specifico?

Risposta: Non è semplicemente un evento storico, ma un fenomeno naturale che ha la sua radice nella natura stessa. L’estinzione di altre nazioni nella seconda guerra mondiale ha a che vedere in particolare con i piani della Germania di “ripulire” i territori ed il suo scopo era di risolvere il problema dell’approvvigionamento dei prodotti agricoli. Tutto questo era calcolato in anticipo.

Tuttavia, la radice del “problema ebraico” si sente istintivamente dai tempi antichi fino ai giorni nostri. La nazione d’Israele è un popolo speciale, il guardiano del metodo della correzione del mondo. Pertanto, quando un’altra nazione cerca di imporre il suo sistema (diciamo, il nazismo) e stabilire il proprio ordine mondiale, essa sente istintivamente che nel mondo c’è qualcuno che possiede un altro metodo che contraddice il suo.

“Io affermo che l’unità è possibile solo se il nostro popolo tedesco si unisce e sottomette il mondo al suo ordine ed al suo potere. Tutta la Terra deve appartenerci, ma esiste un’altra nazione che afferma di avere il metodo. Non ha un potere reale, né un paese, né un esercito, niente eccetto un’idea. Quest’idea è vissuta negli ebrei per millenni, è stabilita in natura e non c’è niente che io possa fare; però, nel frattempo, la mia attuale soluzione è totalmente opposta alla loro”.

Questo ha a che vedere con delle ideologie che competono tra loro: “Non solo ho bisogno di sottomettere gli ebrei, ma di cancellarli dalla faccia della terra. Solo la loro estinzione totale proverà che sono nel giusto, il che sarà appoggiato dalla natura stessa, dalla forza superiore, dal Creatore. Se nonostante questo li lascio vivere, non sarò capace di provare nemmeno a me stesso che la mia soluzione al problema dell’unità nazionale e mondiale è corretta.

I tedeschi volevano unire la loro nazione, imporre un ordine corretto (dal loro punto di vista) ed in questo caso, non avevano un nemico più odioso degli ebrei, i quali avevano un metodo diverso per unire il mondo. Gli ideologi possono vederlo in maniera naturale. Questo ha la sua radice nel desiderio collettivo del mondo.

Una nota in riferimento all’argomento: Julius Streicher, un ideologo razzista giustiziato dopo che il tribunale dei crimini di guerra di Norimberga lo condannò per crimini contro l’umanità a causa della sua propaganda antisemita ed al suo richiamo al genocidio, durante la sua esecuzione alla forca gridò: “Purim 1946!” (La festività ebraica di Purim è la celebrazione della vittoria sui nemici degli ebrei).
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 2.05.2011, Commemorazione del Giorno della Memoria)

 

Lezione quotidiana di Kabbalah – 05.07.2011

Shamati 5, “Lishma è chiamato risveglio dall’ alto e perché c’è bisogno di un risveglio dal basso”
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione) “Prenderanno per me una donazione”, Punto 365, Lezione 15
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KFS, Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 572, Lezione 17
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Shamati 5, Lishma
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Da dove viene il timore dello Zohar?

Domanda: Partecipando alla settimana del libro ebraico, ho osservato un fenomeno interessante: una persona passa per uno stand di libri, vede il libro Scoprire lo Zohar, e la sua reazione mostra che ha aspettato tutta la vita questo momento. Lei vede il libro e non osa prenderlo nelle sue mani, ritorna anche, dopo aver camminato in cerchio. È ovvio che c’è una lotta interiore.

Molte persone dubitano nel prendere questo libro, sentendo un certo timore innanzi ad esso, anche quando inconsciamente qualcosa dice loro che la verità è nascosta in esso. Se ne vanno anche addolorate per non aver preso il libro. Come spiega questa paura?

Risposta: Questo è uno dei problemi contro i quali dobbiamo lottare e dobbiamo aiutare le persone a superare questa paura. Questa è correzione. Nessuno ne ha colpa, come è detto: “Vai con l’artigiano che mi ha fatto”.

Esistiamo nella natura egoista che deve sentire la negazione, la paura, il rifiuto di ciò che si suppone ci porti alla correzione. Questa si riveste in un certo tipo di timore verso il libro, verso i risultati della sua lettura, come se potesse dannarci. In essenza, questa è la preparazione alla correzione.

Questa sensazione nasce non perché si è parlato alle persone della proibizione di toccare il libro. Niente succede senza una ragione; al contrario, il nostro ego, il nostro desiderio di ricevere, ci ha preparati in modo tale che manteniamo una certa distanza dalle correzioni.

Non c’è scelta: dovremo lavorare su questo, spiegarlo e fare uno sforzo; ma in ogni caso, non date la colpa a nessuno. Nessuno lo ha fatto di proposito. La stessa natura del nostro ego, il nostro desiderio di ricevere, ci dispone contro qualsiasi cosa associata alla correzione, forzandoci ad esserne il più lontani possibile.

Vale la pena studiare questo comportamento. Un giovane moderno, che non si preoccupa di niente, all’improvviso sente una paura inspiegabile davanti allo Zohar.

Questa è la natura. Anche se non ha sentito niente riguardo a questo libro, scopre in sé alcuni pregiudizi primitivi, medioevali, come se non fosse più una persona moderna.
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(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.06. 2011, lo Zohar)

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