Il lavoro quotidiano

Domanda: Gli ultimi tre congressi tenuti in Italia, Spagna e a Mosca, sono stati speciali. Cosa dovrebbe fare il gruppo adesso?

Risposta: La fine di un congresso significa che adesso ci si deve elevare al livello raggiunto da questo congresso nella vita “quotidiana”. Durante il congresso, ci è sembrato di essere aggrappati ad una sbarra e adesso, invece, dobbiamo restare in piedi sulle nostre gambe.

In altre parole, abbiamo messo una scala per arrivare al livello successivo e ci siamo saliti. Questo è il mio stato attuale:

Abbiamo fatto degli sforzi durante il congresso e ce l’abbiamo fatta appena. E adesso, dobbiamo stare su questo scalino – tutti insieme.

Questo è il nostro lavoro fino al prossimo congresso. Non appena ce ne staremo bene in piedi, non appena controlleremo questo scalino, saremo pronti per il successivo.

Non dovremmo restarci automaticamente, ma dovremmo semplicemente spuntare una data di un mese o due sul calendario, per fissarci un tempo. Forse, ce la potremmo fare in una settimana o due oppure, invece, in metà anno, ma tutto dipende da quanto velocemente ci rediamo conto e gestiamo il potenziale che abbiamo per salire fino alla cima. Ognuno deve riuscirci dentro di sé.

Quando ero al congresso, tutta la mia ascesa era inclusa nel nostro gruppo mondiale. Mi sono unito con gli amici e attraverso questa unione mi sono elevato più in alto.

Tutto è avvenuto sotto l’influenza della comunicazione, del gruppo, dell’ambiente esterno. Mi sono sentito subito pronto ad unirmi a loro, a stare insieme a loro. Per fortuna ci sono stati dei momenti come questo e che sono durati dei minuti e forse anche delle ore.

Adesso, non essendo sotto l’influenza degli amici, devo fare questo lavoro dentro di me: alzarmi in piedi e reggermi sulle mie gambe. Si tratta di un lavoro serio e con una punta di dolore costante; un lavoro nel quale sento che la responsabilità ricevuta dagli amici vive in me, mi aiuta con il gruppo e con il gruppo del mondo, nella divulgazione, nello studio, e mi dà sempre l’energia per farmi agire insieme a loro.

L’unione che si realizza in queste circostanze, ai congressi, sotto l’influenza esterna, si deve rispecchiare in ciò che compio nella vita quotidiana.

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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 16.06.2011, Gli scritti del Rabash)

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