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La formula del Creatore

Nel nostro lavoro spirituale non possiamo fare niente da soli perché non sappiamo come riconoscere la forza che è unica e completa e come relazionarci ad essa nelle molte situazioni della nostra vita. Con cosa ci dobbiamo mettere in sintonia? Dire semplicemente che il Creatore è dappertutto non aiuta.

Questa è la ragione per cui ci viene dato il gruppo, e se ci uniremo insieme, scopriremo tra di noi questa forza unica e completa chiamata “non c’è nessuno tranne Lui”. Il Creatore ha diviso di proposito la creatura che Egli aveva creato in una miriade di parti, in modo che queste parti potessero riunirsi ancora una volta in un unico pensiero, in un unico desiderio. Allora, in questo desiderio comune, esse riveleranno la forza unica e completa che esiste solamente nella connessione che esse stesse hanno formato, nell’unione e nell’adesione reciproca.

Unendosi insieme in un solo desiderio, non conseguiamo questa forza al di fuori di noi, ma riveliamo noi stessi e questa forza insieme come una cosa sola. Infatti, non c’è Luce alcuna senza vaso (Kli), e non c’è Creatore senza la creatura. Più stretto diventa il legame che c’è tra di noi, di più riveleremo il Creatore dentro la nostra unione.

In altre parole, la nostra unione è il Creatore. E così era all’inizio della creazione, dopo la quale ci siamo divisi e siamo discesi in questo mondo sotto forma di piccole creature egoiste.

Perciò, unendoci insieme costruiamo il Creatore. Lo creiamo in modo autonomo, e questa è la ragione per cui Egli è chiamato il Creatore (in Ebraico Bo-Reh o “viene e vedi”). Non c’è altro luogo dove Lo possiamo edificare, comprendere, unirci e aderire a Lui, se non nell’unione con il gruppo. E tutta l’umanità dovrà unirsi nello stesso modo.
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(Dalla 8 lezione del cogresso WE! dello 03.04.2011)

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La nostra casa a quattro piani

Quando iniziamo a studiare la saggezza della Kabbalah, pensiamo che sarà facile e che continuerà a provvedere ispirazione costante come succede all’inizio. Ma con il tempo, dobbiamo imparare a scavare in profondità, all’interno del nostro egoismo, e allora l’esperienza diventa sgradevole.

Il corpo non ha proprio voglia di alzarsi per le lezioni del mattino, dimenticarsi del riposo, pensare e sentire di essere lontani dalla spiritualità e non desiderare connettersi con gli altri, o preoccuparsi della dazione volendo soltanto ricevere.

Di conseguenza iniziamo a sperimentare la “fossa delle fondamenta” che è scavata nei nostri cuori. E più tardi, tutto è determinato da quanto riusciamo a vedere il nostro ego. Può essere fatto con l’aiuto dell’ambiente, poiché la persona non può farlo da sola. Non importa quanto sia sgradevole e quanto egoismo ferisce, la persona desidererà sapere quanto sia lontana dalla dazione, non possedendo le sue proprietà. E dalla propria disperazione, dalle discese e mancanza d’ispirazione, progredirà.

Questo significa che le fondamenta sulle quali noi costruiamo la struttura spirituale non è cosi gradevole. È un “abisso” vuoto scavato nel nostro cuore; è la scavatura nella “terra”, il nostro desiderio, l’oscurità, la realizzazione del nostro egoismo e l’opposizione alla dazione. E soltanto quelli capaci di sopportare questo e di desiderare lavorare metodicamente, avendo costruito l’ambiente di supporto intorno a se, avranno la forza richiesta e non avranno paura di continuare a scavare dentro di se e di andare avanti.

Quindi, stabilirà le fondamenta sulle quali sarà capace di erigere la propria costruzione, cioè attraverso il gruppo, chiederà la Luce che Riforma che la costruirà per lui. E più in profondità scaveremo, più alta sarà la costruzione che potremo erigere. Dopo tutto è scritto che “il Creatore ha fatto uno contro l’altro”.

Iniziamo con lo stato definito come “zero” e all’inizio facciamo un passo verso il basso, in modo di poter salire un passo in su più tardi. Facciamo due passi in giù, e dopo gli risaliamo ancora. Di conseguenza, gli attraversiamo tutti 0-1-2-3-4, finché, finalmente, arriviamo alla fine della correzione avendo passato i nostri “esili” e le nostre “redenzioni”.

Abbiamo raggiunto l’ultimo stato di esilio adesso, per cui, quello che abbiamo davanti e la finale, totale redenzione.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.05.2011, Gli scritti di Rabash)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.06.2011

Scritti di Baal HaSulam, Lettera 26
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione), Lezione 8
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Glossario  di domande e risposte per il significato delle parole, Punto 5, Lezione 26
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Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 567, Punto 6, Lezione 6
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Matan Torà (Il Dono della Torà), Lezione 2
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Attenti al cane!

Domanda: Sentire odio verso gli altri, io sento come se un “animale” fosse nascosto dentro di me, che è più forte di me. Come posso guadagnare potere su questo “animale”?

Risposta: Guadagnare potere sul nostro ego è possibile solamente a una condizione: che possiamo vedere quanto perdiamo da questo “animale” che ci controlla. Noi siamo governati dal nostro ego che non ci permette raggiungere una vita eterna e perfetta in un mondo buono e gentile.

Se io potessi vedere quanto mi ruba l’ego, quanto mi abbia preso e non mi dia niente, allora io lo odierei. Ma non lo odio ma perfino lo amo; m’identifico con esso, perché, infatti, la mia intera vita è per soddisfarlo. Come faccio a sentire che l’ego è la morte per me?

La cosa più importante che io possa fare è entrare in un gruppo, l’ambiente che possa innalzare l’importanza della spiritualità per me,’importanza della dazione e l’unità con gli altri, perché grazie a questo in particolare io rivelo la vita nel livello umano. Se io sono impressionato dall’ambiente e questo mi può influenzare io acquisto la forza sufficiente per superare il mio ego.

Tutto il nostro lavoro e i nostri sforzi sono necessari per la rivelazione del male, il nostro desiderio egoista. Oggi mi sembra utile per me: Più desidero, più guadagno, più potere acquisto, o rubo. Di più, di più, di più…..Nella nostra società, quelli che hanno un grande ego sembrano avere più successo.

Devo convincermi che ottenere una buona vita in questo mondo mi priva di avere una bella vita spirituale e mi inganna dipingendomi una bella vita qui, in questo mondo. Questo è possibile solamente in un ambiente che mi “faccia un lavaggio di cervello”, che m’influenzi, che mi persuada. L’opinione dell’ambiente può lavorare cosi tanto su di me, che io vorrò superare il potere del mio egoismo.

Allora io inizierò a sperimentare la vita in un livello diverso, che non ho mai sentito prima. Questo succede istantaneamente, non c’è una transizione. Io sento immediatamente che c’è vita fuori di me, non dentro di me, mentre io cercavo di soddisfare me stesso sempre di più.

Contrariamente, io sento vita quando io esco da questo “animale” che non può assorbire niente.
Facendo il primo passo, io scopro il mondo spirituale. Che cos’è il “mondo spirituale”? La realtà nella quale io vivo attualmente è chiamata “questo mondo”. Ma la realtà che io sento fuori di me, nella connessione con i miei amici, con un essere umano, è chiamata “mondo superiore”, poiché è il livello umano, che è superiore a quello animato.
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(Dalla prima lezione del Congresso in Spagna, 03.06.2011)

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