Che non ci siano i ricchi o i poveri?

L’essenza del metodo è di risvegliarci in modo che ci possiamo muovere il più velocemente possibile, per prendere la forza dello sviluppo nelle nostre mani e controllarla. Questa è la ragione per cui organizzo un ambiente composto da persone come me, in modo che mi influenzi e mi dia un’aggiunta di potere. Vale a dire, tutto dipende dalle impressioni che ricevo dall’ambiente- questa è la misura della mia capacità di avanzare.

Ma io esisto in un sistema di forze e devo sapere come ottenere da questo sistema il meglio e la massima influenza, così da non danneggiare me stesso e l’ambiente. In verità, il male causato all’ambiente mi ritornerà. In questa influenza c’è una forza che si chiama “l’occhio malvagio-il malocchio”, cioè l’egoismo umano non corretto e non coperto da uno schermo, che un uomo può mettere in moto senza saperlo. Oppure l’uomo può essere anche consapevole di queste azioni, ma non può farci niente.

Se un uomo vede che qualcuno ha più successo di lui, diventa geloso, sia che lo voglia oppure no. Il che può essere anche una cosa positiva, una gelosia produttiva, che spinge l’uomo verso lo sviluppo. Cioè, si potrebbe trattare di “un occhio positivo”, che si ha quando invidio qualcuno e provo a progredire. Oppure può essere “l’occhio malvagio-il malocchio”, quando sono così geloso che voglio uccidere l’altro uomo, perché è più grande di me e questo avvelena il mio spirito.

C’è una barzelletta a questo proposito: “Stai facendo una rivoluzione che cancellerà i ricchi dal mondo? Noi stavamo sognando un mondo senza i poveri…” Lo stato che desideriamo fa tutta la differenza: che non ci siano i ricchi o i poveri? Con quale occhio guardiamo?
E lo stesso vale nel lavoro spirituale: quando guardiamo ad un amico che è più grande di noi, vogliamo farlo cadere o vogliamo avanzare?
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Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26/05/2011, Gli scritti del Rabash

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