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Lezione Introduttiva: “Evolvere nella Via dell’ Amore” – 24.05.11

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “Evolvere nella Via dell’ Amore”
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Come usciamo dalla schiavitù?

Domanda: Mi piacerebbe unirmi, però dopo tutto, vedo ancora qualche beneficio personale in questo. Cosa devo fare?

Risposta: Sicuro, continui a vivere in Egitto e non puoi realizzare un tipo diverso di calcolo. Tutto il tempo pensa solo all’unità che ti farà sentire bene.

Continuazione della domanda: Però, si suppone che devo annullare me stesso.

Risposta: la Luce superiore lo farà per te. Tu sei incapace di farlo. Hai davvero qualcosa di buono che di fatto ti farà abbassare la testa ed amare gli altri? Sei veramente interessato a questo?

In ultima istanza, ci rendiamo conto che non c’è niente di buono in noi. Siamo assolutamente incapaci di fare del bene. Ognuno di noi è un bugiardo ed un ladro, ognuno è un criminale perché tutti noi siamo ancora governati dal Faraone; e il Faraone è il padrone di tutti i bugiardi, il re di tutti i ladri, ed il padrino di tutto il malvagio mondo egoista. Questo governa il mio cuore e la mente e tira tutti i fili.

A volte, quando penso alla mia vita precedente, sono molto sorpreso: “Perché ho fatto questo? Cosa mi ha obbligato a farlo?” Questo è il giogo del Faraone, il quale mi controllava in modo tale che non potevo fare niente di buono. Se una persona guardasse la sua vita dal punto di vista della Luce superiore, non troverebbe un solo instante illuminato. Tutto le sembrerebbe assolutamente orribile.

Cosa facciamo allora? Nonostante questo, dobbiamo sforzarci per la nostra unione. Facendo degli sforzi mentre sono nella schiavitù egoistica, evoco gradualmente la Luce che Riforma e pertanto inizio a sentire che il Creatore può correggere la mia situazione.

Però io non posso farlo. Quando mi arriva questo, non voglio creare una connessione con gli altri, né unirmi a loro e mi dimentico di tutto. Non ho nessun vincolo reale che unisca i nostri cuori. Tuttavia, se la Luce superiore discende a me, mi porta questo desiderio , e mi abilita con la capacità dell’unità.

Lascia che la Luce lavori in te, fai i tuoi sforzi, grazie ai quali la Luce ti influenza e ti cambia. Tutti i tuoi pensieri cominceranno a dirigersi verso l’unione.
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(Dalla 4°parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04. 2011, Baal HaSulam lettera 10)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.05.2011

Scritti di Rabash, Shlavey HaSulam, Articolo “Cosa causa la Preghiera”
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Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Pagina 92, “Baci”, Punto 555, Lezione 20
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Talmud Eser Sefirot, Volume 1, Punto 1, Histaklut Primit, Lezione 18
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Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 561, Punto 1, Lezione 2
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L’accesso al libro dello Zohar

Ci sono molte storie nel Libro dello Zohar che sono scritte con un linguaggio allegorico (Midrash). Esse descrivono verosimilmente storie di uomini e di angeli (le forze della natura), di animali, di piante, in quanto era nel desiderio degli autori del libro di spiegare tutti i livelli della creazione: l’inanimato, il vegetativo, l’animato, ed il parlante.

Baal HaSulam ha redatto quattro testi di introduzione al Libro dello Zohar:

1. “Prefazione alla saggezza della Kabbalah (Pticha)”: Si tratta di una prefazione scientifica nella quale egli spiega la struttura dei mondi, dei Partzufim, delle Sefirot, e l’interazione delle Luci e dei desideri (i vasi, Kelim).

2. “Il preambolo al commentario di Sulam”: E’ collegato alla prefazione di cui sopra. In questo testo, egli spiega inoltre come lavorare lungo le tre linee, con le Luci ed i desideri, in una forma molto più precisa, più vicina ad ogni anima.

3. “Prefazione al Libro dello Zohar”: In questa introduzione, Baal HaSulam spiega la percezione della realtà. Egli descrive come passiamo dalla nostra attuale percezione corporea della realtà a quella spirituale, quando incominciamo a percepire la realtà attraverso questo mondo, che diventa trasparente, e vediamo le forze che funzionano in esso invece del quadro superficiale del mondo.

Allo stesso modo, quando guardiamo allo schermo del computer, vediamo una certa immagine. Ma essa esiste soltanto rispetto a noi, poiché noi abbiamo creato di proposito questo schermo e questo metodo di proiezione. Nella realtà, si tratta semplicemente di una manifestazione esteriore di informazioni che sono immagazzinate dentro il computer, nella sua memoria. Se potessimo leggere le informazioni direttamente dall’Hard disc, cioè dalla sua memoria, non avremmo bisogno di trasmetterle sullo schermo per leggerle.

La saggezza della Kabbalah è lo strumento che ci permette di entrare nella parte interiore e nascosta della realtà e di vedere non la forma esteriore che ci viene presentata in un preciso momento, ma piuttosto il funzionamento interiore: le forze che lavorano dietro le quinte dell’immagine consueta del mondo.

In questa introduzione, Baal HaSulam ci spiega anche che la nostra percezione della realtà è divisa in quattro parti: l’essenza, la forma astratta, la forma rivestita nella materia, e la materia stessa. Fino alla correzione completa (Gmar Tikkun), noi conseguiamo solamente la nostra materia (desiderio) e la forma che questo nostro desiderio assume: siano egoistiche o altruistiche. Non possiamo conoscere la forma astratta e meno ancora l’essenza. In questo modo ci muoviamo verso la correzione finale.

Dunque, la saggezza della Kabbalah ci dà un avvertimento molto serio a non perderci nelle fantasie, ma di essere realistici e di usare l’approccio scientifico mentre ci sforziamo di scoprire il mondo spirituale in una forma tangibile e concreta

4. “Introduzione al Libro dello Zohar”: Qui, Baal HaSulam spiega i vari problemi che un uomo affronta rispetto alle domande che riguardano il chi siamo, qual è la nostra essenza ed il nostro ruolo nel mondo, perché il Creatore ci ha creati così meschini, limitati, e ignobili, perché dobbiamo percorrere questo cammino così lungo per diventare uguali a Lui, e così via.

All’inizio di questa introduzione, Baal HaSulam pone queste domande ed in seguito propone le risposte.

E alla fine della introduzione, c’è una parte molto speciale, ben nota, e diffusa in tutto il mondo in cui scrive della nostra correzione al giorno d’oggi. In questa parte egli spiega che il mondo è diviso in parti interiori ed esteriori. Ci si riferisce agli uomini che sentono di appartenere al conseguimento spirituale come alla parte interiore del mondo. Sono loro che devono unirsi tra di loro ed usare il Libro dello Zohar per attirare la Luce che Riforma verso di loro.

Così facendo, essi diventeranno la fonte spirituale ed il centro spirituale del mondo. Possedendo la forza spirituale, essi diffonderanno la saggezza della Kabbalah, ed il mondo intero incomincerà a sentire che essi hanno qualcosa di straordinario: conoscenza, saggezza, un approccio corretto e sensato a ciò che sta succedendo nel mondo, e le risposte alle domande che lo riguardano.

Il mondo incomincerà a comprendere che questi uomini si trovano a dei livelli molto più elevati di tutti gli scienziati e dei cosiddetti grandi governanti del mondo, poiché essi possiedono la conoscenza delle forze che agiscono e trasformano il nostro mondo in un modo assolutamente imprevedibile.

Allora, dopo resistenze e confronti, il mondo comincerà a sentirsi attirato da questi uomini e a riconoscere in loro la forza superiore, la saggezza superiore. E dunque, alla fine, il mondo intero arriverà alla correzione. Infatti, la correzione si realizza fondamentalmente tra individui ai quali ci si riferisce come alla parte interiore del mondo, coloro che hanno il punto nel cuore, mentre il resto del mondo cercherà di unirsi e di aggrapparsi a loro, proprio come oggi nel mondo le masse vivono le loro vite quotidiane, mentre il mondo è governato da una manciata di altri uomini.

E così, Baal HaSulam spiega alla fine dell “Introduzione al Libro dello Zohar”, l’intera umanità continuerà a svilupparsi finché il mondo non si sarà unito insieme, fino a quando tutti non saranno diventati un solo insieme, grazie proprio al Libro dello Zohar, e non avrà raggiunto proprio le stesse dieci Sefirot originarie di cui Rabbi Shimon ed i suoi nove discepoli scrivono.
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(Dalla 4.a lezione al Congresso WE! del 02.04.2011)

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