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Come evitare gli Tsunami

Un bambino chiede: Il Creatore promise a Noè che non ci sarebbe stato un altro diluvio. Allora perché c’è stato un altro tsunami?

Risposta: Questa è domanda difficile. Io non sono abituato a considerare la Torà come una raccolta di avvenimenti storici. La corruzione che c’era allora – il peccato di Adamo e tutte e altre trasgressioni che ci hanno portato dove siamo oggi – è ancora la stessa corruzione, e noi ne abbiamo iniziato la correzione solamente adesso.

La ragione dei disastri come gli tsumani o i terremoti, passati e futuri, è che siamo noi a provocare gli squilibri. Il Creatore promette davvero che i colpi finiranno? No. Egli promette che non ci saranno diluvi che cancelleranno il mondo intero!

Diluvio significa che delle acque malvagie arriveranno per spazzare via tutto, lasciano solamente il punto nel cuore. Successe veramente una volta, perché una corruzione di quella ampiezza doveva accadere, ma poi non più. Noi abbiamo davanti solamente la correzione. Ma se non ci correggiamo in tempo, noi stessi provocheremo i colpi che ci colpiranno.

Spero che saremo capaci di evitarli, ma ci dobbiamo sentire responsabili di quello che sta succedendo. Infatti, se la saggezza della Kabbalah è stato rivelata, e se sappiamo che costruendo su di essa la nostra interconnessione, possiamo correggere il mondo, allora siamo in grado in grado di evitare le disgrazie.

Ricordiamo quello che il Creatore ha detto ad Abramo: “Se troverò dieci uomini giusti a Sodoma, non la distruggerò con un terremoto.” Ma non c’erano dieci uomini giusti, e così ci fu il terremoto.

Se noi lo desideriamo, siamo in grado di salvare il mondo dalla sofferenza. Tutto dipende da noi. Io penso che ce la faremo perché abbiamo veramente bisogno di prendere questo discorso sul serio.

(Dalla lezione 7 del congresso WE! del 04.03.201)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 18.05.2011

Baal HaSulam, Lettera 56
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Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Pagina 87, “Le camere del Tabernacolo”, Punto 527, Lezione 19
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Talmud Eser Sefirot, Volume 1, Punto 1, Histaklut Primit, Lezione 17
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Argomento della Lezione: I problemi del mondo, “Sovrappopolazione”
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Vuoi conoscere il Creatore? Affare fatto!

E’ necessario comprendere che siamo davanti al Creatore, la forza che è il bene e che fa il bene, e che nessun altro esiste a parte Lui. Cosa gli chiedereste? Egli vi tratta bene al 100% e non cambia. Cosa chiedereste, che vi trattasse bene al 101%?

La nostra supplica al Creatore è considerata come lo sviluppo dei nostri organi sensoriali. Allora, lavorando sul nostro desiderio, cercando di dargli costantemente una forma corretta, raggiungiamo uno stato in cui dobbiamo conoscere il Creatore in tutta la Sua completezza, nella Sua autentica forma. E ci si riferisce a tutto ciò come alla preghiera, dopo la quale arriviamo a conoscere il Creatore.

Noi non comandiamo nessuna azione al Creatore. Infatti, Egli è “il solo, l’unico, e l’unito” e “ non c’è nessun altro a parte Lui”. Si può dire che Egli agisce di continuo o per niente affatto, mentre noi siamo in Lui e questo è tutto; Egli non cambia. Tutto dipende da come noi vediamo il Creatore.

Dunque, pregare, in Ebraico, significa “giudicare se stessi”. Noi giudichiamo noi stessi e cambiamo, e grazie alle nostre trasformazioni interiori, sentiamo un’altra realtà del tutto nuova.

Per questo, noi parliamo sempre per conto dei nostri desideri (Kelim), mentre la Luce, o il Creatore, è nella totale immobilità.

Perciò, la preghiera al Creatore riflette solamente la misura in cui mi sono corretto ed ho acquisito dei nuovi organi di percezione, nei quali raggiungo la rivelazione di “Non esiste nessuno tranne Lui, il bene che fa il bene”. E nessuna azione arriva dal Creatore che non sia così.
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(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26.04.2011 Shamati No.1)

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