Nello stato futuro siamo liberi

Baal HaSulam, “Questo è per Giuda”: “Questo anno qui … il prossimo anno, libero”. È scritto riguardo a questo che l’obbiettivo di questa Mitzvà (comandamento) è che possiamo evocare la redenzione garantita, destinata a noi, come nella Mitzvà di mangiare il Matzà dei nostri padri in Egitto.

In questo modo, dimostriamo la nostra fiducia nel fatto che usciremo sicuramente verso la libertà. Usciremo dalla schiavitù, sostenuti dal potere del nostro ego che intenzionalmente ci opprime. Quando cresciamo ansiosi di scuoterci e di essere disposti ad elevarci al di sopra dell’egoismo, allora ci liberiamo da esso.

Il Faraone indurisce il nostro cuore come se si aggiungesse del carico ai pesi con i quali una persona si allena. Ad ogni nuovo grado, dobbiamo sollevare più peso e con maggiore frequenza, col fine di acquisire un determinato risultato. Il Faraone è considerato come “un aiuto contro di lui”. Il Creatore stabilisce intenzionalmente il tiranno, il Faraone, contro di noi, per obbligarci ad unirci contro di lui.

Tuttavia, siamo incapaci di unirci a prescindere dal fatto che improvvisamente cerchiamo di farlo. Quanto più sforzo esercitiamo, più forte diventa il Faraone, caricandoci di un peso aggiuntivo. Ci sembra di essere indeboliti in questo cammino e che la nostra energia diminuisca, ma non è così. Al contrario, stiamo diventando sempre più forti, mentre il nostro lavoro è ancora più difficile in qualità e quantità.

Se non ci arrendiamo, ma continuiamo lungo questo cammino, allora possiamo costruirci un ambiente e prepararci ad uscire dall’Egitto. Tutto dipende dalla nostra preparazione. La nostra forza deve crescere a tal punto che il Faraone resterà senza pesi per indurire i nostri cuori. In quel momento ci libereremo dell’Egitto.

Non sappiamo in anticipo quando verrà finalmente quello stato in cui il potere della nostra unità e l’aspirazione per essa crescerà fino a superare la pesante mano del Faraone ed a lui non resterà niente con cui caricarci. Al contrario, quanto più avanziamo, più densa diventa l’oscurità. Cominciamo a costruire le “città della povertà” che non ci portano nessuna soddisfazione e piangiamo in virtù di questo pesante lavoro.

In altre parole, attraverseremo stati difficili. Alla fine, attraverseremo anche le “dieci piaghe” e la densa oscurità egizia, come la massima espressione di ogni tipo di problemi che dobbiamo superare se stabiliamo l’interconnessione tra di noi. Non importa quanto difficile sia e quanta discordia si senta tra di noi, se anche così ci uniamo, ci libereremo della nostra natura.
[41025]

(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2011, “Questo è per Giuda”)

Materiale correlato:

Laitman blog: L’essere umano che si prende la responsabilità della Terra
Laitman blog: Dove comincia l’ essere umano?

Discussioni | Condividi commenti | Fai una domanda




Laitman.it commenti RSS Feed

Prossimo Post: