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Il segreto del sistema completo o integrale

Il nostro desiderio deve essere comune. Ognuno di noi è fatto di due parti: quella maschile e quella femminile. Io influenzo te, e tu influenzi me e gli altri, mentre gli altri mi influenzano a loro volta e così avanti. Non può essere che io mi prenda cura solamente di me stesso. Non sarò mai capace di colmare me stesso.

Dentro l’organismo comune, posso solamente colmare gli altri passando loro il mio desiderio o il mio appagamento. Non sarei in grado di far arrivare qualcosa direttamente a me.

Questo è il significato di sistema completo o integrale. La sua essenza sta nel fatto che nessuno è in grado di procurarsi nulla con il proprio solo potere, ma può farlo solamente attraverso l’ambiente. E anche questo è possibile solamente se un uomo non pensa a se stesso, ma solo ai suoi amici. Allora i suoi sforzi gli ritornano se, naturalmente, non penserà che effettivamente gli ritorneranno indietro.
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(Dalla 4.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 14.04.2011 istruzioni su Pesach)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 05.05.2011

Baal HaSulam, Shamati, Articolo 56 “ La Torà è chiamata “Indicazione”
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Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Pagina 36 “Il Nonno”, Punto 248, Lezione 8
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Talmud Eser Sefirot. Volume 1, Parte 1, Capitolo 2, Punto 5, Lezione 8
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Argomento della lezione : “La Fisica moderna e la Saggezza della Kabbalah”
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Le miniere d’oro delle anime

Baal HaSulam, Beit Shaar HaKavanot (La Porta delle Intenzioni), capitolo “Sull’esodo di Pesach”: La prima generazione, la generazione di Enoc e la generazione della Torre di Babele, esiliarono la Shechinà verso l’alto, al “settimo cielo”.

El Israel della generazione della schiavitù in Egitto era delle stesse scintille Keri (seme sprecato) che Adam HaRishon continuò a gocciolare per 130 anni, fino a che generò Set.

Le scintille Keri sono la luce di Chokhmà (Saggezza) che cerco di ricevere in maniera egoistica, per il mio beneficio. Se la Luce di Chokhmà non raggiunge il luogo adeguato, che è al di sotto dello schermo e non si veste nella Luce di Hassadim (Misericordia), è considerata come “il seme che cade sulla terra” (dall’ebraico “Aretz”, terra o suolo, e “Ratzon”, desiderio o volontà), “sprecato”.

Ogni persona deve passare attraverso questi gradi, le generazioni di Enoc e la Torre di Babele, attraverso il desiderio egoista che non ha conto di nessuno e che desidera ricevere direttamente tutti i piaceri, il che è considerato come “seme sprecato”.

Un’anima è simile all’oro e quando questo viene estratto dalla “terra”, è mischiato ai rifiuti, fino a che non viene purificato, affinché tutta la sporcizia si separi e possa essere chiamata “oro”.

Dopo la frammentazione dei vasi che avvenne nelle nostre radici, nel mondo spirituale, le nostre anime sprofondarono nel desiderio di ricevere per l’auto gratificazione e si mischiarono in esso completamente. Ci sono pochissime scintille di dazione che finirono in questo desiderio egoista, le quali sono molto difficili da recuperare.

È simile ad una miniera d’oro: questo si estrae sottoterra, dove migliaia di tonnellate di terra devono essere setacciate e sottoposte a diversi processi, prima di poter estrarre da esse pochi grammi d’oro. Lo stesso suolo non proviene da un posto qualsiasi, ma da dove si trovava prima l’oro. Tuttavia, dei camion pieni di terra devono essere portati e purificati, lavati con acqua e setacciati con dei filtri, affinché qualche scarso grammo d’oro possa finalmente venire alla luce.

La stessa cosa corrisponde alle nostre anime dopo la frammentazione. All’interno di un enorme desiderio egoista, ci sono solo alcune scintille disperse, le quali continuano ad essere egoiste, esse sono adatte ad essere corrette allo scopo di dare. Sono queste che gradualmente dobbiamo estrarre e questo è il lavoro che dobbiamo portare a termine.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2011, Beit Shaar HaKavanot)

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Lavorare in sincronia con il Superiore

Dobbiamo cercare di riconoscere tutti gli stati che speriamo di vedere dopo essere usciti dall’Egitto mentre siamo ancora in Egitto, in questo momento, quando lavoriamo nel gruppo. A prescindere dal potere dell’egoismo, vogliamo rivelare il mondo spirituale qui e adesso. Solo applicando lo sforzo attraiamo la forza che lo farà per noi.

Abbiamo bisogno di trovare il luogo nel quale desideriamo essere uno, capire in che modo esercitare lo sforzo e chiedere l’unità. Facciamo tutto il possibile attraverso il nostro sforzo e quello del superiore. Glielo chiediamo, partendo da questa richiesta e Lo attraiamo affinché ci aiuti, mentre ci ricordiamo anche di dare il nostro contributo.

Solo quando avremo un’idea chiara del luogo, dello sforzo e della natura della nostra azione, prenderemo la decisione corretta.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2011, “Questo è per Judah”)

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