Pubblicato nella '' Categoria

Lascia la redenzione al Creatore

Il libro dello Zohar, capitolo “Bo (Vieni dal Faraone) ”, punto 169: E non esiste una domanda su come a Pasqua, il Mochim de Gadlut [la Luce di Hochmà] brilla già, anche se Israele [quelli che aspirano a rivelare il Creatore] non ha fatto Priah (la correzione del desiderio egoista) ancora, perché questo è fatto da un risveglio dal basso [dall’uomo], mentre nella notte di Pasqua c’è stata l’illuminazione di Mochin [la Luce di Hochmà] solo dal risveglio dall’Alto [dal Creatore].

Fino all’esodo dall’Egitto devi fare tutti gli sforzi possibili. Dopotutto, non hai altra scelta di raggiungere e realizzare l’uscita da te poiché si tratta di un livello superiore. Qui, la Luce di Hochma (Saggezza) deve arrivare ed eseguire questo passaggio per te, realizzare questo balzo (in ebraico la parola” Pesach” viene dalla parola “Pasach”, che significa passare, saltare). Ed è per questo che accadde soltanto dalla virtù del risveglio dall’Alto.

La preparazione è affidata a te, la realizzazione al Creatore. Succede la stessa cosa con lo stato spirituale chiamato “Sabato”, poiché non viene dal calendario. Da una parte è rievocato dal risveglio dall’Alto, ma dall’altra è detto: “Uno che non ha faticato nella vigilia di Shabbat (Sabato) cosa mangerà a Shabbat?” Cioè, se non hai fatto le correzioni durante gli altri sei giorni della settimana, non puoi raggiungere il settimo giorno, Shabbat (Sabato).

Questo succede sempre. Tu devi fare tutto quello che dipende da te e pertinente al tuo livello, e allora la Luce viene dall’Alto e completa la tua ascesa al prossimo livello.
[41029]

(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2011, Il Libro dello Zohar)

Materiale correlato:

Laitman blog: Il mistero della notte di Pasqua (Pesach)
Laitman blog: Le origini della festa di Pesach

La fine della schiavitù egiziana

Non è forse difficile rispondere alla domanda su dov’è il punto nel quale un uomo può stabilire se sta ricevendo il piacere dall’egoismo o dalla dazione? Se vuole essere schiavo del Faraone o del Creatore?

Il nostro compito principale è di raggiungere un punto in cui chiediamo che cambi ciò che ci governa, in modo che la forza della dazione ci dominerà al posto di quella della ricezione. Noi studiamo la Kabbalah e mettiamo in pratica tutte le raccomandazioni dei Kabbalisti per essere capaci di fare questa scelta.

Possiamo arrivare a questa scelta sia attraverso il cammino della sofferenza, attraverso il naturale trascorrere del tempo (Beito), o attraverso il cammino della Luce (Achishena). Lungo il cammino del normale sviluppo legato al tempo, ci aspettano solo dei colpi. Questo cammino si ha quando il Creatore porta via tutti i possibili piaceri che derivano dal Faraone, dal nostro egoismo, conosciuto anche come desiderio di ricevere per noi stessi, e perciò viviamo la sofferenza. Questa è la ragione per cui siamo pronti ad uscire dal dominio del Faraone e ad allontanarci da lui. Infatti, la natura stessa ci sta forzando ad evitare ciò che ci fa soffrire.

E poi c’è il cammino della Luce, “Accelerare il tempo” (Achishena). Si ha quando il nostro desiderio egoistico ci sta ancora permettendo di ricevere piacere, ma noi compiamo diverse azioni per costruire un nuovo atteggiamento verso il desiderio di donare. E anche se ricevo il piacere egoistico e mi trovo sotto il dominio del Faraone, non sento che si tratta di qualcosa di negativo: mi sto godendo la vita.

Tuttavia, incomincio a cercare una via per innalzarmi al di sopra di esso per non dipendere più da lui, ed incomincio a considerare la qualità della dazione.

Ciò significa che provo a percorrere il cammino della Luce, in modo che la qualità della dazione mi influenzerà e mi farà capire che il faraone è un dominatore negativo. Il suo male non è nei piaceri che dona, ma nel ricevere questi piaceri per il mio solo bene. Tutto questo nuovo criterio di valutazione si basa non sui piaceri, ma sulla loro direzione, su chi riceve: Io o gli altri (o il Creatore insieme con gli altri.)

E allora invece di giudicare il cammino attraverso le sensazioni, in base al piacere o alla sofferenza, mi sposto al calcolo logico di ciò che è bene e ciò che è male, del verso contro il falso. Mi rendo conto che la verità è la dazione, la forza superiore, il Creatore, ed io voglio questa verità! E anche se mi trovo bene sotto il dominio del Faraone, voglio comunque aderire alla dazione.

Se un uomo si rende conto di tutto questo, egli si eleva al di sopra dell’evoluzione naturale o animale (Beito) e prende delle decisioni al livello di “Achishena,” sottraendosi così al dominio del Faraone. E allora non ha bisogno di passare attraverso la sofferenza fisica e di ricevere dei colpi al suo desiderio di ricevere attraverso le tante crisi che viviamo oggi nel mondo e che non faranno altro che aumentare in futuro se continueremo ad andare avanti in base al naturale scorrimento degli eventi (Beito).

La sua sofferenza diventa la sofferenza lungo il cammino di “Achishena,” la sofferenza dell’amore. Infatti, l’uomo aspira alla dazione, qualcosa di opposto all’amore in se stesso. Egli chiede al Creatore, o alla Luce Superiore, di cambiare il suo piacere da egoistico in quello che deriva dalla dazione. Questo è il modo in cui un uomo avanza.
[40773]

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 15.04.2011, gli scritti del Rabash)

Materiale correlato:

Laitman blog: Entrare in una nuova terra
Laitman blog: La schiavitù d’Egitto vuol dire che non hai il diritto di Dare

Lezione quotidiana di Kabbalah – 03.05.2011

Baal HaSulam, Shamati, Articolo 5 “Lishma è un risveglio dall’ Alto e perché occorre un risveglio dal basso”
Video / Audio

Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Punto 190, Lezione 6
Video / Audio

Talmud Eser Sefirot. Volume 1, Parte 1, Punto 1, “Ohr Pnimi”, Punto 4, Lezione 6
Video / Audio

Argomento della lezione : “L’ importanza della divulgazione della Saggezza della Kabbalah”
Video / Audio

Elevarsi con l’aiuto del faraone

Domanda: Non importa quanto mi impegno per elevarmi al di sopra del mio egoismo, dove c’è la garanzia che tutto quello che faccio non finirà dentro la ragione? Come faccio a verificare se mi si sono elevato al di sopra di esso, e cosa mi aiuterà ad elevarmi?

Risposta: La ragione punta sempre verso la conoscenza e la ricezione. E al di sopra della ragione ci sono la fede e la dazione. Ora, mi devo chiarire: mi sto dirigendo verso la dazione perché la mia ragione vuole così o perché è la fede a volerlo?

Se io mi trovo solamente da una parte soltanto, ed in base al mio stato, agirò sicuramente nei limiti o al di sotto della ragione, cioè lavorerò per il mio egoismo.Due posizioni insieme sono sempre necessarie. Immaginiamo di odiare il maestro, di ribollire di rabbia verso di lui, perché pensiamo che non faccia le cose giuste. E contemporaneamente costruiamo una relazione di amore, di dazione, e di totale rifiuto di noi stessi e di adesione a lui. Allora, il nostro desiderio si sviluppa precisamente tra questi due punti, nella loro differenza, grazie al fatto che ci manteniamo in uno dei due che è opposto all’altro.

Altrimenti, a cosa serve il faraone se non costruiamo il nostro amore al di sopra di lui, al di sopra di tutto questo odio e della certezza nelle nostre ragioni, per accettare l’opinione del maestro al posto della nostra conoscenza, delle nostre idee, e della nostra ragione? Tuttavia, se perdiamo uno di questi punti, non ci eleveremo più. Di solito, in questi casi, gli uomini scendono al di sotto della ragione.
[40632]

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04.2011, Shamati No.59)

Materiale correlato:

Laitman blog: La disputa irreconciliabile tra il Creatore ed il Faraone dentro di me
Laitman blog: Abbiamo scoperto Faraone; il prossimo è il Creatore