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Global Yeshivat Haverim – 01.05.2011

Global Yeshivat Haverim
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Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah – 01.05.2011

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 01.05.2011

Scritti di Baal HaSulam, Lettera 19
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Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Punto 80, Lezione 4
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Talmud Eser Sefirot. Volume 1, Parte 1, Punto 3 “Ohr Pnimi”, Punto 50, inizia con “Questa Behina Dalet è chiamata“Il Punto centrale”, Lezione 4
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Rav Yehuda Ashlag, KFS Pagina 83, Articolo “Pace nel mondo”, Lezione 1
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Un cuore fuso

Una persona deve inviare frecciate d’amore al cuore degli amici nelle loro intenzioni interiori. All’esterno deve mostrare a tutti quanto sia ispirata dalla spiritualità e cercare di motivare gli amici a sentire la stessa cosa; però internamente, una persona deve pensare sempre al modo in cui penetrare nel cuore dell’amico.

Dei regali materiali non li danneggeranno, ma non devono sostituire i loro sforzi interiori ed il loro vero desiderio di connettersi. Dopotutto, il nostro lavoro, risiede nel risvegliare le forze interne, la rete di forze o la realizzazione della sola forza del Creatore. Questa è la forza alla quale ci connettiamo, col fine di penetrare in tutti i cuori e le anime.

I regali materiali possono aiutare nel nostro cammino, ma l’obbiettivo principale è cercare di sintonizzarsi a questo sistema connettivo che ci unisce agli altri. In esso, si rivela la nostra connessione e la penetriamo. Questo è conosciuto come penetrare nel cuore dell’amico.

Quanto più profondo è il mio desiderio di penetrare nel cuore di un amico, più fondo il mio cuore. Nella misura in cui il mio cuore diventa più tenero, comincio a vedere che il cuore dell’amico si rivela sempre di più e sono capace di entrare in lui ed unirmi in un solo cuore.

Quando comincio a lavorare con il cuore dell’amico, penso a lui come ad un estraneo. Tuttavia col tempo, comincio a vedere che lui non è un estraneo ma al contrario un crogiuolo nel quale posso fondere il mio cuore. Relazionandomi a lui e desiderando unirmi, realizzo il lavoro nel mio cuore. In questa connessione non dipendo dall’amico o dal grado della sua apertura verso di me, piuttosto dipendo dal mio cuore, nella misura in cui sono stato capace di intenerirlo per poter entrare nel “cuore estraneo”.

Alla fine di questo lavoro, rivelo che né il mio cuore, né il suo cuore esistono, che c’è un solo cuore ed un solo desiderio e che è stato sempre così; solo che mi sembrava che si trattasse di cuori separati, di cuori che erano estranei e differenti, distanti gli uni dagli altri.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04.2011, Shamati 86)

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Laitman blog: Uniamoci e diventiamo un cuore spirituale

Imparare a volare

Un principio cruciale del lavoro spirituale è che tutto è fatto contro il tuo desiderio, diversamente dal lavoro egoista nel nostro mondo. Quando sono forzato a lavorare nel nostro mondo, in primo luogo valuto se ne vale davvero la pena. Oppure, quando il lavoro mi piace in sé, quando beneficio del processo stesso, allora questo non può essere chiamato lavoro, ma un’avventura, un viaggio. O meglio, potrebbe essere un arduo lavoro, ma io beneficio del suo risultato quando ottengo una ricompensa, una paga per averlo fatto.

Devo sempre vedere il beneficio del mio lavoro, che la mia mente ed il mio cuore possono afferrare. Tutto dipende solo da quanto valorizzo la ricompensa in anticipo ed in accordo a questo desiderio, esercito uno sforzo.

Però, nel cammino spirituale, noi lavoriamo contro la nostra natura e non ci sostiene niente. Per questo, non abbiamo nessuna motivazione, il “combustibile” per compiere un’azione che sembra senza senso.

È ovvio che avanziamo poco a poco, da “Lo Lishmà” (per se stessi) a “Lishmà” (per dare). Nelle parole di Rambam, per le “donne, i bambini e gli schiavi”, cioè noi che per il momento siamo in questi livelli, i segreti (il vero scopo) vengono rivelati gradualmente. Questi sono considerati segreti perché fino a qui la persona non può immaginare come ottenere l’energia e il movimento per lavorare.

È impossibile come il fatto che io cominci a volare! È al di sopra della mia natura! Così attraversiamo un lungo cammino di sviluppo, passando da uno stato all’altro ed acquisendo naturalmente una certa comprensione, una sensazione che viene a noi per il cammino della Luce che Riforma.

Questo non avviene in maniera naturale, in maniera razionale; al contrario, quanto più mi sforzo, più mi allontano dallo scopo, è così che lo valuto nella mia percezione! Solo in certi rari momenti scopro occasionalmente che solo nella mia percezione egoista avevo l’impressione di camminare all’indietro, mentre dal punto di vista dei desideri di dazione, di fatto stavo avanzando. È così che avanziamo.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04. 2011, Shamati 86)

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Il passaggio graduale da Lo Lishma a Lishma
Shamati 5: Lishmà è un risveglio dall’Alto, e perchè occorre un risveglio dal basso?

“Vestirsi” In qualcun’altro

Domanda: Perché il cammino verso l’amore è così difficile e confuso?

Risposta: Siamo noi ad essere confusi.

Io sono diretto dal desiderio egoista e tutto quello che sento e penso dentro è per il mio beneficio. Allora, come posso fare un calcolo diverso, non per il mio bene?

Immagina di “vestirti” in qualcun’altro e comincia a fare un calcolo dalla sua prospettiva. Solo 100 anni fa la gente cominciò ad afferrare questi concetti. Non a caso questo periodo fu riassunto da Freud e Einstein, i quali non solo fecero delle scoperte di grande influenza, ma ebbero anche connessioni amichevoli tra loro.

Dopo centinaia di migliaia di anni di sviluppo, fu solo un secolo fa che le grandi menti dell’umanità inventarono finalmente la psicoanalisi, o in altre parole, cominciarono ad analizzare l’uomo internamente, nel livello materiale. Solo allora cominciarono ad investigare la percezione umana, “Il mondo che mi circonda e me, il prossimo e me”.

Questo non è semplice. Ci è voluto un lungo periodo di tempo per avvicinarsi all’anima animata dell’uomo e questo non si avvicina neppure alla spiritualità. Tutto il problema è che non possiamo e non vogliamo vestirci negli altri. La società deve assicurarsi che ogni persona lo faccia, che ogni persona provi a farlo e cominci a riconoscere come lei appaia agli occhi del prossimo e cosa vuole il prossimo.

Questo è molto difficile anche se implica solo degli esercizi psicologici sul piano del nostro mondo, il quale non si relaziona ancora con la spiritualità. Vuoi di più? Avanti, organizza un ambiente che cominci finalmente ad influenzarti.

Il cammino è lungo proprio perché nessuno ti influenza. Non c’è progresso senza l’influenza della società. Una persona dove può ottenere i dettagli spirituali della percezione? Solo dall’ambiente.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04.2011, Shamati)

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