Alleati nella guerra contro il Faraone

Dr. Michael LaitmanI Kabbalisti ci avvertono di non filosofare, (dato che la nostra mente egoista può solamente fermarci), ma piuttosto di fare più sforzi pratici.) Chiaramente, i miei pensieri e desideri mi manterranno nel mio egoismo, ma attraverso le mie azioni io donerò. E va bene se io sto donando perché mi aspetto di ricevere qualcosa per me, perché altrimenti non donerei in assoluto.

Ma se io eseguirò le azioni raccomandate dai Kabbalisti, esiste già un elemento spirituale in questo. A questo punto non si tratta solamente del mio beneficio personale, ma mi può dare un risultato spirituale su quale io non posso pensare direttamente. Funziona tutto in maniera indiretta.

In altre parole, avanziamo indirettamente. E mediante ogni azione che compiamo, creiamo magnifiche città per il nostro egoismo, che diverranno delle povere città per Israele (“Yashar Kel”, quelli che aspirano diritto verso il Creatore).

E qui si nasconde un ostacolo addizionale. Se io ho lavorato per il Faraone creando città per lui, ma allo stesso tempo avessi potuto vedere parallelamente, come un “sottoprodotto” del mio lavoro egoista, che sto guadagnando proprietà di dazione, fede, amore, unità e adesione, allora sarebbe grandioso e chiaro! Saprei che aspettando una ricompensa egoista io acquisirei gradualmente i desideri di dazione.

Ma non funziona cosi. Non soltanto non acquisisco desideri di dazione, ma scopro che ho perso doppiamente! Nel mio ego mi accorgo di aver guadagnato grandiose città; io non le volevo, ma non avevo scelta. Ma per Israele che è dentro di me ho perso ben due volte: invece di progredire, ho ricevuto delle povere città.

Se accanto alle belle città per il Faraone noi costruissimo delle belle città anche per Israele, se spuntasse fuori lì un “affare” spirituale, sarebbe molto buono. Ma non c’è niente! Io vedo che il mio ego, il mio Faraone ha vinto, mentre la mi lotta verso il Creatore ha perso e mi ha allontanato ancora più da Lui.

E allora mi confondo e inizio a preoccuparmi. Cos’è questo percorso dopo tutto? Cosa mi avvicinerà di più alla dazione? E qui si trova l’ostacolo che può bloccare una persona nel proprio percorso poiché da questo punto in avanti la persona deve muoversi verso la richiesta, un urlo di protesta personale al Creatore. Lui lo capirà da se, non può lottare contro il Faraone e condurre se stesso fuori dalla schiavitù e ci deve essere una terza forza.

Prima d’ora non aveva sentito il bisogno del Creatore, per cui se ne dimenticava. Pensava che fosse una sorta di forza accompagnatrice addizionale che si rivela alla fine del percorso. Non lo vedeva come una cosa necessaria. Anche vedendo la storia di Mosè, noi possiamo notare che è il Creatore stesso che gli dice: “Andiamo dal Faraone”; il Creatore Stesso appare davanti a Mosè come un cespuglio ardente.

Questo significa che l’uomo incontra ancora dei grossi ostacoli che non gli permettono di connettersi con il Creatore e appellarsi a Lui in modo di poter lavorare assieme, come compagni, contro il Faraone.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04.2011, Shamati 86).

Materiale correlato:

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