Cosa hai nelle tue mani: Un bastone o un serpente?

Shamati 59, “Riguardo al bastone e al serpente”: “E Mosè rispose e disse: E se non mi crederanno, ecc …”. “Ed il Signore gli disse: Cosa hai nella tua mano? E lui disse: Un bastone. Ed il Signore gli disse: Buttalo a terra … e divenne un serpente, e Mosè scappò da esso” (Esodo 4).

Dobbiamo capire che non ci sono più di due gradi, ossia Kedushà (Santità) o Sitra Achra (Altro lato). Non c’è uno stato intermedio, ma lo stesso bastone diventa un serpente, se è scagliato al suolo.

… Questo è il significato della domanda “Cosa hai nella tua mano?”. Una mano significa realizzazione, dalle parole “e se una mano realizza”. Un bastone (Mate in ebraico) significa che tutte le realizzazioni sono costruite sul discernimento dell’importanza inferiore (Mate in ebraico), che è la fede al di sopra della ragione. Questo perché la fede è considerata come se avesse un’importanza inferiore e come bassezza …

C’è un discernimento molto sottile che viene fatto costantemente e che la persona deve fare in anticipo lungo il cammino della correzione dell’anima; questo viene chiamato “il bastone e il serpente”. Puoi controllarti in questo modo: se ho un forte desiderio di fare qualcosa ed è chiaro che è per il mio bene e mi rendo conto che è in questo modo che il mio egoismo si esprime, il quale brucia dentro di me, allora nel momento stesso in cui lo capisco, devo cercare di elevarmene al di sopra.

Anche se ho un grande desiderio interiore di giudicare il mio amico per decidere se dovrei avvicinarmi a lui oppure allontanarmene, anche al di sopra di tutto questo, devo fare uno sforzo ed elevare tutto il mio odio, la repulsione, la delusione e quello che mi aspetto dagli altri, dagli amici, dal maestro e dal Creatore ed avanzare con la fede al di sopra della ragione.

Al contrario devo capire che proprio le condizioni che mi hanno dato sono il “bastone” che devo raccogliere e tenere nelle mie mani. Allora questo diventerà un simbolo della mia fede e mi aiuterà ad avanzare.

Tuttavia, se scaglio il bastone al suolo in accordo al mio desiderio (“terra”, Aretz, è “desiderio”, Ratzon), allora diventa un serpente.

Devo fare questo discernimento per sentire questi due punti dentro di me, i quali sono costantemente presenti e si contraddicono tra di loro. Il mio ego è ardente e vuole giudicare tutti: gli amici, il maestro ed il Creatore. Le sue lamentele e l’ira sono completamente giustificate. Questo è sinceramente indignato interiormente contro tutti loro; però, al di sopra di questo, lavoro per amarli, giustificarli e dare a loro con tutto il mio cuore aperto per mezzo della fede al di sopra della ragione.

Quando sento questi due punti insieme, significa che io mi equilibrio correttamente nel mio stato attuale. Questi punti sono quelli che compongono il mio cammino verso la meta della creazione.

In questo cammino vedo che sono continuamente superato da nuovi calcoli e critiche, nuovi disaccordi tra l’ambiente e me, e questo avviene per farmi pensare ancora una volta che io sono nel giusto e loro nell’errore. Questo lavoro comincia immediatamente, non appena il gruppo si organizza.

Sia che le persone avanzino grazie alla fede al di sopra della ragione, oppure che affoghino in questi disaccordi e camminino insieme al serpente, scagliando il loro bastone al suolo, cioè, invece della fede nel cammino al di sopra della conoscenza, loro andranno per mezzo della fede all’interno della conoscenza o al di sotto di essa, l’unica cosa che resterà da fare è sperare che si sveglino e potrà volerci molto tempo; di fatto, nessuno sa quando potrà succedere.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04.2011, Shamati 59)

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