TES: Diario personale di un Kabbalista

Domanda: Se la chiave è attrarre la Luce su di noi, perché discutiamo così a fondo la struttura dei mondi descritti nel TES (Studio delle Dieci Sefirot) durante la lezione?

Risposta: Il nostro scopo non è di parlare della struttura dei mondi nei dettagli, ma semplicemente cercare di captare alcuni dettagli per utilizzare quello di cui ci parlano i kabbalisti; però, quando studiamo il TES, come qualsiasi altra fonte, in primo luogo dobbiamo pensare all’anima, perché è lì che risiedono tutti questi elementi dei quali leggo e dove avvengono tutti i fenomeni.

I kabbalisti, che hanno rivelato dentro di loro l’attributo della dazione, riconoscono quali azioni possono realizzare dentro di loro e ne scrivono a riguardo. Oltre a questo, non c’è niente. O siamo in una realtà immaginaria di questo mondo, la quale in realtà non esiste e dopo si dissolve e viviamo in essa come in un sogno, o realizziamo l’autentica realtà della dazione, la realtà del Creatore.

Dopotutto, non c’è “nessuno tranne Lui” e se qualcosa esiste davvero è soltanto lì. Il TES descrive in che maniera si rivela a noi questa realtà autentica all’interno dei nostri desideri.

Come kabbalista, posso descrivere fino a che punto entrerò in questa realtà e descriverò che in effetti essa opera in me, che mi connetterò e comincerò anche ad identificarmi con essa; gli altri cabalisti fanno lo stesso. In altre parole, tutti scriviamo della stessa unione con la eterna Luce superiore e di quello che troveremo in essa dal nostro punto nero della creazione, il “punto dell’assenza”.

Quando mi metto in contatto con la Luce ed ottengo l’equivalenza con essa, sento in che modo cominciano ad avvenire al mio interno diversi fenomeni, che si vestono in me dall’Alto verso il basso (la Luce di Chokhmà) o la estesa saggezza (la Luce di Hassadim). Questi fenomeni producono diverse sensazioni in me ed io le descrivo, dopo aver ricevuto l’opportunità di esprimerli con parole e suoni.

Però tutte le impressioni che abbiamo, derivano dall’incontro di questo punto nero con la Luce, nel quale il primo diventa simile all’ultima. Questa è l’essenza della saggezza della Kabbalah: trovare la Luce nel punto nero della creazione.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04.2011, Talmud Eser Sefirot)

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