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Domanda: Le mie sensazioni e stati spirituali si riflettono nella realtà che vedo intorno a me. Questo significa che posso giudicare l’interiorità in base all’esteriorità?

Risposta: Assolutamente no! È detto: “ Il mondo vive secondo un piano”. Nel mondo corporale attraverso diversi stati e relazioni, alcuni sono più piacevoli degli altri, ma non posso mettergli delle “etichette spirituali”.

Devo afferrarmi allo scopo spirituale sopra tutte le sensazioni del mondo materiale. Perfino se il Creatore mi fa qualcosa di orribile, anche così io devo rimanere afferrato. Non ho coscienza di quello che mi sta accadendo. Sono intrecciato con altre anime, eventi e stati dei quali non ho idea.

Mi manca ancora la sensazione di tutto il sistema che mi permette di investigare questi temi. È sciocco da parte mia pensare che io possa creare una connessione tra la spiritualità e il corporeo. Non sono esperto in nessuna di queste cose.

Nessuno strumento d’investigazione è disponibile per me in questo momento: non possiedo l’ intelletto, la sensibilità o l’acutezza. Non posso osservare il sistema superiore (mondo), il sistema inferiore (mondo), ne posso creare una connessione tra di loro. È ancora molto lontano da me. Non lo capisco nemmeno nel primo livello spirituale. Non lo posso capire ancora perché è basato nell’annullamento del proprio ego. Sono incapace di chiarire questo dato che non ho ancora, questo desiderio, perfino se desidero essere incluso nel sistema superiore.

Che cosa ho oltre l’egoismo? C’è qualcos’altro che io debba raggiungere oltre la dazione? Per questo devo annullare il mio proprio ego e dirigere il lavoro interiore nel gruppo con i miei amici. Costruiamo la nostra unità interiore per ottenere una forza comune che esiste fuori ognuno di noi e che ci appartiene a tutti.

Perché fantastico sulla spiritualità e l’essenza occulta di una malattia, di problemi familiari o finanziari, o di un conflitto con il mio capo? È sciocco! Ancora non sono pronto per questo tipo di calcoli.

Un computer nuovo è soltanto un pezzo di metallo finché non gli installo il sistema operativo, lo metto in azione, scorro i programmi e inserisco i dati. Soltanto quando avrò dimestichezza con il software sarò capace di iniziare a lavorarci.

Finché non abbiamo i Kelim (computer)! E non parliamo del software! Per questo non possiamo capire l’interiorità osservando l’esteriorità.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah 11.04.2011, scritti di Rabash)

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