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Anche la stella più distante è importante

Una persona che coscientemente cerca la spiritualità è influenzata da leggi diverse di sviluppo rispetto a quelle di qualsiasi persona che segue il cammino regolare. È come la differenza che esiste tra la scienza classica che si occupa di oggetti materiali di grandi dimensioni e la fisica quantistica che studia le particelle elementari. La differenza tra loro è come la differenza tra la luce e l’oscurità. La fisica regolare parla della materia, mentre la fisica quantistica parla della luce, perché una particella quantica è una particella di luce. In altre parole è un livello diverso della natura, anche se ad ogni modo si trova nei limiti del nostro mondo e differisce molto da quello a cui siamo abituati.

Riguardo alla spiritualità, se le scintille della correzione non si risvegliano ancora all’interno di una persona, questa si correggerà in modo simile a tutta la natura, incorporandosi all’interno di coloro che hanno la scintilla spirituale, coloro che aspirano alla spiritualità e che si pongono la domanda: qual è lo scopo della mia vita? Alcuni realizzano il lavoro spirituale, mentre altri li aiutano appoggiandoli oppure ostacolandoli. In questo modo tutti avanzano insieme.

Per questo la scienza della Kabbalah deve essere divulgata a tutte le persone, poiché, fintanto che non arrivi in qualche modo ad una persona, questa non parteciperà alla correzione. È lo stesso quando ci sembra che l’umanità non abbia nessuna relazione con quello che succede in qualche galassia a milioni di anni luce dalla terra; però di fatto, semplicemente non capiamo quanto dipendiamo alla fine, dalla correzione di ogni grammo di materia, incluso quello di qualche stella lontana, perché anche questa deve far parte di noi per raggiungere come risultato la perfezione, Malchut dell’Infinito.

Questo principio si applica a tutti, ed anche di più ad ogni persona di questo mondo, incluso quella che conduce un’esistenza semplice e non ha nessun interesse per la spiritualità. Questa persona tuttavia, partecipa al processo della correzione in qualsiasi modo in cui ne sia capace, e di conseguenza dobbiamo portare anche ad essa la conoscenza della Kabbalah .

Mi congedo momentaneamente dai lettori fino alla conclusione del Congresso sullo Zohar. Potete seguire il nostro Congresso su www.kab.tv

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Un ascensore per il mondo spirituale

Rabash, Gli Scritti del Rabash, Shlavei HaSulam (I gradini della scala), Articolo “Cosa cercare nella Riunione degli Amici”: La risposta è che l’amore degli amici, che è costruito sulle basi dell’amore degli altri, attraverso il quale essi possono raggiungere l’amore del Creatore, è l’opposto di ciò che normalmente viene considerato amore degli amici. In altre parole, l’amore degli altri non significa che gli amici mi ameranno. Piuttosto, sono IO che devo amare gli amici.

Di regola, ci avviciniamo all’amore degli amici in modo naturalmente egoistico: “Lasciamo che loro siano i primi ad amarmi, e poi io li amerò.” Mi aspetto che loro siano un esempio per me, e solo allora sarò disposto a seguirli. E’ uguale a preparare delle domande al Creatore: “Prima devi farTi vedere, e poi farò quello che desideri.”

Se io sostengo il gruppo o il Creatore su ciò che hanno iniziato, dopo che si sono già rivelati, significa che sto agendo egoisticamente. Devo chiedere al gruppo solamente la grandezza dello scopo. Nessuno può raggiungere la consapevolezza della grandezza da solo; ne parliamo solamente per elevarci artificialmente a questo livello. E questo è ciò che ci fa crescere in modo indipendente.

Se l’amore degli amici mi fosse rivelato in anticipo, la mia reazione si baserebbe su considerazioni puramente mercantili. Mi rivolgerei agli amici come a dei qualsiasi uomini con cui sono in affari. Infatti, sarebbe un piacere per me fare affari con loro. Perciò, non dovrei cercare alcun segno di un atteggiamento favorevole del gruppo verso di me.

Il Libro dello Zohar parla dei discepoli di Rabbi Shimon: ogni volta che erano insieme, all’inizio sentivano un reciproco odio, e poi iniziavano a studiare superandolo. Quindi, dobbiamo incominciare a convincere noi stessi: “Qualunque cosa veda, la vedo nello specchio del mio ego.” Ognuno giudica in base ai propri difetti. Solo dopo arriviamo all’amore autentico che si trova al di sopra dell’odio.

Perciò, la chiave è non fidarsi dei propri occhi e del proprio cuore. Semplicemente non mi devo concentrare sugli altri; lasciamo che facciano quello che vogliono. Per quanto riguarda la mia specifica condotta, devo comportarmi come dice il mio maestro. Se incomincio ad aspettarmi qualcosa dagli altri, non li vedrò mai fare qualcosa di buono. Il Creatore fa così intenzionalmente, in modo che io veda sempre i difetti nel gruppo, poiché vedo gli amici attraverso il prisma del mio egoismo.

Sento risentimento e repulsione verso gli amici; non ho il minimo desiderio di unirmi a loro, di sedermi, e di parlare con loro, e ho un migliaio di scuse per rifiutarmi di farlo. Pur tuttavia, devo mettere da parte tutti gli ostacoli e capire che è un gioco che si sta giocando con me per uno scopo.

Se sono arrivato in una cerchia di persone che hanno un desiderio spirituale, significa che il Creatore mi ha scelto. E poiché Egli li ha scelti, io devo “aderire” a loro. E’ “l’utero” dove crescerò. Non ho scelta: devo connettermi con gli amici, credere che essi sono di fatto i più grandi della generazione, i migliori rappresentanti dell’umanità, che sono arrivati per innalzarmi. Il gruppo è l’ascensore che mi porta nel mondo spirituale.
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(Dalla 5.a lezione del corgresso WE! 04.02.2011)

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Che cosa hanno in comune la Columbia, Tbilisi, il Cile, Haifa, e Odessa?

Più elevata è la frequenza con la quale scegliamo, ripetutamente, in favore del punto nel cuore e dell’unione, più veloce sarà il nostro cammino. Quando ci riuniamo nei grandi congressi e ci includiamo gli uni negli altri con i nostri desideri, allora io compio un’azione e tutti gli altri compiono una miriade di altre azioni che si uniscono alla mia. Se io restassi da solo, non completerei mai questo lavoro!

In questo modo, il Creatore ci aiuta. Egli ha diviso l’enorme desiderio da Lui stesso creato in molte parti. Quando ogni parte svolge il suo lavoro, aggiunge questo lavoro a quello di ogni altra parte. Ne consegue che se siamo, diciamo, 800. e nel corso di alcuni giorni di un congresso ognuno di noi compie 100 azioni, allora ne risulta che ognuno ha compiuto 80,000 azioni. Ecco perché siamo tutti collegati insieme! E oltre agli uomini presenti nella sala del congresso, ci sono molti altri amici sparsi per il mondo che si uniscono a noi tramite le nostre trasmissioni.

Prima di venire a tenere questa lezione, ho ricevuto delle lettere e biglietti di benvenuto da Mosca, San Pietroburgo, da Israele, dalla Germania, e da molti altri luoghi. Guardiamo a come molti uomini si sono uniti nei nostri centri in giro per il mondo. Proprio adesso sullo schermo abbiamo Tel Aviv, la Galilea, Rehovot, Minsk, la Columbia, Donetsk, Tbilisi, il Cile, Odessa, Beer Sheba, Haifa, Ashkelon, Hadera, e molti altri ancora.

Siamo in molti e se usiamo i giorni del congresso correttamente, allora salteremo verso il livello successivo e può darsi che realizzeremo la legge che è chiamata, “Ha fatto degli sforzi ed ha trovato!” Questo può succedere. Tutto dipende da noi.

Se un grande numero di uomini si unisce a noi ed ogni uomo include gli altri, allora ogni uomo riceverà una forza sufficiente. Abbiamo lavorato sulla nostra unione molto bene e dunque abbiamo acquisito la conoscenza. Abbiamo studiato e ci siamo preparati per tutto l’anno, discutendo continuamente che c’è un solo “noi”, che siamo insieme, e che il mondo spirituale si rivela solamente nella connessione tra di noi. Quindi, speriamo di riuscire a mettere in pratica questa unione.

(Dalla 1.a lezione al congresso WE! Del 01.04.2011)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 18.04.2011

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